Indagini è un nuovo podcast del Post scritto da Stefano Nazzi, giornalista che si occupa da molti anni di raccontare la cronaca nera italiana. Dal primo Aprile 2022, ogni primo giorno del mese, viene pubblicata sulle principali piattaforme una nuova puntata.
L’obiettivo di questo podcast è rendere pubblico quello che è successo dopo alcuni dei più noti casi di cronaca nera italiana. Infatti quello che spesso succede nello storytelling dei delitti è che i particolari delle indagini siano sconosciuti e che gli spettatori, di conseguenza, abbiano una conoscenza limitata e superficiale della vicenda.
Indagini è definibile come un podcast d’inchiesta, in quanto ripercorre un delitto consumato nel passato, analizzando il processo di ricerca della verità giudiziaria e raccontandolo in maniera esaustiva, credibile e affidabile. Si tratta di un podcast che gli amanti del crime non possono perdere.
Le puntate
Gli episodi al momento disponibili sono quattro: Garlasco, 13 Agosto 2007; Erba, 11 Dicembre 2006; Potenza, 12 Settembre 1993; Avetrana 26 Agosto 2010. Ogni puntata è divisa in una prima e una seconda parta, ognuna delle quali ha una durata che si aggira tra i 40 e i 55 minuti.
L’intervista a Stefano Nazzi
1Ti occupi di cronaca nera da tanti anni. Nel 2011 è anche uscito il tuo libro Kronaka in cui racconti alcuni degli omicidi che hanno avuto il Nord come teatro. Quando nasce la tua “passione”, se possiamo chiamarla così, per la cronaca nera?
È un interesse che ho sempre avuto e che si concentra fondamentalmente su due aspetti. Il primo riguarda le dinamiche che spingono le persone a fare determinate cose, a volte con una stupidità che è incredibile. Capire cosa c’è dietro i fatti di cronaca ti lascia veramente sgomento, ci sono delle banalità che ti colpiscono.
E il secondo aspetto che mi ha sempre interessato sono le dinamiche che stanno dietro alle indagini. Capire come si svolgono e scoprire che tutto è molto più complesso nelle procedure, nelle cose che succedono di quanto si possa pensare, di quanto uno possa credere. E poi a volte le soluzioni sono le più semplici. Ti immagini che dietro un delitto ci sia chissà cosa e invece la risposta è banale.
2C’è un delitto che ti ha colpito più di altri?
Negli ultimi anni la storia di cui mi sono occupato che mi ha più interessato e coinvolto è il delitto di Perugia. Occupandomene mi sono convinto subito che gli elementi contro Raffaele Sollecito e Amanda Knox non c’erano. I due ragazzi erano finiti dentro degli ingranaggi micidiali a cui infatti poi la Cassazione pose termine in maniera drastica facendo una cosa che non succede quasi mai, cioè assolvendoli senza rinvio, senza fare un ulteriore processo. Questa storia mi coinvolse molto. Vedevo trasmissioni televisive in cui veniva dato per scontato che non fossero innocenti senza nessun elemento, perché dovevano essere i colpevoli perfetti.
3Tra l’altro è un delitto mai risolto. In prigione è finito solo Guedè accusato di concorso in omicidio, ma nessun assassino è stato condannato… Come è nata l’idea di utilizzare il mezzo podcast per raccontare queste storie?
È un’idea che è venuta contemporaneamente a me e Francesco Costa (vicedirettore del giornale online Il Post ndr) in un momento storico in cui il podcast evidentemente ha un certo successo e riscontro di pubblico. L’obiettivo è provare a raccontare questi casi di cronaca in maniera un po’ diversa, approfondendo proprio la questione delle indagini.
4E ci sono differenze nella tua scrittura, a seconda del mezzo?
Il podcast è molto più libero, ti permette di utilizzare un linguaggio più “parlato”, più discorsivo, meno ingessato. E questo aiuta molto. Ci sono meno regole, forse è più coinvolgente e a me sta piacendo molto farlo.
5Per noi ascoltatori sicuramente lo è, perché siamo totalmente immersi nella storia e siamo molto attenti, dovendo utilizzare un unico senso. Nel libro Kronaka si parte da Garlasco e si arriva a Gorgo (Treviso), passando per Somma Lombardo (Varese), Como, Chiavenna (Sondrio), Milano, Leno (Brescia) e Verona. È una coincidenza che anche il podcast Indagini parta da Garlasco o sei particolarmente legato a questo delitto?
No non è una coincidenza, non è un caso. Il delitto di Garlasco è emblematico, perché è un caso in cui è stata fatta una sequenza di errori, di leggerezze che non si era mai vista prima. Questo non vuol dire che ci sia un errore giudiziario, che Alberto Stasi sia innocente, però il percorso attraverso cui si è arrivati alla fine di questo processo è veramente accidentato ed esemplificativo di come certe cose non andrebbero fatte.
6Al momento hai affrontato il delitto di Garlasco, Erba, Potenza e Avetrana. Si tratta di omicidi passati alla storia e di cui si è parlato tantissimo sia nei programmi tv che nei documentari.
È vero e quando racconto queste storie e la gente mi scrive mi rendo conto che la maggior parte delle cose non le sa. La conoscenza dei fatti è limitata e superficiale. Le persone non sanno quasi mai cosa si cela dietro queste vicende, quali sono state le complessità delle indagini.
7Però questi delitti sono stati già raccontati da altri giornalisti. Tu sei molto puntuale e preciso nel citare il lavoro dei colleghi. Mi viene in mente l’intervista a Sabrina Misseri di Franca Leosini o il libro Sarah la ragazza di Avetrana. Tu cosa dai in più a chi ti ascolta?
Io cerco di eliminare l’aspetto morbosamente emotivo. A me non interessa andare a cercare il vicino di casa che ti dice qualcosa che magari non è attinente. Io racconto passo dopo passo come si sono svolte le indagini e come si è arrivati a determinate conclusioni senza “l’intervista”. Io metto lì tutti gli elementi e poi ognuno si fa la sua idea.
8Un po’ come fa Roberta Petrelluzzi in Un giorno in Pretura.
Esatto, l’obiettivo è fornire tutti gli elementi senza partire da tesi precostituite, come si fa in alcune trasmissioni televisive. A volte la gente si stupisce quando qualcuno viene assolto o quando la sua posizione viene archiviata. Pensa: “ma come? Per giorni in quel programma hanno parlato di quella persona come se fosse colpevole”.
9Come mai è stata fatta la scelta editoriale di una puntata al mese pubblicata il primo del mese? Siamo stati abituati fino ad ora ad una serialità settimanale nei podcast.
La verità è che Indagini richiede un lavoro micidiale. Devi ricercare la documentazione, sentire le persone, esaminare il materiale. Poi io faccio anche un lavoro di scrittura sul Post, quotidianamente.
10Nel corso della tua professione da giornalista hai affrontato diversi casi. Ci puoi spoilerare quali altri delitti ci racconterai nelle prossime puntate? Non anticipi mai di cosa parlerai nell’episodio successivo.
Sì, non lo dico mai (ridendo ndr). Prossimamente parleremo delle Bestie di Satana e anche di una storia incredibile, di cui si ricordano in pochi: quella dell’Unabomber del nordest, che mise tipo 33 bombe tra il 1994 e il 2006 e non si è mai scoperto chi fosse.
11E però andrete avanti. Non finite con queste due storie, vero?
Per ora l’idea è di andare avanti.
Valeria de Bari
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