Le Signorine: una solitudine condivisa

Le Signorine è stato lo spettacolo che ha inaugurato la grande stagione 2018/19 del Teatro Traiano. Commedia agrodolce, per la regia di Pierpaolo Sepe, portata in scena da due attrici la cui bravura sembra rinnovarsi ad ogni performance. Parliamo dell’inarrivabile Giuliana De Sio e della magistrale Isa Danieli.

Napoli, giorni nostri: due sorelle, Rosaria e Addolorata, ormai in età con gli anni, condividono casa e negozio, affanni e rimpianti di una vita spesa senza essere goduta. Entrambe portano i segni indelebili della poliomielite, entrambe sono ormai scese a patti con una quotidianità fatta di giornate tutte uguali, tv accesa su programmi di intrattenimento, soap opera, canali semisconosciuti dove sedicenti maghi predicono il futuro leggendo le carte.

 

E’ una quotidianità che fagocita ben presto ogni altra cosa, dove ben pochi fatti di spessore aggiungono qualcosa di nuovo, qualcosa di cui sparlare: una telefonata da parte degli zii, l’annuncio di un matrimonio inaspettato, l’invito ad una festa.

Sono, soprattutto, i battibecchi tra le due a fare da contraltare a questa esistenza ormai priva di mordente. Perché le due “signorine”, che per tutta la vita hanno lavorato entrambe nel loro piccolo negozio di merceria, hanno anche saputo accumulare un piccolo patrimonio. Di cui, però, la sorella maggiore, Rosaria (la bravissima Isa Danieli), non vuole disporre. Una vita, dunque, dedita alla più assoluta parsimonia. A tutto questo, però, Addolorata (una intensa Giuliana De Sio) non vuole più stare. E comincia, allora, un duetto fatto di piccole ripicche, battibecchi laceranti, testa a testa che, inevitabilmente, vedono vincere quasi sempre Rosaria. Finché, un brutto giorno succede qualcosa. Qualcosa che finisce per destabilizzare questo rapporto che, nel bene e nel male, era riuscito a trovare una propria dimensione. Una propria ragione di vita.

 

 

Sarà capitato a tutti di conoscere due “signorine” così. Hanno trascorso tutta una vita insieme, non si sono sposate, non hanno nessuno se non qualche nipote lontano. E zii, anche loro avanti con gli anni, che ogni tanto telefonano. Sempre vestite uguali, sempre insieme. Compaiono ai matrimoni con l’unico vestito buono che possiedono, il loro regalo è la classica cornice che verrà scartata e vista e apprezzata una sola volta.

E ci si chiede, vedendole, se dietro quelle battute acide che si rimpallano a vicenda, ci sia un po’ di affetto. Qualche momento di tenerezza. Una risata che precede di pochissimo la lite subito dietro l’angolo. Si litiga per i soldi, che ci sono ma non si toccano. Per la televisione che Addolorata guarda sempre in camera sua, desiderando, sognando, che qualcosa cambi. Che si presenti qualcuno alla porta. Si discute per la cena, per il pranzo, per la luce, per i vestiti. Per il regalo di matrimonio su cui Rosaria più di cinquanta euro non vuole spendere. Si passa la voce da una stanza all’altra. Si sbattono queste porte, mentre dietro si mugugna ancora qualche battuta.

Cosa dire sulle due eccezionali interpreti di questa commedia dolceamara? Giuliana De Sio è impeccabile. Misurata, mai sopra le righe. In continuo equilibrio tra l’assecondare controvoglia la sorella e scatti di ribellione alla stessa che non producono mai l’effetto sperato. Isa Danieli riesce a dosare in modo eccelso la forte tempra di Rosaria, tanto da riuscire a dare vita ad un personaggio che, già difficile di suo, non risulta mai – fortunatamente – sopra le righe.

Le Signorine resta un spettacolo eccezionale, un amaro spaccato contemporaneo di vissuto anonimo, la pantomima di una intera esistenza che ci conduce, in poco più di un’ora e mezza, ad un epilogo sconcertante. Un epilogo di quelli che a volte capita di leggere sul giornale. Non certo in prima pagina, però. Occupa di solito un piccolo trafiletto nella cronaca locale.

 

Chiara Amati

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