Piccoli Crimini Coniugali è una brillante commedia nera, scritta da Èric-Emmanuel Schmitt e portata in scena al Teatro Traiano di Civitavecchia da una eccezionale coppia d’attori, Michele Placido (che ne cura anche la regia) e Anna Bonaiuto.
Gilles e Lisa sono una coppia di mezza età. Lui brillante giallista, uomo colto ma caustico. Lei, di una bellezza disarmante, elegante nei modi e nelle parole, ha imparato a vivere all’ombra del marito, di cui è innamoratissima. Prendiamo dunque una coppia come tante, in un ménage consolidato.
Succede qualcosa, un banale incidente. Gilles cade dalle scale e perde la memoria. Il giorno in cui rientra a casa dall’ospedale, a Lisa spetta il delicato compito di aiutare il marito a ritrovare il bandolo della matassa. Una matassa di ricordi, brevi accenni (“la tua poltrona, lì” “aha, io scrivo in mezzo a tutto questo caos?”), sospiri. C’è una sottile aria di tensione ma non riusciamo a capire perché.
Chi è Lisa? Una moglie devota e spaventata. Il tempo che passa la spaventa, l’amore che prova per Gilles la spaventa, il timore che Gilles possa lasciarla per una donna più giovane la spaventa. Timori che Gilles non comprende, paure che Gilles non aiuta a smorzare.
Ci sono gli spettri di un tradimento, c’è una donna molto bella che soffre per il tempo che passa, che soffre per un marito che non riesce a colmare le distanze.

“Dovevamo saperlo che l’amore brucia la vita e fa volare il tempo“, scriveva Vincenzo Cardarelli.
E questo amore che brucia, divampa nel pomeriggio in cui Gilles torna a casa. E da quel momento, proprio nel ricercare un bandolo quasi scontato – chi sono?, Sei davvero mia moglie?, Quanti libri ho scritto? – si finisce per tornare indietro alla ricerca di cosa davvero successe il giorno dell’incidente. Un po’ come in uno dei gialli di Gilles, appunto.
L’amore è una strada tortuosa. Dovrebbe essere semplice e, puntualmente, non lo è mai. Piccoli Crimini Coniugali in questo è ferocemente diretto. Mancanza di comunicazione, incapacità di ascolto. Due persone che si amano, che si sono amate molto, e che ad un certo punto si assuefanno l’uno all’altra, fino a fingere di non vedere, di non sapere. Finché le perfette scale di vetro che per molti anni hanno accolto i passi, si incrinano e cedono.
Così, Gilles e Lisa assistono impotenti al precipitare del loro matrimonio, come bestie ferite pronte a ricusarsi a vicenda quei passi falsi di cui sono stati entrambi responsabili. Per la prima volta costretti a guardarsi negli occhi e a mettere il proprio cuore ciascuno nelle mani dell’altro.
Michele Placido cura una regia impeccabile. Altrettanto impeccabile è la sua interpretazione. Ma è Anna e la sua Lisa, portata in scena con tenera e caparbia rabbiosità, a fare colpo. Perché la sua Lisa, mai troppo sopra le righe, ma troppo sotto le righe, è la donna che forse – se non oggi domani – alberga in tutte noi. La paura del tempo che passa, la paura di non piacere e piacersi più. Tutto questo Lisa non sa come gestirlo, complice anche un marito che non l’aiuta a capire. Le sue titubanze diventano le nostre. Nei suoi magoni riconosciamo i nostri.
Piccoli Crimini Coniugali mette in piazza la grande crisi. Senza fronzoli. Con qualche risatina amara e un po’ di sgomento. Pure, non impedisce la tenerezza. La stessa tenerezza che, sul palco, vaga attraverso la voce struggente di Ornella Vanoni. La tenerezza di riuscire a guardarsi negli occhi, finalmente scevri da anni di vizi e di mancanze. E riconoscersi. Come una nuova prima volta.
Ma esiste felicità che nuvole non tema?
Tu potresti ingannarmi ed io non saperlo.
William Shakespeare
Chiara Amati
Cosa abbiamo abbiamo visto quest’anno al Teatro Traiano di Civitavecchia?
- Le signorine
- Miseria e Nobilità
- Colpo di scena
Colpo di Scena: Carlo Buccirosso e il giallo che non ti aspetti