Only murders in the building 2: recensione del sesto episodio

only murders in the building 2 recensione sesto episodio

Che il personaggio di Alice, la gallerista interpretata dalla magnifica Cara Delevingne, fosse quantomeno misterioso, era chiaro a tutti. Dalla relazione con Mabel ai suoi tentativi di coinvolgerla in strani happening catartici, tutto in Alice ha una doppia faccia. A partire dai suoi look, che la costumista Dana Covarrubias ha reso quasi ‘parlanti’: la fluidità del personaggio, a metà tra luce e ombra, tra simpatia e sospetto, viene incarnata in outfit squisitamente genderless.

Lei e Mabel sono una coppia speculare a Charles e Oliver, tra di loro il generation gap è tanto evidente quanto spassoso. Ma per Mabel i sorrisi stanno per finire.

Questo episodio racconta la pianificazione di un falso scandalo ai danni di Mabel, ad opera della famosa podcaster Cinda Canning, che dalla prima puntata tenta di incastrare i nostri tre protagonisti come assassini di Bunny. Per orientare l’opinione pubblica, decide di intervistare un vecchio amico di Mabel, che la accusa di averle tagliato di netto un dito con il coltello. Ovviamente la verità non è mai come i mass media ce la raccontano, e chi finisce incastrato in questi meccanismi difficilmente ne riesce ad uscire.

Giovani vs anziani

Entrando di più nelle dinamiche di Cinda, conosciamo più da vicino Poppy, la sua assistente. Anche in questa relazione -lavorativa- è presente il tema della distanza tra generazioni. I vecchi hanno raggiunto fama e successo, i giovani scalpitano per ottenere ciò che è dovuto, ma chi sta sopra difficilmente riconosce i meriti delle nuove generazioni. Poppy viene trattata malissimo da Cinda, non le dà spazio per una crescita personale e professionale, nonostante sia molto in gamba. In una scena molto empatica, Mabel sprona Poppy a ribellarsi e a prendere posizione per se stessa, per capire chi è e cosa vuole fare nella vita. Suona un po’ come un consiglio a se stessa, perché anche Mabel vive un momento di confusione.

A che punto siamo con le indagini?

Facendo un’improvvisata ad Alice, Mabel scopre che l’artista ha ricostruito in ogni dettaglio la scena dell’omicidio di Bunny, con tanto di personaggi, costumi ed effetti speciali. Non capendone la finalità (e neanche noi), rimane molto turbata. Nel frattempo Oliver haun test genetico da portare avanti, per capire se suo figlio è davvero suo o frutto di un tradimento. Infine, Charles si aggancia sempre di più a Jan, che riesce a manipolarlo anche stando in prigione.

Le difficoltà li deconcentrano dalle indagini, anche se mai come in questo episodio sono vicini al killer. Vogliono contattare la detective che aveva seguito il caso di Tim Kono, e rispondono all’ultimo messaggio che aveva mandato, ovvero il consiglio di uscire dall’edificio mentre Bunny veniva uccisa. La detective però è fuori città, e dal tono dei messaggi si rendono conto che stanno chattando direttamente con l’assassino. Charles sfodera il trucco del ‘falso indizio’, imparato sul set di Brazzos.

L’accordo è di lasciare l’indizio (i fiammiferi) in un bidone vicino al parco, avvolto in una bomba di glitter. Così il killer verrà ‘marchiato’ e arrestato. Ma mentre attendono vicino al parco, si distraggono chiacchierando dei loro guai personali e non si accorgono che il loro piano sta avendo successo.

In chiusura di puntata si vede Mabel sulla metro, al telefono con Poppy che le da del materiale da usare contro Cinda. Dietro Mabel, sul vagone, c’è un uomo vestito di nero pieno di glitter. Diventa subito virale un video di Mabel che lo accoltella.

Sipario.

Micaela Paciotti

Appassionata di moda da sempre, curiosa di tutto, vorrei vivere in mezzo alla natura, ma non riesco a staccarmi da Roma.

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