“Il mare? Può essere tuo amico o il tuo nemico.”
Data uscita: 29 agosto 2018
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale
Anno: 2018
Regia: Baltasar Kormákur
Sceneggiatura: Aaron e Jordan Kandell, David Branson Smith
Attori: Shailene Woodley, Sam Claflin, Jeffrey Thomas, Elizabeth Hawthorne, Grace Palmer, Siale Tunoka, Kael Damlamian
Paese: USA
Durata: 93 min
Distribuzione: 01 Distribution
– Ho girato il mondo per trovarti (Richard)
– E adesso non puoi lasciarmi andare (Tami)
“Resta con me” (titolo originale Adrift – Alla deriva) si presenta come un disaster movie straordinario in grado di narrare il dramma di Tami Oldham Ashcraft e Richard Sharp in maniera autentica. Una scelta accurata, quella degli sceneggiatori e del regista, di girare nelle stesse condizioni, o quasi, in cui versavano (ben 35 anni fa) i veri protagonisti di questa storia.
Salpati da Tahiti sotto un meraviglioso cielo stellato, Tami Oldham (Shailene Woodley) e il suo fidanzato Richard Sharp (Sam Claflin) sono giovani, innamorati e sognano una vita di avventure insieme. Dopo pochi giorni, nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, un uragano di proporzioni terrificanti si abbatte sulla loro imbarcazione, lasciando Tami priva di sensi. Al suo risveglio, Tami trova la barca distrutta e il suo ragazzo gravemente ferito. Senza alcun mezzo di comunicazione e lontana settimane di navigazione dal porto più vicino, Tami deve confrontarsi con una straziante corsa contro il tempo per salvare se stessa e l’unico uomo che abbia mai veramente amato. Tratto da una storia vera, Resta con me è un film emozionante e coinvolgente, una storia di amore, determinazione e coraggio contro ogni avversità.
I gemelli Aaron e Jordan Kandell, cresciuti a pane e oceano, hanno conosciuto, durante alcune ricerche, la storia di Tami Oldham Ashcraft. Grazie all’incontro con la protagonista, – “ha saputo dar loro una comprensione molto più profonda ed intima della sua storia d’amore con Richard e della sua esperienza in mare” – hanno colto l’essenza, la potenza e la forza della sua storia. Hanno intuito che per narrare un dramma così inteso – una lotta lunga 41 giorni, dove l’uomo sfida la natura e la natura sfida l’uomo – fosse necessario rendere il film il più reale possibile.
Della stessa opinione è stato il regista Baltasar Karmàkur, il quale ha voluto girare lasciando dettare alla natura le regole del gioco. La buona riuscita di un film trova, dunque, risposta nell’aver fatto si che gli attori abbiano vissuto quella stessa esperienza: gli spazi limitati, le onde del mare e tutti i limiti che ne derivavano. Karmàkur voleva davvero che Claflin e Woodley comprendessero a pieno quello che stavano girando, senza finzioni. Ogni attimo doveva essere reale, sia per il cast che per la troupe, ma soprattutto per il grande pubblico.

Per 49 giorni, le riprese sono state realizzate in pieno oceano, su una barca a vela che riproduceva Hazana. Cast e troupe hanno lavorato con un ritmo di 12/14 ore al giorno, con tutte le difficoltà e limiti che la natura può mettere. Il risultato è stato quello di dar vita a una pellicola che fosse in grado d’immortalare una storia autentica, emozionante, travolgente, e a tratti forte e disturbante (se siete sensibili al sangue).
Non è l’uomo che governa la natura, ma è la natura che accompagna e governa le riprese. Un cambio di prospettiva necessario per trasmettere – al pubblico – l’autentica drammaticità dell’evento: emozioni forti, la devastazione, i limiti e soprattutto lo spirito di adattamento che diventa condizione necessaria ai fini della sopravvivenza.
A chi come me non ha letto il libro, né conosceva la storia, consiglio di godervi il film fino all’ultimo frame. Lasciate che sia la sceneggiatura ad accompagnarvi minuto dopo minuto. Aaron e Jordan Kandell e David Branson Smith hanno saputo immortalare su pellicola, grazie anche alla regia di Baltasar Karmàkur, una storia autentica e forte, restando fedeli alla realtà degli eventi, in modo quasi impressionante. Una testimonianza di coraggio, disperazione, perseveranza e tenacia, il tutto rafforzato dal potere fortificante e curativo dell’amore.
Inoltre, il film non segue una linea temporale perfetta. Quando sembra di aver compreso come andranno le cose ci si ritrova a pochi minuti dalla fine con un punto interrogativo. Ma nelle ultime battute tutto trova il proprio senso, ogni tassello rientra nel posto giusto.
Tutto ciò grazie ad un back and fort temporale che diventa speculare nello sviluppo della narrazione.
Solo così lo spettatore coglie l’essenza dei singoli personaggi. Parte del loro vissuto, il loro carattere, i punti di forza e di debolezza, il coraggio e la passione per il mare e dunque l’avventura che li accomuna. A una scena presente fa seguito un flashback, un andirivieni funzionale per comprendere, nel corso della narrazione, la potenza di questa storia. Ed è proprio il sentimento che la protagonista nutre per il suo Richard che la spinge a prendersi cura di lui nonostante le precarie condizioni e dinanzi ad una realtà che a tratti appare catastrofica.
Quest’alternanza regala allo spettatore continuamente emozioni forti: ora di tensione, di paura e angoscia, ora di passione, amore e serenità. Sensazioni che scavano nello stomaco dello spettatore coinvolgendolo per tutta la durata del film.
Natura vs. Film: la riproduzione della tempesta perfetta

Il film eccelle anche per l’uso della tecnologia. In particolare, l’utilizzo del bilanciere Gimbal sistemato contro un Chroma Key, ha consentito la simulazione delle estreme condizioni della tempesta. Ciò ha apportato un livello maggiore di veridicità anche per gli effetti visivi.
Nulla è lasciato al caso. Tutto è curato nei minimi particolari. Caratteristiche che non sfuggono allo spettatore che viene completamente risucchiato dal film, e in particolare da quelle onde che quasi creano un vero mal di mare.
Gli ultimi istanti confondono, in senso positivo, lo spettatore: la miglior scelta stilistica che, gli sceneggiatori prima e il regista poi, abbiano preso.
– Mi hai lascito dormire stanotte? (Richard)
– Si. E pure un’altra notte. E un altro giorno. (Tami)

Qualche curiosità sulla preparazione degli attori.
Per poter girare “Resta con me” entrambi i protagonisti hanno dovuto affrontare una dieta drastica che consentisse loro la perdita di peso costante e far risultare il tutto reale. Inoltre, per essere degli skypper provetti hanno dovuto perfezionare le loro abilità nautiche, ad esempio, Shailene Woodley ha trascorso qualche mese alle Hawaii imparando a navigare su diversi tipi di barche. Ha continuato poi la sua preparazione nelle Fiji, dove il film è stato girato.
Ma se siete curiosi di sapere qualcosa di più sulla storia vera, eccovi di seguito l’intervista alla vera Tami
In conclusione, se amate le emozioni forti, l’avventura, credete nella forza curatrice dell’amore, ma soprattutto se non riuscite a resistere all’accento inglese di Sam Claflin, questo è il film adatto a voi!
Angela Patalano