Lie To Me? Merita più per il cast che per la trama

Lie To Me e il suo cast eccelso.

Purtroppo, per noi, però la serie è finita nel 2011.

Ma grazie a Netflix sono riuscita a compensare i salti causati dalla mia incostanza con gli appuntamenti durante la trasmissione sui canali televisivi. Ammettiamolo guardare serie TV e film dalla piattaforma in streaming è di una comodità disarmante. Ovviamente, non c’è più il fascino dell’appuntamento serale e della lotta al telecomando per avere la supremazia, ma tutto sommato non spiace.

Tuttavia, non è da dimenticare che i telefilm hanno una data di scadenza su tutte le piattaforme. Quindi se siete curiosi di intraprendere un percorso filmico, non temporeggiate. Potreste non trovarlo più.

Sono passati ben sette anni da quando si sono spenti i riflettori sul Lightman Group.

E l’ultima puntata della terza stagione offre un senso di truce sospensione, di storia incompiuta. Un finale tagliato che sicuramente a tratti ti fa arrabbiare.

C’era ancora molto da raccontare, a mio parere, e soprattutto ancora tempo per godere dell’interpretazione magistrale di Tim Roth nei panni di Cal Lightman.

Ma chi è Cal Lightman?

Il protagonista è uno dei maggiori scienziati esperti di psicologia delle emozioni e della menzogna. Una scienza contemporanea che include la comunicazione non verbale, il linguaggio del corpo, la prossemica e la cinesica, ossia la disciplina che studia la mimica facciale e i movimenti involontari.  Curiosità che non tutti conoscono: il protagonista di Lie To me, prende liberamente ispirazione dalla vita privata e professionale dello psicologo Paul Ekman. Lo studioso è stato inserito nel 2009 sul Times Magazine nella lista delle 100 persone più influenti al mondo.

Cal Lightman, uomo dalla vita sentimentale travagliata, è consulente esterno per le Forze dell’Ordine, l’FBI, il Dipartimento della Difesa. Ad ogni puntata lo seguiamo nelle sue indagini accompagnato dalla brillante dottoressa Gillian Foster (l’unica che non riesce a “leggere”), da Eli Loker e Ria Torres.

Eccentrico e geniale Cal catalizza l’attenzione e ti porta a far crescere costantemente la curiosità verso il suo reale ego.

La domanda a questo punto sorge spontanea.

Perché guardare una Serie Tv che è stata tagliata?

Innanzitutto perché è un monile prezioso nella sceneggiatura.

E soprattutto per Roth, scelto da registi del calibro di Tornatore e Tarantino per la sua bravura, e che con questo personaggio riesce a catalizzare simpatie e antipatie contemporaneamente.

Vedere Lie To Me anni dopo per il suo cast e non per la storia.

Difatti, in un’ipotetica lista di pro e contro si gioca ad armi (più o meno) pari. Come pro ovviamente il cast e il plot delle singole puntate. Come contro, invece, il fatto che la trama viene tagliata alla terza stagione, lasciando tutto in sospeso e le vicende dei personaggi “appese”.

Ma dopotutto, se si intraprende la visione di una serie tagliata, possiamo immaginare la realtà dei personaggi, al di là delle puntate conosciute, come preferiamo. Creare noi il prosieguo e forse regalare un tono romantico e con un lieto fine.

Alessia Aleo

Alessia Aleo
Giornalista pubblicista, una grande passione per la moda. Sempre in viaggio e alla scoperta di nuove prospettive.

2 Commenti

  1. hai fatto appena in tempo a vederlo perché lo hanno cancellato su netflix proprio il giorno della tua recensione…
    peccato perché avevo iniziato a vederlo e sono rimasta tronca alla 2* stagione..
    mi stava appassionando.

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