Siamo ormai arrivati a metà stagione. Con l’uscita del quarto episodio lo scorso venerdì su Prime Video, Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere è pronto per il giro di boa che ci condurrà verso gli episodi finali.
Gli eventi si stanno mettendo in moto: alcuni dei misteri disseminati nel corso degli episodi precedenti hanno trovato una risposta. Sappiamo che cosa Durin stava nascondendo a Elrond (alzi la mano chi non si è emozionato davanti al mithril!), vediamo in volto Adar (anche se ancora non abbiamo chiaro il suo ruolo all’interno dell’armata di Sauron) e scopriamo il perché l’arrivo di Galadriel a Númenor spaventa così tanto la regina. Ciò che rimane da vedere è come tutti questi filoni narrativi saranno intrecciati tra di loro.
Puntate lunghe ma sempre più scorrevoli
Uno dei commenti che ho letto e sentito fare più spesso a proposito di questa serie tv riguarda la durata e il ritmo delle scene.
Tutte le puntate fino ad ora andate in onda superavano l’ora. Sebbene qualcuno la possa trovare una durata eccessiva per un episodio di una serie tv, è normale che succeda quando si mettono in campo così tanti personaggi le cui storie procedono quasi indipendentemente l’una dall’altra. Il problema non sono i 60 e passa minuti, ma il ritmo delle varie sequenze. Se nelle prime due puntate si avvertiva una certa lentezza nella rappresentazione che rendeva difficile non distrarsi in alcuni momenti, il terzo episodio e quest’ultimo sono risultati più semplici da seguire, anche più accattivanti per alcuni aspetti.
Credo che il ritmo più rilassato fosse dovuto alla necessità di introdurre un mondo che è sì conosciuto, ma comunque nuovo per gli spettatori e le spettatrici. Non tutti i nomi risultano familiari e anche se i fan di Tolkien conoscono già gli eventi della Seconda Era, la storia della serie è in costruzione e deve prendersi i suoi tempi.
D’altra parte, il mondo del Signore degli Anelli ha una sua poesia come ci ricorda sempre la colonna sonora. Le scene così misurate si allineano a quest’idea per restituire quel senso di epicità che non poteva mancare.
Eventi a scapito dei personaggi?
Nel quarto episodio il problema non è stato il ritmo, ma la mancanza di spessore di alcuni dei personaggi principali. Galadriel rimane coerente nel suo percorso e nella sua volontà, ma in quest’episodio l’ho trovata un po’ troppo piatta e poco incisiva rispetto al solito. Forse perché trattandosi della protagonista della serie, mi aspetto un percorso da eroina più articolato e complesso.
Ancora più deludente rimane Arondir. La sua personalità non è ancora riuscita a venir fuori, nonostante siamo ormai arrivati a metà stagione. La sua storia d’amore con Bronwyn non è in grado di coinvolgere il pubblico perché non è fatta d’altro che di sguardi sofferenti e momenti che sono tutto tranne che romantici. La storia di Theo, invece, potrebbe essere interessante. L’elsa della spada che ha trovato ha chiaramente un’influenza malefica su chi la impugna. Arriverà a corrompere il cuore del giovane? D’altra parte, gli esseri umani sono la razza debole della Terra di Mezzo, quella che più facilmente cede al male.
Isildur è uno dei personaggi che vengono maggiormente fuori da questo episodio, anche se non mi è ancora chiaro il suo fascino per l’Ovest e quali siano le sue reali aspirazioni.
La verità è che per raccontare la personalità di personaggi simili serve tempo. Se ci sono così tanti attori in gioco, il rischio è quello di avere una storia ricca di eventi, ma priva di protagonisti davvero interessanti e coinvolgenti.
Tuttavia è ancora presto per giudicare. I prossimi episodi ci diranno se quel che temo resterà solo una paura infondata o troverà conferma.
Federica Crisci