“Il palco, il mio luogo sicuro”. Intervista all’attrice Barbara Grilli

attrice teatro italiana
L'attrice Barbara Grilli

Ho conosciuto Barbara Grilli andando a teatro per recensire per conto di Culturamente, lo spettacolo Chi ha paura di Aldo Moro, ed è stato un vero e proprio colpo di fulmine.

Barbara ha una capacità di recitare davvero unica e l’aggettivo non è usato a caso.

È voce e corpo. Barbara è prepotentemente fisica, calamita il pubblico in sala, creando un connubio inscindibile.

Come succede ogni qual volta interpreti Palmina Martinelli, nel bellissimo Palmina – amara terra mia, di Giovanni Gentile, dove anche i suoi silenzi parlano.

Barbara nasce artisticamente a Roma, frequentando tra i 20 e i 23 anni il Teatro Blu, scuola di Acting Training, diretta da Beatrice Bracco.

Ma è tornando a Bari che fa un passo decisivo

Nel capoluogo pugliese studia l’uso consapevole del corpo, oltre che canto, tecnica vocale e recitazione con Paola Arnesano, Andrea Cramarossa, Danilo Giuva, Roberto Corradino e Fausto Russo Alesi.

Quel corpo che diviene la cifra della sua recitazione.

Dal 2014 al 2016 affina la tecnica e l’espressività studiando con la compagnia barese Fibre Parallele, con Licia Lanera (premio UBU 2014) e a Ferrara con l’insegnante Cathy Marchand (Living Theatre). Approfondisce lo studio della drammaturgia attraverso workshop tenuti da Francesco Niccolini e Francesco Carofliglio.

Diverse le produzioni a cui ha partecipato.

Da Brecht a Shakespeare, dal musical “Vacanze Romane” a Goldoni, da Pirandello a Checov.

Barbara gira l’Italia portando il suo talento in decine di teatri.

Dal 2015 entra in pianta stabile a far parte della Compagnia Teatro Prisma, con la quale vince il Premio Sipario 2015, al Teatro Manzoni di Milano, con “Le due vergini” di Giovanni Gentile, spettacolo che colleziona 30 repliche in tutta Italia in 5 mesi.

In quello stesso anno inizia a recitare in “Palmina – Amara terra mia” e in “Chi ha paura di Aldo Moro” entrambi scritti e diretti da Giovanni Gentile con cui fonda il Collettivo Teatro Prisma.

La scorsa estate debutta con lo spettacolo “Denuncio tutti. Lea Garofalo”, monologo di Giovanni Gentile sulla storia di Lea Garofalo.

La bravura di Barbara non è sancita solo dal pubblico ma anche dalla critica.

La toccante interpretazione di Palmina le regala nel 2016 il Premio Martucci e, l’anno dopo, il Premio “Teatro d’Inverno 2017.

L’anno scorso ottiene il Premio della Critica “Teatri d’inverno 2018” con “Chi ha paura di Aldo Moro”.

Insomma una ragazza con un passato alle spalle già straordinario e con un presente e un futuro che regalerà ancora emozioni.

L’abbiamo incontrata per Culturamente.

Quando hai pensato che avresti potuto fare l’attrice? 

Precisamente non lo ricordo, perché sono trascorsi all’incirca 20 anni, forse qualcuno in più.

Da piccola sognavo di fare la cantante, non l’attrice; ma il palco è sempre stato un luogo sicuro sin da piccola. Una maggiore consapevolezza è arrivata nel 2001, con la prima esperienza da professionista.

Hai fatto una scuola di teatro o sei un’autodidatta?

Ho iniziato a scuola, presso il teatro dell’Istituto. Lì ho mosso i primi passi nei laboratori, poi dopo il diploma ho continuato a frequentare corsi paralleli all’Università. Nel 2005 mi sono trasferita a Roma e ho frequentato per tre anni il Teatro Blu di Beatrice Bracco, meravigliosa guida. In seguito ho studiato in giro per l’Italia tra workshop tenuti da vari maestri.

Ancora, adesso, studierei; a mio parere la formazione è uno dei piaceri del mio mestiere.

Qual è stato il tuo primo spettacolo?

Il primo in assoluto su un palco che si potesse definire tale, fu un adattamento tra “La Giara” e “La Patente” di Pirandello, se la memoria non mi inganna. Avevo 12 anni.

Poi hai conosciuto Giovanni Gentile. Cosa è cambiato nella tua vita di attrice?

Tante cose.

Ho incontrato Giovanni in un momento di enorme crisi, personale e professionale, nell’età in cui o si molla o si persevera.

Ed io ho perseverato, come il mio carattere mi impone da anni, e ho fatto bene, sono stata lungimirante. Lui, fuori da un teatro di Bari, a seguito di un suo spettacolo, mi propose di leggere il copione de “Le due vergini”; non aveva l’attrice protagonista ed io non avevo lavoro.

Questo incontro, lo confesso, mi ha rimesso al mondo.

Poi le nostre arti si sono incastrate creando una fusione professionale, basata su un obiettivo comune. Bello, molto bello.

Sei stata protagonista di diversi spettacoli. A quale fra tutti sei più legata?

Senza dubbio alcuno “Palmina – amara terra mia”.

Elencare le motivazioni sarebbe dedicare pagine intere. Palmina Martinelli è nel mio cuore, sempre. E mi riempie di orgoglio una domanda che molti mi rivolgono ormai, a distanza di tre anni dal debutto “Ma tu sei quella di Palmina?”

Hai vestito i panni di Lea Garofalo, di Barbara Balzerani ma anche dei ragazzi della scorta di Moro nonché di Palmina Martinelli. Quale fra loro ti è davvero rimasto dentro?

Bè un po’ ho risposto nella domanda precedente. Tutti i nomi che vesto fanno ormai parte di me, è inevitabile. Diventano degli amici, nemici, partner.

Ogni tanto ci litigo, poi ci faccio l’amore.

È difficile perché non c’è alcuna finzione in ciò che racconto, in quanto sono tutti personaggi esistiti ed esistenti. Devo confessare che conoscere Lea, la sua forza ed il suo coraggio, mi ha aiutato a buttar fuori tutta l’energia possibile, e la voglia nonché il desiderio di gridare che possiamo ancora fare molto per noi, per la nostra civiltà.

Nel tuo originalissimo modo di recitare hai comunque dei modelli di riferimento?

Sinceramente? No!

In questo posso dirti che non seguo un modello, piuttosto mi ispiro a me stessa.

Può sembrare presuntuosa come risposta, ma la verità è che metto a servizio del testo solo tutta la mia conoscenza e la mia energia.

Da anni sei sempre sola sul palco. Riusciresti più a pensarti a lavorare con altro attori?

Bella Domanda! Certo che si, almeno credo.

Tre anni fa ho scoperto il mondo del monologo di narrazione che ti permette di esplorare tante cose, ma io sono una grande sostenitrice del lavoro di gruppo. Il Teatro si fa assieme, mai da soli, e può sembrare assurdo ma in qualche modo Giovanni, anche se fisicamente in regia, è come se fosse con me sul palco.

Da poco abbiamo ripreso lo spettacolo “Le due vergini”, in cui sono in scena con un altro attore. Mi riempie, molto.

Una volta hai recitato anche al buio. Ci racconti quell’esperienza?

Adesso mi viene da ridere, ma in quel momento, avrei preferito sprofondare in una botola e non risalire più.

Come si dice “the show must go on”, e noi avanti siamo andati.

Eravamo al Teatro Fava di Modugno, mancavano una ventina di minuti al termine dello spettacolo, forse meno, non saprei.

Ovviamente io ho degli appuntamenti fissi con dei cambi luci ed audio, e all’improvviso, nel mentre di una battuta un bel black out.

Panico!

Questa è stata la prima emozione. Vedevo Giovanni fare su e giù per sistemare le cose, e nel frattempo con la mano mi diceva di stare tranquilla ed andare avanti.

E così è stato.

Devo dire che in quel caso il pubblico è stato meraviglioso, non si è perso ed ha contribuito al proseguo dello spettacolo.

Tanto era buio che, all’uscita dalla scena, non trovando il posacenere, ho dovuto spegnere la sigaretta che stavo fumando sulla mano.

Un’esperienza indimenticabile, in ogni caso.

Cosa ti ha regalato il teatro di Giovanni Gentile?

Consapevolezza ed umanità. La gran voglia di continuare a realizzare tante cose attraverso l’arte.

Un’identità che mi mancava.

Ora posso dire a gran voce di conoscere Barbara Grilli, come artista e come persona.

Un’ultima domanda. C’è un ruolo che vorresti recitare?

Una domanda complicata. Non saprei, così su due piedi.

Mi piacerebbe un giorno, ed è particolare detto da me che non faccio altro che parlare in scena, fare uno spettacolo “muto”, senza parola appunto.

Lavorare solo con il corpo. Prima o poi, lo farò!

 

Siamo certi che sarà anche quello un successo. Menomale Barbara che non hai fatto la cantante perché il teatro avrebbe perso una bellissima emozione.

 

Testo: Maurizio Carvigno

Foto concesse da Barbara Grilli

Nato l'8 aprile del 1974 a Roma, ha conseguito la maturità classica nel 1992 e la laurea in Lettere Moderne nel 1998 presso l'Università "La Sapienza" di Roma con 110 e lode. Ha collaborato con alcuni giornali locali e siti. Collabora con il sito www.passaggilenti.com

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