Summertime sadness

summertime sadness - racconti estivi 2021

Mia madre racconta che da bambina il mio unico desiderio era poter volare. 

Spesso mi ha trovata in piedi sul letto della mia cameretta pronta a spiccare il volo. Alla sua domanda “Cosa stai facendo?” rispondevo “Pensieri felici!”. Lei, sorridendo, mi faceva notare che mi mancava la polvere di fata.

Io, imbronciata e con i pugni stretti, continuavo a riprovarci con scarsi risultati. Avevo soltanto tre anni. 

Qualche anno dopo ho iniziato il mio percorso di studi e, fin dalla scuola elementare, ho imparato che i compagni di classe possono essere davvero cattivi. Io sono stata grassa per due decenni della mia vita e tutti non hanno mai perso l’occasione di farmelo notare utilizzando soprannomi poco carini. In quei momenti desideravo solo sparire. 

Fossi stata Harry Potter avrei avuto un mantello magico, ma sono solo V. 
Nel tempo grazie a un innato spirito di sopravvivenza ho imparato a rendermi invisibile agli occhi della gente usando due semplici trucchetti: usare un look total black e muovermi silenziosamente e con circospezione manco fossi un gatto. Se non fossi stata una 48 mi sarei potuta addirittura paragonare a Cat woman.

Negli anni del liceo linguistico, poi, terrorizzata dalla mia prof di inglese avrei voluto avere il potere dell’omnilinguismo, la capacità di capire e di parlare qualsiasi lingua, un po’ come faceva Wonder woman

Avrei così potuto impiegare le mie 5 ore pomeridiane dedicate allo studio guardando i video degli Oasis su Mtv. Sono sempre stata pazza dei fratelli Gallagher.

Finita l’università, a 24 anni suonati, avendo raggiunto ormai un cospicuo bagaglio di errori messi a segno e fallimenti di varia natura, a volte ho pensato che sarebbe stato bello tornare indietro nel tempo per sistemare le cose, per comportarmi in modo diverso o semplicemente prendere altre strade. Ma si è trattato solo di attimi, alla fine ha sempre vinto la legge del nessun rimpianto, nessun rimorso.

A mia figlia potrò raccontare che la sua mamma è stata una punk-rock girl. 

Dopo la laurea, al mio primo impiego mi sono sentita realmente inappropriata sul posto di lavoro. Venivo da anni in cui avevo dato del lei ai miei professori e avevo usato un linguaggio forbito nelle classi accademiche del 1400. Mi trovavo in un ambiente smart dove tutti si davano del tu, usavano un linguaggio pragmatico ed erano easy. Ma cosa pensavano di me? Della stagista appena arrivata? Che voglia pazzesca di poter leggere nel pensiero delle persone come il Professor X. 

Quando sei anni dopo sono diventata un punto di riferimento in ufficio, ho capito che della telepatia non me ne sarei fatta proprio nulla. Le mie amiche e colleghe non si sono poste nessun problema nel dirmi cosa pensassero di me, lasciandomi unconventional love messages su post-it attaccati al mio pc tipo: “V. sei una st…”. 

E oggi che ho superato i trenta? Vorrei potermi teletrasportare. 

Pensate che gioia! Già mi immagino: mi sveglio la mattina, faccio colazione in veranda nella mia villetta sul mare, poi puff in un attimo sono a lavoro nella grande metropoli e alle 19 puff sto facendo un bagno in mare. E poi potrei incontrare i miei amici sparsi per l’Italia quando mi va e smettere di fare le videochiamate.
I’ve got the summertime sadness.

Sceneggiatrice, chitarrista, poetessa, pittrice: quello che sogno di diventare da grande. Ops ... sono già grande. Amo la musica (soprattutto il punk, il rock e le loro derivazioni), le immagini-movimento e l'arte del racconto (o come si dice oggi lo "story telling"). La mia vocazione è la curiosità. That's all folks

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