The Sisters Brothers, l’umanità ai tempi del west

The Sisters Brothers Venezia 75

Per Charlie Sisters la reputazione è tutto. Vorrebbe che lui e suo fratello fossero famosi e rispettati come crudeli cacciatori di taglie. Ma la reputazione, ovviamente, è solo forma. La sostanza è che i due sono una coppia di fratelli meravigliosa, assassini certo, ma sinceri nel loro affetto.

Quando un regista non americano debutta in lingua inglese ci sono sempre dubbi enormi. Riuscirà a farsi capire, non sé stesso, ma il suo cinema? Pensiamo quando, in questo caso, un francese debutta in America col genere americano per antonomasia, il western.

Eppure, il risultato in questione è The Sisters Brothers, il testamento di quanto Jacques Audiard sia un grandissimo autore. E soprattutto, di quanto certi temi abbiano risonanza universale, senza confini geografici o linguistici.

Un western, sicuramente, ma un western dai toni di commedia. La leggerezza che accompagna The Sisters Brothers è fondamentale, perché costruisce in maniera perfetta i momenti più toccanti e malinconici. Questo è indubbiamente uno dei western più umani visti negli ultimi anni, col rapporto tra due fratelli al centro, la loro capacità di unirsi e, oltre ogni altra cosa, cambiare in meglio.

Ogni sparatoria, ogni inseguimento, ogni ostacolo sono tappe che stringono ancora di più il legame tra i due. Certo, è tutto più facile quando gli interpreti sono così dannatamente impeccabili. Ormai su Joaquin Phoenix gli aggettivi li abbiamo finiti, e conoscete tutti le iperboli: anche qui non sbaglia. C’è invece da dire che John C. Reilly non fatica al suo fianco sulla scena, e questo potete capire che enorme complimento sia. I due personaggi sono opposti: arrogante e avventuroso il primo, saggio e malinconico il secondo. Ma la bravura e la chimica tra i due attori rendono la coppia irresistibile, ben più che affiatata, semplicemente una cosa sola.

Quando tutti gli ingranaggi girano, nessuno può lamentarsi. Non è un film indimenticabile The Sisters Brothers, ovviamente, ma è un film che convince pienamente e soprattutto può raggiungere la più vasta gamma di spettatori e gusti.

Malato di cinema, divoratore di serie tv, aspirante critico cinematografico.

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