“Gli uomini d’oro”, con la regia di Vincenzo Alfieri, è un film tratto da un fatto vero di cronaca trasformato in un thriller.
Se vi chiedessero di andare a vedere un film con Edoardo Leo, Fabio De Luigi e Giampaolo Morelli, pensereste subito che si tratti di una commedia. Questa volta non è così, bensì tutto il contrario.
In questo film gli attori, i tre “uomini d’oro”, danno prova di essere davvero in gamba e di talento, non degli attori capaci solo nelle commedie.
Le loro interpretazioni sono state magistrali, in particolare quelle di Edoardo Leo e Fabio De Luigi. Di solito siamo abituati a vedere questi attori in una veste comica, per cui quando interpretano un ruolo più serio, potrebbero suscitare un po’ di ilarità. Così non è stato per i due attori, che hanno saputo interpretare i loro personaggi con serietà, dimostrando tutta la loro capacità attoriale.
Per alcuni versi il film “Gli uomini d’oro” potrebbe sembrare un noir comico, specialmente all’inizio può sembrare quasi una commedia.
Personalmente penso che ciò che ha dato un aspetto comico al film sia stata la parlata napoletana di Meloni e del suo conterraneo, che gli ha fatto da spalla nella rapina.
Nell’immaginario comune il dialetto napoletano viene associato alla comicità, dato che la scuola napoletana di recitazione ha fatto storia. In particolare dal secolo scorso, grazie al cinema e alla TV, da Edoardo e Peppino De Filippo a Totò fino ad Alessandro Siani.
Quando, durante la conferenza stampa, è stato chiesto al regista Vincenzo Alfieri come categorizzerebbe il film, egli ha risposto che questo non si può incasellare in un genere specifico; è come uno di quei ‘film americani’ che possono anche far ridere senza essere una commedia.
Alla fine della sua spiegazione e della sua motivazione, dopo aver lasciato intendere di non apprezzare l’abitudine della cinematografia italiana di etichettare tutto con schemi rigidi, lo ha definito semplicemente un crime.
In effetti si percepisce fin dall’inizio che questo non è il classico film ‘all’italiana’ degli ultimi anni. L’inizio può trarre in inganno ma c’è già qualcosa che lascia presagire che il film prenderà una piega inaspettata.
Come ha detto Vincenzo Alfieri, “Gli uomini d’oro” è un film esteticamente bello ed io sono assolutamente d’accordo!
Guai a chi si azzardi a dargli torto. La fotografia è spettacolare, moderna e molto all’avanguardia; la sceneggiatura molto bella e curata. Le musiche e la scelta di alcuni brani degli anni ’80 sono perfette.
È raro vedere in un film italiano un lavoro simile di montaggio scene, audio e fotografia!
“Gli uomini d’oro” non è un film, è un capolavoro della cinematografia italiana: appagante, stupefacente, colmo di suspense e ricco del talento di ognuna delle persone che ci hanno lavorato, davanti e dietro le telecamere.
Questo film fa ben sperare sul futuro del cinema italiano e a me ha fatto sperare molto anche sulla morte dei lungometraggi italiani di bassissimo livello.
Incrocio le dita per il futuro di Vincenzo Alfieri e la sua squadra, e gli auguro “cento di questi film” (semicit.).
Ambra Martino