Tutti pazzi per “Lol: chi ride è fuori“, il format giapponese sbarcato nei lidi italiani di recente e che ha fatto decisamente molto chiasso. L’idea è semplice: sei ore da passare senza una risata ma attorniato da comici che tentano di farti ridere, premio centomila euro da devolvere in beneficenza.
E l’eco, nonostante siano passati diversi giorni, è ancora forte: il web pullula di meme e, perché quelle non mancano mai, di polemiche.
C’è chi dice che, in realtà , Lol non faccia ridere neppure un po’: gag stupide, un no-sense dilagante, alle volte un esplicito cattivo gusto. Ci può stare, sicuramente il programma non è l’ultima intervista di Barbero e né vuole esserlo. Sia invece il pretesto per trascorrere un tempo spensierato. Il tipo di comicità può non piacere ma è questione di gusti e non si può per questo giudicare Lol un prodotto scadente. Ce ne sono di prodotti veramente scadenti nell’etere televisivo, pensiamo a quelli.
La seconda notazione che è stata fatta è che Lol, con particolare riferimento ad alcuni siparietti, sia stato copiato. Peccato che Lillo, l’incriminato, abbia addirittura citato la sua fonte nello stesso programma.
Lasciando da parte quindi questi haters arrampicatori di specchi, vi presento i nomi del cast.
Luca Ravenna, l’asociale
Sì, parto dal mio preferito, nonché scoperta del format. Probabilmente il meno conosciuto del cast, la sua è una stand-up comedy. Ha fatto veramente poco a Lol: è stato uno spettatore quasi muto delle altre mine vaganti e se non fosse stato per gli interventi di Fedez dovremmo togliere pure il quasi. Eliminato quasi subito, non ha avuto modo di rivalsa. Io però vi invito a cercarvi qualche spezzone di quando il nostro Luca era in forma migliore: il suo è sicuramente un bel modo d’essere comico. Quando è in vena.
Frank Matano, il re del non sense
Non ci avrei scommesso due lire sulla durata di Frank nel format: allegrone, conosciuto sul web e sul piccolo schermo, dalla comicità slegata da senso logico, ha invece resistito a lungo regalandoci perle che difficilmente dimenticheremo. È sicuramente il più spontaneo: la sua è una comicità di indole, quindi mai stucchevole e pesante.
Angelo Pintus, la goccia che scava la pietra
Non lo vedevo dai tempi di Colorado e le sue imitazioni, infatti, sono rimaste le stesse. Le ha riproposte praticamente in loop in ogni momento buono: è stato l’anima della festa. Un’anima un tantino ingombrante che ti fa ridere per sfinimento. Peccato che per sfinimento ci abbia riso lui. A una sua stessa battuta.
Katia Follesa, too much
Katia ti fa ridere per l’eccesso, per la caricatura, perché è troppo. Ha avuto uscite molto carine, altre forse un po’ fuori luogo: chi la segue sa che le è cara un certo tipo di comicità a sfondo sessuale. Che a volte va bene, alle volte è quasi imbarazzante, più che comica. Fa ridere lo stesso? Sì. Allora va bene.
Elio, l’uomo Gioconda
Con Elio, sarei andata fuori nel giro di due minuti. Sia perché si è presentato travestito da Gioconda, sia perché aveva due braccia finte, sia perché Elio è Elio. Abbastanza quieto, la sua è una comicità che va di pari passo col carisma: letale. I suoi siparietti non sono stati né troppo estremi né troppo ostentati: ma ogni minimo gesto faceva morire dal ridere. Se esistesse una comicità perfetta, per me sarebbe la sua.
Michela Giraud, una big un po’ opaca
Lei fa ammazzare dal ridere ma forse il contesto non ha giocato troppo a suo favore: pochi i battibecchi notabili, quasi tutti puntati e giocati su uno stile simile a quello di Katia. Quando sale sul palco e prende il microfono, però, è protagonista incontrastata: è solo lì che dà il meglio di sé.
Lillo, cioè Posaman
Vecchia scuola, Lillo non è mai ripetitivo. Sicuramente il più apprezzato dal web a furia di “So’ Lillo!” e di mosse del nuovo ed esclusivo Avengers Posaman, è il vincitore morale dell’edizione e uno degli avversari più temuti dagli altri comici. Dieci e lode.
Caterina Guzzanti, la donna dei ghiacci
Non importa cosa accada, Caterina Guzzanti non ride: è arrivata quasi in fondo grazie alla sua maschera di ferro. Le sue imitazioni sono prese da un repertorio assai vasto, e si vede. Lei ha una gran bravura, e si vede. Probabilmente però non è comica temibile all’interno di Lol, essendo più un’imitatrice. Forza di attacco: 6 scarso. Forza di difesa: 10, incrollabile.
Fru e Ciro dei The Jackal
Due dei nomi meglio scelti per il format, senza dubbio. E’ questo tipo di scherzo che si addice bene a Lol. Veloce, leggero, immediato, tipico, d’altra parte di Youtube, campo preferito dai due.
Ciro, infatti, ha vinto. Fru, un allucinato capellone che fa già ridere dall’espressione, è uscito quasi subito. Menomale perchè ha fatto scompisciare fino ai crampi.
Serena Garofalo
Le foto presenti nell’articolo sono per gentile concessione di Prime Video & Amazon Studios