Non siamo mai stati bravi a giocare a pallone. Così abbiamo aperto un canale YouTube. Con queste due frasi che costituiscono titolo e sottotitolo del loro libro, i The Jackal riassumono la loro storia. La storia di un gruppo di ragazzi partenopei che hanno lottato per realizzare i propri sogni, ma che sono in continuo divenire e che ancora oggi davanti alla domanda “che cosa vuoi fare da grande?” si trovano in difficoltà.
Cominciamo dall’inizio…
La storia è narrata da Simone Russo aka Simone Ruzzo, membro fondatore dei The Jackal e ripercorre gli eventi che li hanno portati dove sono oggi. Si parte dagli anni ’90 e da un’amicizia nata tra i banchi di una scuola media di Melito. Ci sono VHS, vecchie videocamere prese in prestito dai genitori, garage allestiti in modo rudimentale come set cinematografici, tanta curiosità, entusiasmo, creatività e voglia di divertirsi. Tutto questo viene intercettato, compreso e valorizzato, in un modo in cui solo un insegnante, un bravo insegnante, è in grado di fare. È proprio il professore di italiano di Ciro, Simone e Francesco che si accorge del loro talento e li convince a partecipare a un corso pomeridiano di cinema. Sono questi tre preadolescenti i membri originali del gruppo e gli ideatori del nome “The Jackal” (nel corso dei capitoli ci sveleranno anche il perché di questa scelta!). A loro si aggiungerà presto Alfredo Felco e dopo alcuni anni Fabio Balsamo. Solo recentemente avremo anche dei volti femminili.
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Il racconto delle avventure e disavventure a cavallo degli anni 2000 costituisce un piacevole tuffo nel passato per tutti i lettori Millennials e una storia curiosa per i nativi digitali.
I primissimi lavori dei The Jackal sono essenzialmente delle parodie di film del momento che facevano divertire una cerchia ristretta di amici. Non dimentichiamo che l’era dei social e di Youtube non era ancora giunta. Quello che oggi sembrebbe una questione di semplice risoluzione, all’epoca costituiva uno degli ostacoli principali: come diffondere i video? C’erano le chiavette usb, c’era msn, eMule addirittura! Ma non erano sufficienti… serviva qualcosa di più immediato e pervasivo. La soluzione stava per arrivare da oltreoceano e si chiamava Youtube. Su questa nuova piattaforma potevano avere un pubblico internazionale e potenzialmente infinito. E poi, inoltrare un semplice link era decisamente più rapido e comodo rispetto ad inviare il video intero! È così che nasce il loro canale nel 2006. A proposito, avete mai notato che nell’indirizzo il nome The Jackal compare con due l finali? Ebbene, già all’epoca bisognava fare i conti con il fastidiosissimo “nome utente già esistente”.
La rivoluzione social
Tramite la loro storia, Simone Ruzzo ci racconta in realtà la storia di un mondo intero in trasformazione. La vera e propria globalizzazione si stava compiendo grazie alle tecnologie e grazie ai social network. Cambiava la comunicazione, la maniera di interagire, si modificavano le relazioni umane e il modo di divertirsi e di intrattenere. I giovani The Jackal dovevano fare i conti con un mondo nuovo che nemmeno “gli adulti” stavolta conoscevano. E tutto questo era strabiliante, eccitante, ma a volte anche frustrante.
Crisi e successi
Nel corso dei capitoli vengono raccontati i primi lavori, i primi cortometraggi… come dimenticare la prima web serie interattiva Lost in Google? Oppure, più avanti, Gli effetti di Gomorra la serie sulla gente che li consacrerà a un successo di pubblico vastissimo? Arrivano addirittura a girare un vero e proprio film (Addio fottuti musi verdi)! Non si nascondono, però, anche i numerosi problemi, le critiche, il rischio onnipresente di chiudere tutto per mancanza di fondi, la difficoltà di trovare un equilibrio tra estro creativo e necessità economiche. Ma non è mai mancata la voglia di mettersi in gioco, di non rinunciare alla propria natura e personalità, di non sottomettersi alle leggi del mercato. Di non cedere alla bramosia, di non arrendersi dopo un fallimento e di non adagiarsi su un successo.
30 anni all’improvviso
I The Jackal, pur nello loro vicende particolari, ci parlano di questioni che tutti ben conosciamo e in cui è facile immedesimarsi, come la precarietà e la difficoltà di trovare un proprio posto nel mondo. Soprattutto chi è nato tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 ben comprende il dramma universale di “compiere 30 anni”: ritrovarsi adulti senza accorgersene, chiedendosi come diavolo funzioni TikTok. Anche da qui nasce l’esigenza di rinnovarsi per rimanere al passo con i tempi, grazie alla collaborazione di nuovi talenti. La famiglia The Jackal, infatti, negli ultimi anni si è allargata alla generazione Z accogliendo gli ormai amatissimi volti di Gianluca Fru, Claudia Napolitano e Aurora Leone.
La ricetta del successo
Sono proprio l’affiatamento e la genuinità che contraddistinguono il gruppo la formula del loro vastissimo successo. I The Jackal ci insegnano che la vita è un continuo divenire e che tutto si può affrontare se si può contare sul lavoro di squadra, sul rispetto e sull’amicizia.
Non siamo mai stati bravi a giocare a pallone è un libro fresco, scritto in modo spassoso e leggero. Si legge rapidamente e con piacere e i fan si divertiranno a ripercorrere le varie tappe della loro carriera interrompendo qua e là la lettura per riguardare i loro video più belli su Youtube. Si arriva all’ultima pagina con una piacevole sensazione di ottimismo e con l’impressione di aver appena fatto una lunga chiacchierata con degli amici.
Epilogo. Un 2021 di vittorie
Ormai sembra che i The Jackal non li fermi più nessuno! Nell’ultimo anno oltre ad aver scritto un libro, hanno partecipato al programma di Amazon Prime Video Lol: chi ride è fuori (vinto proprio da Ciro) e sono protagonisti della nuovissima serie tv Netflix Generazione 56k. Non solo: in questo 2021 si può affermare che i The Jackal sono diventati i portafortuna ufficiali dell’Italia. A partire dal febbraio sanremese quando si auguravano la vittoria dei Måneskin, i quali non solo hanno vinto il Festival della canzone italiana, ma dopo qualche mese hanno sbancato tutto anche all’Eurovision e nelle classifiche mondiali di Spotify. Sino ad arrivare alle dirette degli Europei su RaiPlay, seguite sul divano tifando per la nostra nazionale insieme a ospiti di eccezione, partita dopo partita… fino alla vittoria della coppa! Beh, che dire, come ci ha insegnato un loro conterraneo “non è vero, ma ci credo”… e noi ci crediamo: i The Jackal portano bene!
Francesca Papa