Se non avete ancora visto la puntata di Bandersnatch procedete nella lettura di questo articolo con cautela.
Non saranno presenti spoiler ma potenziali suggerimenti di analisi.
La storia ha inizio nel 1984. Annata famosa in letteratura per il dispotico futuro disegnato da George Orwell.
Partendo da questo spunto di riflessione il Grande Fratello Orwelliano viene traslato nella modernità in questa nuova puntata speciale di Black Mirror, Bandersnatch.
È già disponibile nella piattaforma Netflix l’episodio interattivo “Bandersnatch”. La puntata, a mio parere, è più da vivere metaforicamente come video game che come pellicola.
Innanzitutto per vedere la puntata in questione i vostri dispositivi devono essere di ultima generazione e abilitati alla “scelta”.
Una volta certificata la stella rossa in alto sulla destra del promo si può avviare la visione.
Munitevi di pazienza e prendetevi del tempo.
Bandersnatch è stato scritto da Charlie Brooker, l’ideatore di Black Mirror ed è stato diretto da David Slade. Il protagonista, Stefan Butler, è un giovane programmatore di video game. Affascinato dalla società Tuckersoft, propone al direttore la sua innovativa demo, ispirata al libro del visionario e contorto Jerome F. Davies.
La peculiarità è riposta nel telecomando dello spettatore che decide come sviluppare la trama. Sullo schermo compaiono due opzioni ed in base alla scelta compiuta la storia subirà delle modifiche. Talvolta le possibilità però saranno indotte.
Allegoria implicita di un’incoerenza di base. Far sentire libero lo spettatore di scegliere ma su fini già decisi da altri.
Difatti i finali possibili sono sette.
Ma nella vita di tutti giorni quanti finali possibili si potrebbero avere?
Quante volte sotto la doccia ripensiamo alla giornata e ponderiamo su un’eventuale risposta non data o su un’azione compiuta frettolosamente?
Nel complesso la puntata è un buon passatempo, una novità interattiva con ampio margine di miglioramento.
Se vogliamo infatti esser pignoli Bandersnatch può essere etichettato come un metaforico ibrido fra The Truman Show, Sliding Doors (film sicuramente più famoso della pellicola polacca “Destino cieco”) e l’interattivo Topolino.
Alessia Aleo