“Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere”: la recensione del terzo episodio

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Entusiasmante.

Questo è l’aggettivo che mi viene in mente se penso alla visione del terzo episodio de Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del potere. È un giudizio di pancia, puramente emotivo. Dopo una prima puntata brillante e una seconda a mio avviso un po’ sottotono, questi nuovi 70 minuti usciti lo scorso venerdì mi hanno assorbita completamente e mi hanno messo grande curiosità sullo sviluppo futuro della storia.

Re che non vogliono essere re

Molti personaggi iniziano a prendere forma e a dare più spessore alla trama. Primo fra tutti, Halbrand, re degli uomini del Sud in fuga dalla sua terra. Scopriamo che appartiene per discendenza a quel gruppo di esseri umani che si alleò con Morgoth causando morte e distruzione. Cosa lo abbia spinto ad abbandonare la sua gente, che cosa voglia davvero o come riuscirà ad aiutare Galadriel con la sua missione possiamo solo ipotizzarlo. Ma nello scoprire la sua identità non ho potuto fare a meno di pensare ad Aragorn. Anche l’eroe del Signore degli Anelli si porta dietro una pesante eredità: come erede di Isildur, è dinasticamente responsabile della mancata distruzione dell’anello del potere. Quando lo incontriamo nel film La compagnia dell’anello, il ramingo non osa rivendicare per sé il trono di Gondor perché teme la debolezza del suo sangue. La sua battaglia al servizio del bene serve anche da riscatto agli errori della sua stirpe. Ho la sensazione che vedremo Halbrand compiere un percorso molto simile. Nel terzo episodio lo vediamo nella fase della negazione (tipica del viaggio dell’eroe): vuole abbandonare la Terra di Mezzo con tutti i suoi problemi e vivere in pace nell’isola di Númenor. Ma qualcosa nella ricostruzione della sua nuova vita va storto. Non è colpa solo delle tradizioni della città che gli impediscono di integrarsi, ma anche delle sue emozioni represse (rabbia e frustrazione tra tutte) che vengono fuori.

Galadriel, discendente degli Elfi che iniziarono la guerra contro i progenitori di Halbrand, gli propone un riscatto: allearsi insieme per sconfiggere Sauron, l’erede di Morgoth. Chissà che cosa deciderà l’umano.

Nori, l’amicizia e le dure leggi della sopravvivenza

Le scene riguardanti Nori e i Pelopiedi sono state molto interessanti dal punto di vista tematico.

La sera prima di avventurarsi nel viaggio che li porterà a trovare una nuova terra, tutti i membri del villaggio si riuniscono per ricordare i nomi di quelli che sono stati lasciati indietro durante le marce degli anni precedenti. La rappresentazione della piccola società bucolica dei Pelopiedi, apparentemente così solidale e festosa, si tinge di ombre: i più deboli rimangono indietro. È la cruda legge della natura che sfida qualsiasi tipo di legame. Per assicurare la sopravvivenza di tutta la specie, i singoli individui che non riescono a stare al passo (in questo senso letteralmente) con la società, vanno abbandonati a loro stessi.

In questo contesto, il gesto ribelle di Nori dell’aiutare un perfetto sconosciuto appartenente a un’altra razza è ancora più significativo. La giovane rivendica l’amicizia come arma per sopravvivere. È nei rapporti interpersonali che si può trovare la forza per affrontare le sfide della vita, non nell’essere monadi. La gentilezza ripaga sempre. Lo straniero arrivato dal cielo trova il modo di rendersi utile e di aiutare la giovane che lo ha soccorso, nutrito e assecondato pur senza capire il senso di quanto l’altro faceva.

A proposito dello straniero, la domanda sulla sua identità rimane ancora senza risposta. C’è chi dice che si tratti di Gandalf, di Saruman o di Radagast… non ci rimane che aspettare e vedere.

Arondir e i campi di lavoro degli orchi

Cariche di tensione e di drammaticità le scene con Arondir protagonista. Sebbene il suo personaggio continui a rimanere un po’ piatto, i momenti che lo hanno visto sullo schermo hanno avuto il merito di creare suspense e attesa riguardo Adar, il capo degli orchi. Si tratterà di Sauron? Oppure è qualcun altro?

I campi di lavoro in cui sono imprigionati gli elfi e gli esseri umani fanno da sfondo ad alcune delle scene più violente mai viste nella Terra di Mezzo. A livello di tensione e di sangue, queste sequenze devono molto a Game of Thrones più che ai film di Jackson dove, anche nelle scene di battaglia più dure, difficilmente si può parlare di vera crudezza. La serie tv offre qualcosa di completamente nuovo.

Altri nuovi personaggi

Nonostante i protagonisti fin qui presentati non siano certo pochi, in questo terzo episodio incontriamo ancora altri personaggi. Fa la sua comparsa sullo schermo Elendil insieme al figlio, Isildur, e alla figlia, Eärien. Quest’ultima non è presente nei romanzi di Tolkien, ma è frutto della fantasia degli autori della serie. Sarà interessante vedere come sarà sfruttata la sua presenza all’interno della storia e, soprattutto, delle dinamiche familiari. È chiaro che tra Elendil e Isildur ci siano un bel po’ di incomprensioni e che siamo davanti al tipico schema in cui i desideri del figlio non coincidono con le aspettative paterne. Che siano questi conflitti la causa della fine di Isildur? Anche qui, possiamo solo aspettare e vedere che cosa succederà.

Tra i nuovi personaggi occorre menzionare anche la regina dell’isola, Míriel. Non è chiaro il perché gli esseri umani siano così tanto spaventati dalla presenza degli Elfi. Le prossime puntate dovrebbero chiarire il mistero.

Ambientazioni incantevoli

Se nella prima puntata abbiamo visto il regno di Lindon degli Elfi e nella seconda quello di Khazad-dum dei nani, ora è il turno dell’isola di Númenor. Proprio come per gli altri scenari, anche la città degli esseri umani lascia a bocca aperta gli spettatori e le spettatrici. Il mondo è dettagliato, splendente, credibile.

Queste ambientazioni, insieme ai costumi, alle interpretazioni e alla colonna sonora contribuiscono a creare un’atmosfera coinvolgente e appassionante. C’è voglia di perdersi in questo mondo. Fortunatamente, tra pochi giorni, potremo farlo ancora.

Federica Crisci

Federica Crisci
Sono laureata Lettere Moderne perché amo la letteratura e la sua capacità di parlare all'essere umano. Sono una docente di scuole superiori e una SEO Copy Writer. Amo raccontare storie e per questo mi piace cimentarmi nella scrittura. Frequento corsi di teatro perché mi piace esplorare le emozioni e provare a comprendere nuovi punti di vista. Mi piace molto il cinema, le serie tv, mangiare in buona compagnia e tante altre cose. Passerei volentieri la vita viaggiando in compagnia di un terranova.

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