La mostra fotografica “La memoria delle stazioni” è visitabile all’Auditorium Parco della Musica dal 16 Settembre al 1 Novembre, realizzata dall’Archivio Luce, in collaborazione con Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane e con il contributo della fotografa Anna Di Prospero.
Le foto di Anna Di Prospero
Le stazioni e i treni sono gli elementi della nostra quotidianità che sono stati molte volte personaggi secondari importanti di libri film, canzoni e molto altro. Stavolta sono loro le protagoniste e di una mostra mostra fotografica, per di più.
In questa mostra sono presenti le foto di Anna Di Prospero, che è la prima donna a far parte degli autori dell’archivio Luce, in 100 anni di storia dell’azienda.
Sono state scelte otto stazioni per questa mostra, con le relative fotografie tratte dagli archivi Luce. Cento anni di storia in cui sono state sfondo e luogo di passaggio, sosta e scambio.
Le stazioni sono Milano Centrale, Bologna Centrale, Trieste Centrale, Venezia Santa Lucia, Firenze Santa Maria Novella, Roma Termini, Napoli Centrale e Messina Centrale.
Dalle foto vediamo momenti importanti della storia del nostro Paese: il ventennio fascista e l’attentato alla stazione di Bologna del 1980. Da tutte le altre osserviamo come la moda, le abitudini e la fisionomia degli italiani, siano cambiati nel corso degli anni.
Guardandole mi sono chiesta che fine abbia fatto l’eleganza dell’abbigliamento degli anni ’60.
Per ogni stazione un autore o un’autrice ha scritto una storia, contenuta nel libro della mostra “La Memoria delle stazioni”, e di cui qualche frammento è stampato sulle pareti. Gli autori sono Mauro Covacich per Trieste, Tiziano Scarpa per Venezia, Gaia Manzini per Milano. E poi Enrico Brizzi per Bologna, Sandro Veronesi per Firenze, Melania Mazzucco per Roma, Valeria Parrella per Napoli e Nadia Terranova per Messina.
Le stazioni sono luoghi che chiunque ha frequentato, poco o spesso e per ragioni diverse. Spesso la gente non si ferma a osservarle e nessuno vi è affezionato come può esserlo ad un monumento, un museo o una città.
Ci sono però le eccezioni che le mettono al centro delle loro opere. Come Murakami che ha scritto un romanzo, L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio, il cui protagonista è un ingegnere ferroviario che va sempre a vedere treni partire e arrivare nelle stazioni per pensare o rilassarsi.
Oppure Agatha Christie con il suo storico romanzo, riadattato più volte in pellicole cinematografiche, Assassinio sull’Orient Express, o David Leicht con Bullet Train.
Così come per Anna Di Prospero nel suo progetto fotografico esposto nella mostra La memoria delle stazioni.
Di Prospero ha scelto dei posti delle stazioni, su cui (far) focalizzare lo sguardo, che non sono quasi mai visti dai viaggiatori.
La scelta, ha spiegato, è stata influenzata anche da altre testimonianze social delle persone che, come lei, si sono fermate a dare importanza a uno scorcio di questi crocevia di treni.
L’autrice si è ritratta in ogni foto nella sua divisa artistica, composta da un vestito rosso e piedi scalzi. Il viso è sempre coperto o nascosto, sia per scindere la sua identità privata da quella lavorativa, sia per permettere allo spettatore di immedesimarsi totalmente nella fotografia.
Mentre lo racconta, si vede nei suoi occhi l’emozione e l’entusiasmo di chi nella sua arte e mestiere mette tutta se stessa.
La luce è protagonista. Colpisce l’uso e la ricerca di essa che ne è stato fatto poiché aggiunge valore ai frammenti di stazione inquadrati.
Non c’è una ragione per non vedere una mostra fotografica, ognuna ci arricchisce a modo proprio.
La memoria delle stazioni in particolare, per l’abbondanza delle testimonianze dell’archivio Luce, impreziosita dagli scatti di Anna Di Prospero.
Della mostra mi hanno colpito due foto: quella con i cuscini sotto la tettoia di Venezia Santa Lucia e la foto con il terreno coltivato nel piazzale di fronte la stazione di Firenze Santa Maria Novella. Tra le foto di Di Prospero le mie preferite sono la foto sul tetto della stazione di Napoli Centrale, quella sulla fontana di Roma Termini, lo scatto vicino alle statue a Firenze e la foto di fronte lo specchio nella stazione di Trieste Centrale.
Ambra Martino