È inutile negarlo: ambientare una narrazione letteraria o filmica su un treno, è sempre affascinante. Mentre il mondo all’esterno schizza a grande velocità, all’interno dei vagoni viene a crearsi un microcosmo dalle dinamiche proprie e, quello che potrebbe sembrare un semplice mezzo di trasporto, si trasforma in qualcos’altro. Uno spettatore nemmeno troppo silenzioso delle storie dei suoi numerosi passeggeri che, nella condivisione dell’attesta di giungere a destinazione, finiranno inevitabilmente per confrontarsi, ritrovandosi ai rispettivi capolinea un po’ cambiati rispetto alla partenza.
Ma in che cosa è diverso il nuovo film di David Leicht e qual è la ragione per il quale è un titolo che merita tutta la vostra attenzione? L’ex controfigura di Brad Pitt, ormai regista affermato dopo la buona direzione di Atomica Bionda e Deadpool 2, trae ispirazione dal romanzo I sette killer dello Shinkansen di Kōtarō Isaka, per portare sul grande schermo il suo personale e riuscitissimo mix tra azione e intrigo. Bullet Train si scopre essere il film perfetto per l’estate che, grazie a una narrativa totalmente sopra le righe, unisce i volti di numerose star di Hollywood ai colori del Giappone moderno.
Non c’è niente di facile in questo lavoro!
Ladybug (Brad Pitt) è un assassino in piena crisi esistenziale che dice di essere più determinato che mai a cambiare stile di vita. Niente più omicidi dunque, ma semplici scippi e furtarelli, proprio come la nuova missione affidatagli dal suo supervisore. L’obiettivo è salire sul treno più veloce del mondo, lungo la tratta Tokyo-Kyoto, per entrare in possesso di una misteriosa valigetta e scendere alla prima fermata utile.
Un compito che si rivelerà più complicato del previsto, dato che la valigetta è custodita da una coppia di sicari: Lemon (Bryan Tyree Henry) e Tangerine (Aaron Taylor-Johnson). I due fratelli killer, che tanto fratelli non sembrano, sono alle dipendenze del temuto criminale Morte Bianca al quale, una volta giunti al capolinea, dovranno consegnare sia il figlio (Logan Lerman) che la preziosa valigetta.
Ma la questione si fa ancora più complicata, dato che anche Yuichi Kimura (Andrew Koji) acquista un biglietto per salire sul treno, desideroso di eliminare l’apparentemente innocua Prince (Joey King), colpevole di aver gettato il figlioletto giù da un palazzo. Stazione dopo stazione, e una fermata mancata dopo l’altra per il nostro Ladybug, i passeggeri si renderanno conto che i loro destini sono più intrecciati di quanto pensassero.
Fortuna o sfortuna? Tutta questione di punti di vista!
Nonostante gli innumerevoli volti presenti sul treno, indubbiamente è Ladybug (nome in codice “coccinella“) a ricoprire il ruolo di protagonista della vicenda, ritrovando un Brad Pitt intento a divertirsi più che mai, ricordandoci le sue indubbie qualità da gran caratterista. Tra l’attore Premio Oscar per C’era una volta a.. Hollywood e il ravveduto sicario a bordo dello Shinkansen si percepisce in più di un occasione un filo conduttore tra mondo reale e finzione filmica. Recentemente Brad Pitt ha dichiarato di soffrire di prosopagnosia, un deficit cognitivo-percettivo che porta l’individuo a non riconoscere volti noti, ma all’interno del film il suo personaggio sottolinea in più di un’occasione di “essere bravo a ricordare le facce delle persone“. In secondo luogo, è impossibile dimenticare i tempi in cui Brad Pitt era incastrato nella figura del star sex symbol e di come, dopo Troy, abbia deciso di dare una sterzata decisiva alla sua carriera, selezionando quasi unicamente produzioni più autoriali e che ne esaltassero le doti attoriali. Allo stesso modo, Ladybug è deciso a iniziare una nuova vita meno sanguinolenta e più zen, certo che le sue “sfortune” siano dovute a uno stile di vita poco rispettoso del prossimo. Un tentativo di riequilibrare il karma in modo che possa essere più buono nei suoi confronti ma, come scopriremo durante il viaggio, spesso è sufficiente cambiare punto di vista.
Fortuna e sfortuna non sono altro che due facce della stessa medaglia che Ladybug fatica a riconoscere, imparando a farlo proprio durante la tratta Tokyo-Kyoto. Un viaggio collettivo che parte dalla stazione “Casualità” per arrivare al capolinea “Destino“, e anche se con il procedere della narrazione il quadro diventa sempre più artificioso per il volere dell’uomo che dall’ombra muove le fila del treno, scopriremo come anche l’azione più insignificante possa avere drastiche conseguenze.
Alla ricerca di Diesel
A rendere ulteriormente piacevole questo viaggio cinematografico di due ore, ci pensa anche la splendida coppia composta da Lemon e Tangerine, così come l’ingannevole Prince. Ogni personaggio è letale a suo modo, forte di un tratto distintivo unico che ne esalta la personalità. A questo proposito, è estremamente divertente seguire Lemon alla ricerca del Diesel che viaggia sul terno. Il killer interpreto da Brian Tyree Henry è infatti ossessionato dallo show per bambini Il trenino Thomas, associando le persone che incontra nella vita ai personaggi del suo cartone animato preferito, in base ai tratti personali. Parallelamente alla storie di vendetta individuale e al futuro della fantomatica valigetta, si delinea questa apparente innocua caccia al Diesel che ricorda costantemente l’obiettivo del film di Leicht: divertire, divertire e, ancora una volta, divertire.
E a conti fatti Bullet Train riesce perfettamente nell’intento, passando dalla commedia all’azione continuamente, tra eccellenti scambi verbali a sparatorie e combattimenti ben coreografati. Cosa che non stupisce dato che abbiamo alla guida uno dei creatori del fenomeno John Wick, di cui troviamo anche qui l’influenza nel delineamento di alcune personalità e l’innegabile valore delle scene action, coadiuvate da un montaggio intelligente che permette alla pellicola di sfrecciare a un ritmo indiavolato. Veloce come un proiettile, con giusto qualche breve fermata nelle stazioni intermedie che non appesantisce la visione, ma permette allo spettatore di riprendere fiato prima di un finale esplosivo, nel vero senso della parola!
Colorato, violento e schizzato, Bullet Train è indubbiamente uno dei titoli migliori di quest’estate cinematografica e non solo, che trova la sua dimensione nelle stessa settimana distributiva delle imperdibili pellicole autoriali di Cronenberg e Alex Garland: Crimes of the future e Men.
All’interno di uno dei simboli del Giappone, anche se girato interamente a Hollywood causa pandemia, il film di David Leicht è una mina vagante di citazioni e comparsate (se avete visto The Lost City impazzirete). Per certi versi, è l’incontro in salsa action-comedy tra Assassinio sull’Orient Express e Kill Bill, dove il sangue che scorre copioso e il divertimento è assicurato.
Michele Finardi