Ambientata quasi ai piedi della Mole Antonelliana il Torino Film Festival (TFF) regala agli appassionati una immersione totale nella celluloide virtuale.
Cineasti, curiosi, cinefili e l’immancabile pubblico da 37 edizioni affollano il capoluogo piemontese.
Storia
Nato nel 1981 dall’idea dell’assessore alla Gioventù del comune di Torino, Fiorenzo Alfieri, con il nome di Festival Cinema Giovani, la kermesse si pone da subito l’obiettivo di dar vita ad una manifestazione cinematografica, dedicata al cinema dei giovani e degli esordienti, con cadenza annuale. Un modo innovativo per farsi più prossimi ai giovani e creare un ponte comunicativo attraverso il cinema e l’audiovisivo.
Nel 1982 si tenne la prima edizione del Festival Cinema Giovani. La rassegna si muove con l’intento di indagare sulle forme innovative, periferiche e sperimentali del cinema internazionale: un cinema giovane che si discosta sempre più da forme e meccanismi radicati nel tempo all’interno della filiera cinematografica. Obiettivo questo che porta il TFF ad accogliere, sin dalla sua prima edizione, la vasta gamma di nuove modalità espressive.
Ciò che distingue questo festival dagli altri è sicuramente il connubio cinema-città. Il festival, sebbene nasca con l’intento di avvicinarsi ai giovani e dare voce al loro desiderio di espressione attraverso le nuove tecnologie, ha da sempre un’altra ragion d’essere: l’interesse culturale verso la settima arte, latente nella capitale piemontese.
Sempre più attento al cambiamento fluido della società contemporanea e dei giovani, per qualche anno il festival bilancia il proprio interesse tra temi cinematografici e temi sociologici. Il binomio antropologia – cinefilia militante caratterizza, dunque, i primi anni del Festival. L’aspetto antropologico inizia a scemare sotto la direzione di Alberto Barbera nel 1989, ponendo un maggiore focus sull’innovazione tecnologica nella filiera cinematografica.
Il programma del festival si compone di cinema d’autore, cinema di genere, panoramiche su cinematografie straniere e produzioni video. Alle nuove proposte si affianca anche una serie di retrospettive, con l’obiettivo di puntare i riflettori su opere cinematografiche in passato indebitamente trascurate.
Ben presto il Festival del cinema di Torino acquisisce prestigio e respiro internazionale mettendosi dietro il Festival di Venezia in termini di rilievo.
L’impostazione iniziale un po’ d’avant garde e un po’ contro corrente inizia a subire qualche cambiamento a partire dal 1986. La rassegna diviene competitiva in alcune sezioni.
Le ripartizioni “Opere prime” e “Film su tematiche giovanili” vengono unificate in un’unica articolazione che prende il nome di “Concorso lungometraggi“.
Sono introdotti i premi nella sezione “Spazio aperto”, che ospita le opere realizzate senza distinzione di genere, formato e durata.
Nel 1987 viene creato un concorso internazionale di cortometraggi e nel 1990 scompare definitivamente la sezione “Spazio aperto” che in qualche modo viene “riciclato” in due nuove sezioni: Spazio Italia, concorso per corto e mediometraggi italiani e Spazio Torino, sezione regionale che mantiene i caratteri originali di Spazio aperto limitando però l’accesso alle sole produzioni video piemontesi.
Gli Anni Novanta
Gli anni Novanta consacrano il Festival sul palcoscenico internazionale. Dal 1995 il festival assegna il premio Cipputi al miglior film sul mondo del lavoro.
Nel 1997 anche la rassegna torinese cambia nome da Festival Cinema giovani a Torino film festival (TFF). Un passaggio importante, che segna l’ingresso in una dimensione più internazionale, abbandonando il percorso iniziale che lo collocava in un contesto di nicchia, dal sapore urbano.
Sul finire della 24° edizione del festival il destino della manifestazione si fa incerto a causa di scontri tra le istituzioni torinesi e l’Associazione cinema giovani, presieduta da Gianni Rondolino, a seguito delle dimissioni, poi ritirate, di cinque soci dell’Associazione, tra cui Alberto Barbera e Steve Della Casa. Polemica accresciuta con la nomina e poi rinuncia a direttore generico del festival di Torino del regista Nanni Moretti. L’astio si placa a seguito di un accordo sottoscritto dall’Associazione cinema giovani, dal Museo nazionale del cinema e dalla Città di Torino e con le conseguenti dimissioni di Rondolino dalla presidenza dell’Associazione. Da qui in poi il TFF è organizzato dal Museo Nazionale del Cinema.
Nel 2007 Nanni Moretti ha nuovamente ricevuto la richiesta di dirigere il Festival, accettando l’incarico per poi rinunciarvi nuovamente alla fine della 26° edizione, per potersi dedicare alla realizzazione di un nuovo film: Habemus Papam.
Come per la Mostra del Cinema di Venezia anche per il Torino Film Festival giunto alla sua 38° edizione si adegua alle esigenze dettate dal Covid-19 e si presenta rinnovata sia nella struttura che nella fruizione: per la prima volta, alla presenza in sala si affiancherà un programma online.
In un contesto sociale in cui si chiede distanza sociale e zero assembramenti, quindi, anche il Torino film Festival si presenta in scena sotto nuove vesti.
Da una parte l’estro creativo, dall’altra la società digitalizzata, il festival di Torino, in collaborazione con MyMovies, si fa più accessibile creando una sala virtuale di 500 posti. Uno spazio digitale dove si possono vedere tutti i film in concorso e dove si possono svolgere le masterclass, le conferenze stampa, le attività didattiche.
Un dato da non trascurare, soprattutto alla luce delle recenti battaglie per l’azzeramento del gender gap: quest’anno (2020) il TFF ha visto una giuria tutta al femminile!
I luoghi dove si svolge il TFF
Al pari della Mostra del Cinema di Venezia, anche il Torino Film Festival si svolge in diversi luoghi dislocati nella città:
- Mole Antonelliana;
- Cinema Massimo;
- Cinema Ambrosio;
- Cinema Classico;
- Film Commission;
- Sale di comunità ACEC;
- Accademia Albertina;
- Museo del Risorgimento;
- Fondazione per la scuola;
- Laboratorio xké;
- Galleria MUSA;
- Le roi dancing;
- Villa d’Agliè.
I Film da non perdere del Torino Film festival
- I ribelli del dio neon, di Tsai Ming-liang (1993);
- Il volo dell’ape, di Jamshed Usmonov e Min Biong Hun (1998);
- Marana Simhasanam, di Murali Nair (1999);
- George Washington, di David Gordon Green (2000);
- Mein Stern, di Valeska Grisebach (2001);
- Satin rouge, di Raja Amari (2002);
- La fin du règne animal, di Joël Brisse (2003);
- Los muertos, di Lisandro Alonso (2004);
- Odgrobadogroba – Di tomba in tomba, di Jan Cvitkovič (2005);
- Utsukushiki tennen , di Takushi Tsubokawa (2005);
- Honor de Cavalleria, di Albert Serra (2006);
- Garage, di Leonard Abrahamson (2007);
- Tony Manero, di Pablo Larraín (2008);
- La bocca del lupo, di Pietro Marcello (2009);
- Un gelido inverno, di Debra Granik (2010);
- Á Annan Veg, di Hafsteinn Gunnar Sigurdsson (2011);
- Shell, di Scott Graham (2012);
- Club Sandwich, di Fernando Eimbcke (2013);
- Mange tes morts, di Jean-Charles Hue (2014);
- Keeper, di Guillaume Senez (2015);
- Juan zeng zhe, di Qiwu Zang (2016);
- Don’t Forget Me, di Ram Nehari (2017);
- Wildlife, di Paul Dano (2018);
- Hvítur, hvítur dagur, di Hlynur Pálmason (2020)
Sezioni del Festival
- Torino 38: concorso Internazionale aperto a Lungometraggi e Documentari;
- Festa mobile: non competitiva, nella quale viene presentata la produzione più interessante dell’anno in corso;
- AfterHours: non competitiva e dedicata a film di genere: horror, fantascienza, noir, midnight movies, autori “notturni”, film di serie B;
- Onde: uno spazio non competitivo dedicato alle opere innovative e sperimentali del cinema mondiale, in qualsiasi formato e supporto;
- TFFdoc: dedicata ai documentari, comprende proiezioni speciali fuori concorso e al suo interno due concorsi, quello internazionale e quello italiano;
- Italiana.corti: Concorso cortometraggi italiani;
- Omaggi e Retrospettive;
- Programmi Speciali.
Premi ufficiali del TFF
- Miglior Film
- Miglior Attore
- Miglior Attrice
- Miglior Sceneggiatura
- Premio del Pubblico
- Miglior film per Internazionale.doc
- Premio Speciale della giuria per Internazionale.doc
- Miglior film per Italiana.doc
- Premio Speciale della giuria per Italiana.doc
- Premio il Miglior cortometraggio
- Premio Speciale della giuria
- Premio Fipresci, per il miglior film
- Premio Cipputi, per il miglior film nel mondo del lavoro
- Premio Cinema d’Acqua, per il miglior film
- Premio Torino Factory.
Le nostre recensioni dal 2016 al 2019
Siamo giunti alla fine del nostro approfondimento: è arrivato il momento di lasciarsi ispirare dalle nostre recensioni, festival dopo festival. Eccole qui:
Angela Patalano