Il conte di Essex, l’amore segreto di Elisabetta I d’Inghilterra

Il conte di Essex

“I doveri di una regina vengono prima di qualunque esigenza di una donna”

Titolo originale: The Private Lives of Elizabeth and Essex
Regista: Michael Curtiz
Sceneggiatura:  Norman Reilly Raine e Æneas MacKenzie
Cast Principale: Bette Davis, Errol Flynn, Olivia de Havilland, Donald Crisp, Vincent Price
Nazione: USA
Anno: 1939

Elisabetta I d’Inghilterra. La regina vergine. Colei che con il suo governo, la sua saggezza e il suo coraggio portò la sua nazione ad un periodo di fervente splendore. Un personaggio che è stata fonte d’ispirazione, non solo per gli storici e gli amanti di Shakespeare; ma anche per sceneggiatori. Nel 1912 la divina Sarah Bernhardt fu la prima ad interpretare la regina inglese. Nel 1939 Bette Davis prende i panni di Elisabetta ne Il conte di Essex, diretta da Michael Curtiz, al fianco di Errol Flynn.

La pellicola ci narra una romantica e tormentata storia d’amore.

Siamo nel 1596. Robert Devereux, conte di Essex (Errol Flynn) torna a Londra orgoglioso della sua vittoria a Cadice. Arrivato a corte e osannato dal popolo, si presenta pieno di sé in attesa di onori e glorie. Qui però la regina Elisabetta I (Bette Davis) lo accoglie con freddezza. Davanti a suoi pari, come sir Walter Raleigh (Vincent Price), e alle dame della sovrana, come Lady Penelope Gray (Olivia de Havilland), Robert viene accusato pubblicamente dalla regnante di aver gestito la campagna militare in maniera troppo autonoma e soprattutto dallo spirito troppo ambizioso.

In realtà, tra Robert ed Elisabetta ardono amore e passione: amore che non conosce pace, per via dell’orgoglio di entrambi e la forte ambizione di Devereux.

Il conte di EssexQuesti, infatti, ritiene di poter essere un buon sovrano per l’Inghilterra. Possiede natali più nobili di quelli della regina:

«Ho origini più pure di Elisabetta: i conti miei antenati erano accanto al ceppo con re Giovanni»

Ha compiuto imprese militari nobili e di successo e, inoltre, le guerre che si combattono, come quella con la Spagna, sono talmente

«sciocche e femminili che solo una donna poteva intraprendere».

Sono fuori discussione, però, i suoi sentimenti verso Elisabetta. Dice infatti durante la pellicola

«Io la amo. La odio. Io la adoro»

Il conte di Essex

La sovrana, invece, è combattuta dal fatto che, per quanto ami Robert, non può permettere che un suddito la eclissi.Più volte i due litigano e più volte si riappacificano, creando le ire di alcuni cortigiani.

Quando Robert parte per l’Irlanda, per ordine della regina, per calmare una rivolta, i due si scrivono, ma le lettere vengono intercettate dai cortigiani invidiosi e da Penelope, gelosa di Elisabetta. Questi, in collaborazione, scambiano lettere profonde, amorose e di richiesta con frasi banali e di circostanza. Persa la guerra, il conte di Essex torna in Inghilterra più furioso che mai e, adirato con colei che l’ha abbandonato nel momento del bisogno, decide, con una parte dell’esercito a lui fedele, di marciare verso palazzo reale e prendersi il trono con la forza. Elisabetta dovrà prendere una decisione.

Una pellicola d’effetto per gli amanti dei film romantici e in costume.

Due mostri sacri del cinema di allora uniscono le forze per coinvolgere il pubblico con le loro magnifche interpretazioni, in una storia che trae ispirazione dal dramma storico Elizabeth the Queen del 1930 di Maxwell Anderson. Ci sono mille curiosità, rese ormai note da tempo, su questo film. Una delle prime è che i due attori mal si sopportavano. La ligia Bette Davis aveva già una collaborazione alle spalle con Flynn ma, a causa del poco imepgno di questi nel preparare le parti, non aveva avuto un buon riscontro con lui.

Il loro amore-odio nella pellicola è quasi parodistico. Se nella vita di tutti i giorni Elisabetta doveva far vedere di trattare Robert come tutti gli altri, ma segretamente lo amava; l’altra Elisabetta (Bette) doveva rispettare il collega Errol come tutti, ma segretamente non lo sopportava.

Vediamo anche altri due mostri sacri del cinema a fare da contorno, come Olivia de Havilland e Vincent Price.

La prima si mostra in una veste capricciosa, testarda e soprattutto molto decisa: fa strano sapere che quello stesso anno sarà la dolce e mite Melania in Via col vento. Price invece è giovane, alla sua seconda pellicola con poche battute.

Il conte di Essex

L’attenzione però è rivolta quasi tutta a lei: Elisabetta, sia personaggio che attrice

Bette Davis dà voce ad una sovrana tormentata. È tormentata dal suo ruolo di regina. Lei è su quel trono “in nome di Dio” e, per lo stesso, deve proteggere l’Inghilterra, suo unico e autentico figlio. È tormentata dalla sua età. La distanza tra lei e Devereux la rende insicura: da citare la scena delle ballate, dove lei, presa da un attacco di repulsione verso se stessa, rompe gli specchi e ordina di farli sparire.

Il conte di Essex

È tormentata dall’amore, che non è come lo vorrebbe lei. Il fatto che Robert preferisca la sua ambizione a lei, crea nella sovrana una morsa nel cuore: ci ricorda che la regina è pur sempre una donna e ci mostra il dolore nell’offesa di una situazione del genere. Lei, però, crede nell’amore: lascia parlare la damigella Margaret del suo innamorato, sorride con lei e piange per lei quando questi cade in battaglia, sapendo quanto soffrirà «Povera ragazza. Povera ragazza» dice durante l’accaduto). Ed è proprio questa “fede” nell’amore che la porta a distruggersi definitivamente quanto Robert marcia verso Londra.

Il conte di Essex

Un film che dimostra un’effettiva prova d’attrice, in un contesto da sempre circondato da storie d’amore tormentate.

 

3 motivi per vedere il film:

– Bette Davis, con le sue ire e le sue lacrime

– I costumi di Orry-Kelly

– Olvia de Havilland, in una parte dispettosa e pentita

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Quando vedere il film:
Quando si cerca una storia d’amore in costume con una protagonista storica; e capace di farci supporre e sognare qualcosa che non sapremo mai, come appunto un amore tormentato della grande regina inglese.

 

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Francesco Fario

Attore e regista teatrale, si laurea in Lettere Moderne a La Sapienza per la triennale, poi alla magistrale a TorVergata in Editoria e Giornalismo. Dopo il mondo del Cinema e del Teatro, adora leggere e scrivere: un pigro saccentone, insomma! Con Culturamente, ha creato la rubrica podcast "Backstage"

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