The Handmaid’s Tale 5: recensione del terzo episodio

una scena da the handmaid's tale 5 episodio 3

S’intitola “Border” ed è diretto da Dana Gonzales: il terzo episodio di The Handmaid’s Tale 5 cambia stile rispetto ai primi due. Sarà perché è cambiata la regista?

Di che colore è vestita?

June è sconvolta dopo aver visto sua figlia Hannah durante il funerale in streaming di Fred. Non dice una parola sulla provocazione di Serena, l’unica cosa che si chiede ad alta voce è cosa indossasse la ragazza, ormai dodicenne. Luke e Moira all’inizio non capiscono, almeno finché June non chiede il colore dell’abito. Sappiamo bene che nel mondo di Gilead i colori hanno molta importanza, quindi la domanda è tutt’altro che superflua. Hannah è pronta ad essere una moglie, questo è il dubbio che affligge la protagonista. Non è più vestita di rosa. Non è più una bambina. E non è un mistero per nessuno: quando qualcosa resta in sospeso, June deve ottenere le sue risposte. Si reca quindi al confine, dove un gruppo di ribelli la mettono in contatto con Nick, che le conferma che Hannah sta bene e sarà mandata ad una scuola per mogli. L’uomo è anche costretto a dirle che si è sposato e – nonostante gli inviti di June a essere felice – l’amore tra i due non è affatto sopito. Un lieto fine sarebbe gradito, ma forse troppo complicato.

Torna “a casa”, Serena

Serena vuole restare a Gilead e si immagina di sposare Lawrence, anch’egli vedovo. Peccato che non abbia fatto i conti la realtà: quest’ultimo non ha alcuna intenzione di essere manipolato dalla vedova. Anche Tuello non prende bene la scelta della donna, che gli confida la propria decisione dando per scontato che Gilead la accoglierà e le consentirà di risposarsi. In un momento molto intimo tra i due la tensione sessuale diventa altissima, ma Tuello non si scompone e quando Gilead rispedisce Serena in Canada come “ambasciatrice internazionale” in incognito, diventa chiaro per tutti che una moglie vedova e incinta non può più tornare in quel tipo di società. Unico disguido? In Canada c’è anche June, che non si lascia scappare l’occasione di minacciare Serena dalla macchina e intimarle di non avvicinarsi mai più a sua figlia. In tutto ciò, naturalmente, Luke è sempre messo in disparte.

Madre e… moglie

Nel frattempo zia Lydia è disperata perché Janine ed Esther sono in una sorta di coma dopo l’avvelenamento volontario da parte di quest’ultima. Assistiamo ad una grande prova recitativa dell’attrice Ann Dowd, che chiede a Dio di salvare Janine. La scena in cui la piccola Angela viene portata in ospedale per starle vicino e risvegliarla è molto commovente: Naomi, la madre adottiva, sarà per sempre grata a Janine per la figlia che le ha donato e non manca di presentarsi nemmeno in questo momento di difficoltà. Anche nei precedenti episodi è stato sottolineato il sentimento di riconoscenza della signora Putnam: a quale messaggio finale vuole condurci questa storia? Forse che anche a Gilead c’è ancora uno spiraglio di umanità.

Alessia Pizzi

Promo trailer del quarto episodio

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Laurea in Filologia Classica con specializzazione in studi di genere a Oxford, Giornalista Pubblicista, Consulente di Digital Marketing, ma soprattutto fondatrice di CulturaMente: sito nato per passione condivisa con una squadra meravigliosa che cresce (e mi fa crescere) ogni giorno!

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