Avevamo incontrato il professor Luca Serianni – icona della lingua italiana – a pochi giorni dalla pensione.
Il Capitano torna in scena al Piccolo Eliseo con tre lezioni su Dante, come ci aveva promesso nell’ultima intervista.
La prima ha avuto sede lo scorso 15 ottobre e si è concentrata sulle invettive dantesche, la seconda e la terza avranno luogo rispettivamente il 26 novembre e il 10 dicembre 2018, sempre alle 18.30 e si focalizzeranno sulle similitudini e sui personaggi femminili della Commedia.
Inizia dunque il viaggio nelle tre cantiche della Divina Commedia: Inferno, Purgatorio e Paradiso accolgono le invettive rivolte a persone, città e vizi, senza risparmiare nemmeno la bocca della tanto gentile e onesta Beatrice, che in prossimità dell’Empireo se la prende a sua volta contro gli uomini di Chiesa.
Ma cos’è l’invettiva per Dante?
Comprendiamo sin dai banchi di scuola che l’invettiva per Dante è un coltello dalla lama assai affilata per denunciare la dilagante corruzione che abita il mondo a lui noto e caro. Si parte con le lotte interne che stanno distruggendo Firenze, e quindi con le invettive contro le città toscane, si passa per il male che affligge tutto lo Stivale e si arriva fino a Costantino e alla sua figura provvidenziale come curatore dell’Impero, nel Paradiso ovviamente, per sottolineare l’impellenza del superamento di tale situazione per il Bel Paese.
L’avarizia è uno dei mali supremi per Dante e non è un caso se una delle tre fiere che vorrebbero ostacolare il suo cammino ultraterreno sia proprio la Lupa, simbolo della cupidigia per eccellenza.
L’avarizia è uno dei mali peggiori che può affliggere non solo lo Stato, ma anche e soprattutto la Chiesa. È importantissimo sottolineare che l’autore, pur avendo scritto il più grande poema cristiano della storia, è anche il primo a criticare gli atteggiamenti dei portavoce della Chiesa. Tutti i papi nella Divina Commedia fanno un brutta fine, a parte due secondari (Adriano V e Martino IV), che finiscono in Purgatorio. Lo stesso San Pietro sarà portavoce di un’invettiva contro Bonifacio VIII e, come si diceva, Beatrice sarà l’ultima ad aggredire la Chiesa, e nella fattispecie i monaci antoniani, che non si attengono al messaggio evangelico della povertà. Messaggio assolutamente imprescindibile nel Paradiso dantesco, come sottolineano i canti di San Francesco e San Domenico.
Ascoltare Luca Serianni è sempre un piacere. Ammetto che un’ora di approfondimento con lui potrebbe far smarrire nella selva oscura i non addetti ai lavori:
la sala era gremita e attenta, ma comunque composta per lo più da studenti o ex studenti (di tutte le età, me inclusa). Il professore è sempre molto chiaro nell’esposizione e non è un caso se molti suoi studenti tornano a sentirlo a teatro con piacere: ogni sua lezione era sempre uno “spettacolo”, passatemi il gioco di parole. Non sono mancati cenni alla storia della lingua italiana, ovviamente, sua materia prediletta, ma per lo più le lezioni che offre sono squisitamente letterarie, quindi tutti possono provare a parteciparvi.
Che dire, da non perdere assolutamente: peccato che sia a teatro e non televisione. Avrebbe dato senza dubbio del filo da torcere al tanto declamato Alberto Angela…
Alessia Pizzi
INFORMAZIONI:
Via Nazionale 183 – 00184 Roma
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Prenotazione obbligatoria a cultura@teatroeliseo.com
La Facoltà di Lettere saluta il suo Capitano: intervista a Luca Serianni