Insidious 4: L’ultima chiave (si spera)

Insidious 4: L'ultima chiave

Dal 18 gennaio al cinema “Insidious: L’ultima Chiave”, quarto episodio del franchise con protagonista la scream queen Lin Shaye.

La saga di Insidious era cominciata bene per una serie di motivi. Il primo era la trama, visto che ormai il cinema horror è popolato dai remake. L’idea del corpo astrale che viaggia nell’Altrove mentre quello fisico è insidiato da un demone non è da Oscar, magari, ma il tentativo di fare qualcosa di diverso poteva rivelarsi stimolante per gli appassionati del genere, che infatti attendono con ansia l’uscita di questo film.

Il secondo motivo era la protagonista: Elise, una settantenne col dono di comunicare con gli spiriti.

Visto che l’eroina muore alla fine del primo capitolo della saga, agli autori non restava che produrre prequel e sequel per andare avanti. Nel caso di Insidious: L’ultima Chiave veniamo catapultati nel 1945, quando la medium era ancora una bambina, per poi tornare subito nel 2010, poco prima del caso Dalton, ovvero del primo Insidious.

Elise dovrà tornare nella casa della sua infanzia per aiutare l’uomo che l’ha recentemente acquistata.

Dopo anni la casa di Five Keys (New Mexico) è ancora infestata, quindi all’inizio la donna non ha alcuna intenzione di rimetterci piede. Superate le reticenze per senso del dovere, decide finalmente di partire col suo bizzarro team (Specs e Tucker) per chiudere definitivamente la partita col doloroso passato. Quello che la attende non è solo una resa dei conti col mondo dei morti, ma anche e soprattutto con quello dei vivi. Un piccolo colpo di scena rende la pellicola meno banale del previsto, anche se non riesce comunque ad emanciparla dal faticoso ruolo di epigone della saga. Tuttavia, Lin Shaye tiene banco anche stavolta con molta classe, dando l’ennesima prova come attrice.

Nonostante le numerose note dolenti, trovo notevole il focus sulla donna col “dono dannato” che vive la sua condizione con molta dignità, pur portando sulle sue spalle il peso più grande della vera forza: la solitudine. Solo lei può capire alcune cose e agire per risolverle, anche quando tutti gli altri sono scettici. La questione, però, è che Insidious, arrivato al quarto capitolo, non è più un film dell’orrore. Si è trasformato nell’epopea della parapsicologa, incorniciata dagli sketch comici proposti dai suoi due collaboratori.

Quindi, si spera che sia davvero l‘ultima chiave perché il franchise Insidious non ha più molto da raccontare. Peccato, però, perché gli altri due capitoli non erano proprio da buttare via.

 

Alessia Pizzi

Alessia Pizzi
Laurea in Filologia Classica con specializzazione in studi di genere a Oxford, Giornalista Pubblicista, Consulente di Digital Marketing, ma soprattutto fondatrice di CulturaMente: sito nato per passione condivisa con una squadra meravigliosa che cresce (e mi fa crescere) ogni giorno!

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