Moving Spheres, l’esordio della cantante jazz italiana Rose

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“Chi lo ha detto che il jazz è per intellettuali?”, disse qualche anno fa Paolo Fresu. In effetti oggi si assiste sempre di più a una sua “popolarizzazione”. Una contaminazione con altri generi, dal pop al blues, all’ R&B, che lo rende fruibile e godibile da un numero sempre maggiore di ascoltatori.

Moving Spheres è l’esordio discografico per Toks Records e Music Force della cantante jazz Rosa Mussin, in arte Rose. L’artista, veneta, classe 1994, nonostante la giovane età ha alle spalle una solida formazione ed esperienza musicale. Sin dalla prima infanzia suona il pianoforte a cui, negli anni, si sono aggiunti vari altri strumenti. Il clarinetto, innanzitutto, che ha suonato nella Real Flexible Orchestra diretta dal suo maestro Roberto Rossetti e nella Big Band di Pordenone diretta da Juri dal Dan. In tempi più recenti sperimenta anche violoncello, basso elettrico e chitarra, ma lo strumento che la rende davvero straordinaria è il più personale di tutti: la sua voce. Inizialmente l’interesse è tutto per i generi reggae e ska, ma grazie anche alla guida dell’insegnante di canto Flavia Quass di Monfalcone, scopre il suo talento come cantante soul.

cantante jazz italianaAl primo ascolto di Moving Spheres, Rose dimostra subito una buona confidenza con il blues, il jazz e l’ R&B. Generi non sempre semplici e immediati da praticare e da ascoltare. E per questo non così comuni nel panorama italiano contemporaneo, soprattutto tra i più giovani.

Eppure Rose canta con una padronanza e una naturalezza davvero ammirevoli. Bastano pochi secondi per avvolgerci nella sua calda e intima atmosfera con Relation, la prima traccia dell’EP.

La voce è perfetta in ogni sua sfumatura: avvolgente, melliflua e grintosa.

Il richiamo a cantanti del calibro di Joss Stone, Norah Jones o Alicia Keys è inevitabile. Il bello di questa artista, però, è che, nonostante l’indubbia maestria vocale, l’arrangiamento e la musica non passano in secondo piano. Tastiere, basso e chitarra sono fondamentali e complementari alla linea melodica del canto. In più, si apprezza molto la sperimentazione di suoni elettronici nella title track dell’album. Moving Spheres, appunto, in cui si ha proprio la sensazione di movimento, dinamicità di suoni che fluttuano nell’etere.

Si attinge poi a sonorità decisamente black e funk nei brani Same Thing e Stupid, forse tra i più godibili e orecchiabili dell’intero album.

Amused conquista subito con il suo raffinato intro di pianoforte. Pianoforte presente in tutto il brano e che regala momenti di gran classe così come la chitarra, con il suo assolo nella parte centrale del brano.

Il disco si chiude con una perla in acustica. Ups and Downs, nella semplicità di sola voce e chitarra, racconta i momenti felici e bui dell’amore e della vita.

Insomma, Moving Spheres è un disco che conquista subito e convince nella sua totalità. Un ascolto interessante e piacevole senza essere troppo impegnativo. La musica di Rose è ricercata ma non difficile, virtuosa ma non virtuosistica. La dimostrazione che il jazz non deve essere soltanto per gli intenditori. Una piccola perla che lascia ben sperare per la nuova musica italiana.

Francesca Papa

Francesca Papa
Sono laureata in Italianistica e insegno lettere. Amo la letteratura e tutto quello che riguarda la lingua italiana, ma sono anche una grande appassionata di serie tv e di musica.

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