Non so per quali motivi un individuo medio potrebbe essere attratto dal vedere al cinema un romanzo di Jane Austen ambientato in una zombie apocalypse. Fatto sta che io sono una delle persone che voleva vedere PPZ, ovvero Pride + Prejudice + Zombies.
La borghesia ottocentesca nell’apocalisse zombie
La ragione è molto semplice: è cosa nota e universalmente riconosciuta che un’amante di Jane, e di letteratura femminista in generale, che sia anche un’appassionata di zombie, non abbia bisogno di troppe scuse per incuriosirsi quando si parla di PPZ.
Ed effettivamente il film risulta abbastanza peculiare se si pensa che la borghesia ottocentesca, descritta con tanta ironia dalla scrittrice inglese, viene catapultata in un mondo dove la lotta con i non morti è diventata ordinaria amministrazione. Tanto che le fanciulle di buona famiglia, come sottolinea anche il Signor Darcy, non sono solo acculturate e di buona compagnia, ma anche ottime guerriere.
Dunque la nostra eroina orgogliosa, Elisabeth Bennet – qui Lizzy – e le sue sorelle, mantengono le caratteristiche basilari del romanzo originale, ma sfoggiano un addestramento cinese che le avvicina molto a Milla Jovovich in Resident Evil.
Dal romanzo omonimo
La storia, per onor di cronaca, è tratta dal romanzo omonimo di Seth Grahame-Smith, uscito nel 2009. Lo scrittore è lo stesso che ha trasformato Lincoln in un cacciatore di vampiri, quindi possiamo facilmente supporre che lo stravolgimento delle trame tradizionali sia un po’ una prerogativa del suo estro. La trama del libro segue il genio austeniano: amori e peripezie si sviluppano (più o meno) come previsto. La pellicola, poi, è stata scritta e diretta (nonostante svariate problematiche) da Burr Steers, conosciuto giusto per qualche film con Zac Efron.
Personalmente ho trovato molto azzeccati gli attori di Elisabeth e Darcy, lei (Lily James) un bellezza molto naturale, lui (Sam Riley) dal fascino tipicamente inglese. Entrambi sono reduci dalle favole Disney: lei è stata Cenerentola, lui Fosco, il corvo di Maleficent. Qualche fan di Doctor Who avrà apprezzato senz’altro Matt Smith nel ruolo – molto sviluppato – del Signor Collins.
Il film scorre abbastanza fluido e senza colpi di noia, ci tengo a sottolinearlo perché gran parte dei film di zombie spesso si rivelano molto trash, o comunque di serie b, sia per la resa degli effetti speciali che per la trama.
Bocciare PPZ per fare i puristi sarebbe totalmente fuori luogo: questa pellicola risulta, come direbbero i colleghi storici dell’arte, un bel capriccio. Ci sono elementi di vario genere che si mescolano in maniera interessante. Certo, non è un cult sulla falsariga di Romero, certo la raffinata psicologia del romanzo ottocentesco si riduce a qualche frase fatta inserita nei duelli, ma, del resto, durante la guerra molte introspezioni risulterebbero meri orpelli. Fa molto sorridere, invece, vedere le sorelle che battibeccano con le celebri citazioni della Austen, mentre si scontrano a colpi di spada!
Per una serata poco impegnativa e senza troppe pretese, o anche solo per “cultura” personale (che sia per l’amore di Jane o per la zombie addiction) PPZ è un film sicuramente da vedere.
Alessia Pizzi