Dear Offred è il quarto episodio della quinta stagione di The Handmaid’s Tale. Una puntata che scorre lenta rispetto allo standard a cui i fan sono abituati.
Un titolo provocatorio
Il titolo riprende il destinatario di un biglietto inviato da Serena a June, “Cara diFred”. La vedova non perde occasione di provocare la sua acerrima nemica ora che si è stabilita a Toronto presso una sorta di ambasciata di Gilead, pronta per essere inaugurata. June non ci sta più con la testa e non fa altro che pensare a come ucciderla. Più di una volta si reca sotto la sua finestra, osservando con terrore i cortei dei sostenitori, e più di una volta non spara contro Serena nonostante abbia con sé una pistola. L’umanità della nostra eroina è ancora intatta di fronte al pancione di Serena: June non ce la fa, e Luke è sempre al suo fianco, finalmente con un ruolo più attivo.
L’uomo è stanco di vedere la compagna soffrire e decide di supportarla in ogni sua decisione. Sarà proprio questo feroce schieramento a riaccendere la passione e la complicità tra i due. Se prima Luke provava a far ragionare June chiedendole di non commettere atti che l’avrebbero allontanata dalla sua famiglia, ora anche lui è pronto a tutto pur di farla finita con quello che resta dei Waterford. Complice l’umiliazione subita in una missione in solitaria, in cui ha provato a minacciare Serena “a modo suo”, ovvero dicendole che l’edificio in cui si è trasferita non è in regola e che farebbe meglio ad andarsene prima che June la uccida. La donna, algida come sempre, non ha ceduto alla minaccia, controbattendo che Luke non ha fatto nulla per salvare Hannah, a differenza di June. Questa affermazione deve aver fatto scattare qualcosa nella sua mente, un’idea possiamo già intuire nel promo trailer del prossimo episodio “Fairytale”.
Il risveglio di Janine
Nel frattempo Janine si risveglia e zia Lydia già inneggia al miracolo. Quello che non sa è che la ragazza è stanca di stare sotto al regime. Il suo corpo è provato e ha dovuto affrontare mille prove, tanto psicologiche quanto fisiche: la sua amarezza ormai è evidente, come anche la sua misericordia nei confronti di Esther, che secondo lei è solo una vittima troppo giovane di Gilead. Non porta rancore per essere stata avvelenata dalla giovane, ma se la prende con Lydia e con il sistema di cui fa parte: un sistema violento e repressivo, che non lascia speranza. Un risveglio, quello di Janine, che non sembra solo fisico ma anche mentale. Basta reggere il gioco, basta stare in silenzio. Sì, ma per quanto? La stabilità, del resto, non è mai stata il suo forte.
Alessia Pizzi
Promo trailer del quinto episodio
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