Colazione da Tiffany: siamo tutti un po’ Holly Golightly

Colazione da Tiffany recensione film

Titolo originale: Breakfast at Tiffany’s

Regia: Blake Edwards

Sceneggiatura: George Axelrod

Cast principale:  Audrey Hepburn e George Peppard

Nazione: U.S.A.

Se io trovassi un posto a questo mondo che mi facesse sentire come da Tiffany, comprerei i mobili e darei al gatto un nome!

Sessant’anni fa, “Colazione da Tiffany” ha debuttato nelle sale cinematografiche davanti a un mare di pubblico desideroso. 

Basata sul romanzo di Truman Capote e diretta da Blake Edwards, la storia è interpretata dagli attori acclamati dalla critica Audrey Hepburn e George Peppard. Un vero e proprio gioiello classico, che mostra come la bravura di Audrey Hepburn sia ancora oggi stimabile e inimitabile.

La storia di Holly

Tutto ruota attorno alla vita di un’eccentrica socialite di Manhattan, Holly Golightly (Hepburn), la trama aggiunge complessità ai suoi mezzi di sopravvivenza sbarazzini e spiritosi. Sebbene il film sia interpretato all’interno delle norme e dei costumi sociali del 20° secolo, i dilemmi di Holly rimangono senza tempo come sempre, instillando un senso di familiarità nel pubblico moderno.

L’energia instancabile di Holly in mezzo al trambusto delle feste piene di alcol sembra ritrarre uno stile di vita frivolo, ma il pubblico presto assiste al dolore e al peso nascosti sotto l’apparenza superficiale. 

In una scena particolarmente commovente, Holly, seduta sul suo balcone in un abito modesto, strimpella la chitarra e canta  la splendida “Moon River” in una melodia morbida. Un momento che rivela una protagonista diversa di cui non sapevamo l’esistenza, una ragazza di campagna che fa tutto il possibile per fornire una casa a suo fratello e a sé stessa.

Identificando perplessità e paura, come i “rossi meschini”, la sua unica cura è guardare le lussuose esposizioni di Tiffany and Co., un luogo che esclude tutto dalla “realtà”. In quel momento, la disperazione filtra attraverso gli schermi di vetro anche sessant’anni dopo, tirando le corde del cuore del pubblico. 

La voglia di libertà

Immergendosi più a fondo nel personaggio di Holly, è evidente che la sua infatuazione per la lotta per la “libertà”, in realtà si contrasta e instilla una percezione distorta dell’amore nella sua vita. 

A soli 14 anni iniziò la vita mondana di una donna sposata in campagna, ma presto fuggì per sfuggire ai limiti del conformismo. Dalla prima scena all’ultima, Holly ha tenuto fede alla convinzione che “le persone non appartengono alle persone”. 

Sebbene sia vera come affermazione in sé, le percezioni fuorvianti di Holly hanno plasmato questo motto nell’opposto, dove ironicamente si incarcera in una gabbia costruita dalla sua stessa mente e si rivolge all’indifferenza spietata invece che alla vera connessione. 

Con il passare dei decenni, le interpretazioni di “libertà” sono cambiate drasticamente, ma Holly rimarrà sempre una lungimirante le cui intenzioni apprezzavano l’indipendenza. Osservando impotente le sofferenze di Holly che si svolgono a causa della sua errata interpretazione, il pubblico impara a non commettere mai lo stesso errore nella propria vita. 

Perché Colazione da Tiffany è un film memorabile

Complessivamente, la laboriosità e l’abilità artistica di “Colazione da Tiffany” conferiscono indubbiamente al film un posto tra i più memorabili del 20° secolo. 

Mentre ogni secondo del film si dipana, il pubblico rievoca un ricordo non vissuto, entrando in un’opera d’arte che proietterebbe il suo segno nella storia. 

Sia che l’intento dello spettatore sia quello di divertirsi in una commedia spensierata o di riflettere su alcuni dei dilemmi filosofici alla base della società, questo classico senza tempo non è all’altezza di nessuna delle due categorie. 

Anche se numerose donne hanno affermato di essere l’ispirazione dietro la storia di Capote nel corso degli anni, ognuna è stata più sconcertante dell’altra. Sebbene nessuno tra i vivi possa approfondire questa verità, è nei poteri di questa produzione del 1961 consolidare un fatto: alcuni film possono invecchiare anche meglio del buon vino.

3 motivi per guardare il film:

  • Audrey Hepburn in uno dei suoi film gioiello
  • La colonna sonora che ha vinto anche, all’epoca, un Grammy Awards
  • L’atmosfera poetica della New York degli anni ’60

Quando guardare il film:

In una domenica d’estate, magari all’aperto, con un bel proiettore e tanti amici con cui condividere la bellezza.

Ilaria Scognamiglio

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IL VOTO DEL PUSHER
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Appassionata di cinema, social media manager, lettrice accanita.

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