Dal 23 settembre, il mondo del basket e dei cartoni animati tornano al cinema con Space Jam: New Legends, con un campione-interprete d’eccezione quale LeBron James.
Tutto parte nel 1998, due anni dopo del primo Space Jam con Michael Jordan. Il giovane LeBron si allena a basket, cercando svago in nei videogiochi, ma il suo coach lo sprona dicendogli che, se vuole diventare un campione, deve impegnarsi a fondo, togliendo le distrazioni. Arriviamo ai giorni nostri. King James è la star indiscussa della pallacanestro di tutto il mondo e vuole lo stesso destino per i suoi figli. Il più piccolo però, Dom, desidera altro, come inventare videogiochi: desiderio che crea degli scontri con il padre. Un giorno però, in visita per un progetto di lavoro alla Warner, i due James si ritrovano intrappolati all’interno del “Server-Verso”, un universo parallelo contenente tutto l’universo dei film e dei cartoni degli studi cinematografici californiani.
A renderli ostaggi è Al-G-Rhythm, un’entità computerizzata malvagia, che decide di metterli uno contro uno, sfidando King James nel suo stesso sport: in palio la libertà o l’eterna vita nel server. La differenza saranno le squadre e l’entità manipola il giovane Dom, per utilizzare la tecnologia di un gioco da lui creato e mostrare così al padre quanto sia bravo.
LeBron invece viene spedito nel “LooneyMondo”, ora abitato solo da Bugs Bunny.
Questo racconta che, in passato Al-G-Rhythm ha convinto tutti ad andarsene nei vari mondi Warner, in cerca di nuove vite. LeBrone e Bugs iniziano così a cercare tutti i vari Looney e il campione insegna loro a giocare seguendo il suo stile. La partita inizia e i Looney perdono clamorosamente il primo tempo. Sarà qui che King James imparerà una lezione che potrebbe non solo salvare la partita, ma anche il suo rapporto con Dom.
Film dalla trama forse un po’ intrecciata per la sua semplicità, ma comunque curioso.
Prima cosa che salta sicuramente all’occhio è l’uso della tecnica. Siamo lontani dagli anni ’90, ma la Warner ben sa che i fan sono fan e non vanno delusi. La base è simile a quella del primo film, quindi una tecnica mista. Ad aggiungersi è anche una tecnica 3D, che mischia ancora di più le carte: molto interessante e coinvolgente.
Gli attori, per quanto pochi, se la cavano. LeBron è abbastanza a suo agio… nell’interpretare se stesso. Molto bravo Cedric Joe nel ruolo del giovane Dom e, seppur in ruoli meno importanti, Sonequa Martin-Green e Khris Davis, nei ruoli della moglie e del miglior amico del Re. Vero e assoluto imperatore è l’antagonista Don Cheadle (per gli amanti dei film Marvel, è War Machine). Anche qui non mancano altri campioni del basket, come Anthony Davis e Klay Thompson; ma si aggiungono anche campionesse, come Diana Taurasi e le sorelle Ogwumike.
Divertente notare le citazioni che il mondo Warner fa a stessa. Nella ricerca dei vari Looney (senza spoilerare le più divertenti), vediamo ad esempio Duffy e Porky Pig cercare di salvare un imminente disastro ferroviario nell’universo DC. Nella stessa partita, tra il pubblico, molta Warner partecipa, ma personaggi di film e cartoni: come non vedere I Flinstones, Batman e Robin con annessi villans, King Kong, i “drughi” di Arancia Meccanica, la strega de Il mago di Oz e una delle sue scimmie alate.
Un po’ lungo forse, per essere un film da bambini; ma divertente e sicuramente da Cinema, cioè da vedere in sala: sul piccolo schermo, probabilmente, renderebbe poco.
4 stelle su 5
Francesco Fario