The Walking Dead: nemmeno Gesù vuole comandare

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Ci avviciniamo al mid season finale anche di The Walking Dead. Il salto nel futuro è ormai avviato e non ci resta che scoprire i nuovi segreti dell’universo senza Rick Grimes.

Mentre Michonne scorta i nuovi arrivati al Hilltop, apprendiamo che Maggie ha preso il figlio ed è andata nel colonie con Georgie. Tale sparizione è un espediente per tamponare l’assenza dal set di Lauren Cohan mentre prendeva parte a Whiskey Cavalier. C’è da dire che la Cohen va una bomba questo periodo (basti pensare anche alla recente uscita di Red Zone), ma non riesco proprio a comprenderne il motivo a livello recitativo. De gustibus.

Ad ogni modo, in questa stagione di The Walking Dead Jesus è il capo di Hilltop e la faccenda non gli piace per nulla. Mentre sbuffa per la sua leadership lo raggiungono Carol, Henry e Daryl. Quest’ultimo non si dà pace per la morte di Rick e sta ancora cercando il suo corpo. Vive solo come un cane (e con il cane Dog) allo stato brado, nei boschi.

La cara Carol lo va a raccattare (letteralmente) per fargli seguire il “figlioletto”. È una donna pratica e sa bene che, con l’idealismo di Ezeckiel, Henry non andrà molto lontano in un mondo dove vige il motto mors tua vita mea.

A Hilltop è stata portata anche Rosita, che è riuscita a sfuggire all’orda degli zombie lasciando Eugene in un rifugio. Ora la missione è ritrovarlo e Jesus non ci pensa proprio a restare in campagna a coltivare il grano e a sentire le lagne dei compaesani: vuole passare all’azione. Così capiamo anche definitivamente che colei che manda davvero avanti la baracca è Tara.

Ma perché l’episodio si intitola Stradivari? Perché il maestro di musica, la new entry Luke nonché collezionista di strumenti musicali durante l’apocalisse zombie, illumina Michonne con un discorso sull’arte molto intenso, legato all’importanza dell’evoluzione dell’essere umano rispetto agli animali (questo dopo che lei gli distrugge il prestigioso violino, naturalmente).

Morale della favola? Arriviamo a questo episodio privati di due dei personaggi principali e con un po’ di amaro in bocca, ben diluito con tante parole e belle musichette. Per raggiungere le vette dei precedenti episodi si dovrà fare davvero molto molto di più. Ma questa è chiaramente una puntata di passaggio per mostrare a che punto siamo e soprattutto per palesare che, senza Rick, il sogno della grande comunità unita vagheggiata da Carl resta una lontana utopia.

Come anche il vecchio taglio di capelli di Carol, che mi manca assai. Non so voi, ma a me sembra uscita dal Signore degli Anelli con quei capelli bianchi e l’arco!

Alessia Pizzi

The Walking Dead: E vissero tutti felici…. AH NO!

Laurea in Filologia Classica con specializzazione in studi di genere a Oxford, Giornalista Pubblicista, Consulente di Digital Marketing, ma soprattutto fondatrice di CulturaMente: sito nato per passione condivisa con una squadra meravigliosa che cresce (e mi fa crescere) ogni giorno!

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