Un acceso pamphlet fa il punto sulla crisi dei migranti.
Siamo nel giugno 2018, quando, durante la crisi della nave Aquarius il ministro dell’Interno Matteo Salvini si pronuncia in termini di “pacchia” e “crociera” sulla crisi dei migranti. È allora che si leva l’indignazione di molti sui media. Inizia così l’impegno nella crisi dei migranti di Sandro Veronesi, che ci viene raccontato in questo libro uscito a fine 2018 per La Nave di Teseo.
Lettere e hashtag.
La prima mossa di Veronesi è una accorata lettera a Roberto Saviano, pubblicata sul Corriere della Sera e riprodotta a inizio libro (qui il testo integrale).
Da quando il Mediterraneo ospita la civiltà. Cioè da migliaia di anni, il naufrago in mare è sempre stato considerato sacro (…). È inaccettabile che questa regola venga sospesa oggi, con tanta leggerezza. Ma è proprio quello che sta succedendo.
Sull’onda del successo della lettera, viene fondato un gruppo, “Corpi” (con il relativo hashtag #corpi) per manifestare l’intenzione di “metterci il corpo” nella quesitone migranti. Ossia, dichiarare di essere pronti a imbarcarsi letteralmente. Michela Murgia, Paolo Virzì, Gabriele Muccino, Antonio Pennacchi sono fra questi volontari. Come scrivono loro stessi: “siamo scrittori, registi, editori, giornalisti, fumettisti, di diverso orientamento politico, uniti nell’intento di agire, subito, per difendere il nostro diritto a essere onesto, salvare e accogliere persone bisognose di aiuto, e verificare che i più elementari diritti umani siano rispettati”.
I taxi del mare, le ONG, Soros.
Veronesi si volge poi alle numerose critiche mosse alle ONG (bollate come “taxi del mare”) e a tutta una serie di slogan diventati frequenti nel dibattito politico. “Pagato da Soros. Gli Schiavi di Soros. Il complotto di Soros”. Ripercorre quindi le vicende legate alla figura di quest’uomo per indagare la fondatezza delle accuse – e si convince del contrario. Si interroga poi sulla dinamica che ha portato ai conflitti tra UE e le ONG e alla benzina che è stata gettata sul fuoco dei populisti e dei sovranisti d’Europa. Il filo conduttore è l’escalation della crisi, sempre più urgente.
Ci sono organizzazioni che difendono il mare dalla plastica, che difendono la flora e la fauna marina, ma una vera organizzazione che difenda i diritti umani nel mare non c’è. E nel nostro pianeta c’è molto mare che terra.
Un latrato disperato.
Agile, conciso, appassionato: il nuovo libro di Veronesi rimane impresso nel lettore. Il tema scottante e lo stile vivace, fatto di articoli, tweet, interviste, ci portano al cuore di una situazione critica che domina tuttora i media ogni giorno.
Il caso Diciotti. L’intervento della Chiesa per sbloccarlo (e dell’Irlanda). L’uomo che non conosce il mare indagato per sequestro di persona, sequestro di persona a scopo di coazione, arresto illegale, abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio. Il sistema australiano. La recrudescenza del razzismo. L’ONU che riconosce che nei campi libici i migranti vengono torturati, la guerra civile a Tripoli, i “cani selvaggi” addosso a Papa Francesco… Nel mezzo di tutto questo è arrivato anche il mio gran giorno, quello che è dato nella vita di ogni cane, e finalmente sono riuscito a salire a bordo di Open Arms.
Davide Massimo