Con la tanto attesa ordinanza sugli esami di stato 2020 del Miur sono state finalmente chiarite le modalità di svolgimento della maturità.
A poco più di un mese dall’inizio degli esami di maturità 2020, è stata finalmente pubblicata la bozza dell’ordinanza con tutte le indicazioni sul loro svolgimento.
L’emergenza causata dalla pandemia di coronavirus, ha bloccato ormai da più di due mesi l’attività didattica in presenza. Studenti e insegnanti sono stati costretti a spostarsi dai banchi e dalle cattedre di scuola alle scrivanie e ai tavoli di casa. La didattica a distanza ha sicuramente portato alla luce alcuni problemi che affliggono la scuola italiana da ormai troppo tempo, come ci ha raccontato qualche giorno fa la prof.ssa Daniela Di Donato. Ci sono degli aspetti positivi, ma è altrettanto vero che il rapporto tra docenti e alunni è stato messo a dura prova.
Il contatto umano, la relazione in presenza, sono delle componenti fondamentali nel processo di apprendimento, soprattutto in determinate età e/o in alcune circostanze. Nessun computer potrà mai sostituirle.
Nonostante tutti i problemi, sta di fatto che la linea che il Ministero ha cercato di seguire è stata quella della ricerca della “normalità”. Ed è esattamente questo che si è cercato di fare anche per la conclusione di questo anno scolastico.
Maturità 2020: le materie dell’orale
Si sa ormai da tempo che l’esame di stato 2020 avrà inizio alle 08:30 del 17 giugno.
La data è rimasta la stessa decretata prima dell’inizio della pandemia di Covid-19. Cambia, però, la modalità d’esame. Non ci saranno più le prove scritte, ma solo un colloquio orale che lo studente dovrà sostenere davanti a una commissione composta da 6 membri interni e da un presidente esterno. La circolare del ministero prevede che l’esame si svolga in presenza prendendo tutte le dovute misure di sicurezza. Questo ammesso che le condizioni epidemiologiche continuino a migliorare.
Le materie che si discuteranno all’esame sono quelle d’indirizzo, la letteratura italiana e quelle discipline scelte dal consiglio di classe.
Maturità 2020, l’orale e il suo svolgimento
Il colloquio orale dell’esame di stato dovrà avere la durata massima di un’ora.
Durante questi 60 minuti, gli studenti dovranno dimostrare alla commissione di aver appreso quelle competenze che solitamente si verificano con le prove scritte. Infatti, è richiesto agli alunni di partire da un elaborato di loro produzione sulle discipline di indirizzo, normalmente oggetto della seconda prova scritta. L’argomento dell’elaborato deve essere assegnato dai docenti di queste materie entro il 1 giugno 2020 e va consegnato dagli alunni alla commissione entro il 13 giugno. Gli studenti dei licei musicali o coreutici devono prepararsi anche una parte performativa a loro scelta della durata massima di 10 minuti.
La prima prova scritta, invece, si fa spazio nel colloquio orale nelle vesti della tipologia A, l’analisi testuale, non proprio tra le scelte preferite dagli studenti. Una parte dell’esame di maturità del 2020, infatti, prevede il commento di un brano letterario oggetto di studio durante l’anno scolastico. Per verificare la conoscenza della letteratura italiana si parte dai testi. È un’intuizione importante: troppo spesso si riduce la conoscenza delle grandi opere scritte a pure nozioni mnemoniche che servono a poco e nulla a livello d’educazione. La letteratura vive delle parole scritte dai grande autori. Si deve fare sui testi, non sulle date di vita, di morte e di pubblicazione.
Lo studente deve presentare anche un elaborato multimediale sulla propria esperienza dell’alternanza scuola/lavoro e dimostrare le sue conoscenze in merito agli argomenti di “Cittadinanza e Costituzione”.
Esame maturità 2020: buste no, ma il materiale sì
Si arriva poi alla nota dolente dell’esame: l’analisi del materiale scelto dalla commissione. Questa analisi avrebbe costituito la parte fondamentale del colloquio orale se la pandemia non fosse mai scoppiata. In pratica, pur avendo eliminato l’estrazione della lotter… – ehm – delle buste, rimane il principio di base. Il candidato deve dimostrare di saper fare collegamenti interdisciplinari partendo da una suggestione scelta dalla commissione d’esame. Questa suggestione può essere (citiamo testualmente dall’ordinanza):
un testo, un documento, un’esperienza, un progetto, un problema.
Il tutto, ovviamente, basato sul percorso svolto.
Esami di maturità 2020: la tesina non era meglio?
Con la maturità 2020, la tesina sembra andare definitivamente in pensione.
È una scelta alquanto discutibile. È vero che i programmi sono sempre gli stessi e che sono ormai anni che gli studenti presentano sempre i soliti argomenti. I totalitarismi, il doppio, la bellezza, l’arte… È legittimo essere annoiati dalla prevedibilità, ma il discorso qui, è un altro.
Se si deve accertare la capacità di collegare tutte le discipline partendo da un argomento, perché non possono essere gli studenti a sceglierlo? Perché togliere loro questo momento di creatività? Sì, molte mappe concettuali possono essere ripetitive, ma c’è spazio per l’originalità. Si può chiedere agli alunni di provare a esserlo o, quantomeno, di scegliere un argomento che li appassioni. Potrebbe essere per loro la volta buona per mettere in relazione quanto studiato con le esperienze della vita di tutti i giorni e scoprire che non sono mondi poi così lontani.
Si vuole verificare la capacità degli studenti di riflettere e di argomentare su dei particolari temi per verificare che la scuola non fornisca solo nozioni, ma un’educazione culturale? Allora, forse, vanno riformati i programmi scolastici. La tesina, in realtà, se strutturata in maniera un po’ più complessa, può ottenere questo stesso scopo.
Magari, si teme che lo studente possa sapere solo l’argomento della tesina e non tutto il programma. Ma quello dovrebbe essere stato accertato durante l’anno. Si presuppone che l’ammissione all’esame di maturità si sia ottenuta completando il percorso di studi in maniera quantomeno sufficiente. Forse, bisognerebbe motivare gli studenti nel ricercare spunti più legati all’attualità, a tematiche sociali, culturali o scientifiche. Ma perché non spronarli a scegliere e a ricercare?
Insomma, l’esame è il punto di arrivo di un percorso. Un rito di passaggio importante e decisivo, ma è solo una parte del percorso. Ecco perché si dà tanto spazio nella valutazione ai crediti che si basano sulle medie scolastiche ottenute negli anni precedenti (quest’anno, il punteggio massimo dei crediti è pari a 60, mentre il massimo che si può ottenere all’orale è 40).
Maturità 2020: i privatisti come faranno?
Nell’ordinanza del ministero non è esplicitato quando i candidati esterni, ovvero i privatisti, potranno svolgere l’esame di maturità. Si dice soltanto che sarà svolto con le stesse modalità della scuola pubblica, previo superamento degli esami preliminari che si terranno a partire dal 10 luglio. Ci si aspettano ulteriori chiarimenti in merito.
Al di là di tutte le considerazioni che possiamo fare, questo sarà l’esame di stato in tempi di pandemia. Che piaccia o meno, almeno ora i maturandi sanno con cosa confrontarsi e possono iniziare a prepararsi adeguatamente.
E gli esami di terza media?
Non dimentichiamoci, però, dei loro fratelli minori. Anche gli studenti della scuola secondaria di primo grado sono stati messi a dura prova dalla didattica a distanza. Per loro, anzi, è tutto molto più complicato poiché a questa età hanno ancora bisogno di essere guidati costantemente nell’apprendimento, ma allo stesso tempo è esattamente in questo triennio che si creano le basi per poter raggiungere una propria indipendenza anche a livello didattico.
L’esame di terza media, che paragonato alla maturità potrebbe sembrare di poco conto, costituisce per tutti questi ragazzi la prima vera prova importante di confronto e di conferma delle proprie capacità. Quindi è giusto che non sia stato eliminato del tutto con una semplice promozione di massa.
Le nuove modalità, secondo la bozza dell’ordinanza, non prevedono il ritorno in aula. Niente prove scritte di italiano, matematica e lingue straniere. Tutto si svolgerà in maniera telematica. In questo caso, si recupera in parte l’idea della tesina. Il consiglio di classe, infatti, concorderà per ogni alunno un argomento relativamente al quale dovrà essere svolto un elaborato da sviluppare in maniera interdisciplinare. Tale elaborato potrà essere di varia natura:
testo scritto, presentazione multimediale, mappa o insieme di mappe, filmato, produzione artistica o tecnico-pratica o strumentale per gli alunni frequentanti i percorsi a indirizzo musicale.
Entro la fine delle lezioni, inoltre, il consiglio di classe predisporrà un momento di presentazione orale dell’elaborato in videoconferenza davanti ai docenti del consiglio stesso. La valutazione finale terrà conto, dunque, dell’elaborato e della sua esposizione insieme al lavoro svolto in presenza e a distanza del corso dell’anno scolastico.
Insomma sia per i ragazzi della terza media che per i maturandi, che fino a pochi mesi fa si prefiguravano tutt’altro, sarà un esame anomalo ma decisamente memorabile.
A tutti loro va il nostro grande in bocca al lupo!
Federica Crisci e Francesca Papa
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