Onirica – opera prima di Luca Canale Brucculeri – è un raffinato thriller che omaggia il genio di Dario Argento.
Onirica si configura come uno spassionato omaggio verso il Dario Argento che fu. Una dichiarazione d’amore che il regista – Luca Canale Brucculeri qui al suo primo lungometraggio – ha scritto e diretto con lucidità e passione. Onirica non fa mistero del genere al quale – felicemente – si rifà: l’indimenticabile filone del Giallo all’italiana, di cui Argento è sicuramente uno dei più felici rappresentanti.
Veniamo alla trama: Torino, vigilia di ferragosto. Una serie di omicidi nei luoghi culto dei film di Dario Argento. Un sospettato e una poliziotta (Gianna Nicolodi, ricorda qualcosa?) determinata a fermare l’assassino.
Vedere Onirica è un po’ come fare un tuffo nei posti più iconici dei migliori film di Argento. Un continuo gioco citazionistico ci accompagna per tutta la durata del film. Merito sicuramente di una regia sapiente a cui si accompagna una colonna sonora di grande impatto (autore della stessa, Giorgio Mirto). Memorabile la fotografia (curata da Mattia G. Furlan, capace di rendere le atmosfere del film rarefatte, immaginifiche, potenti. Le inquadrature sono tutte a favore di questo sapiente gioco al richiamo che diverte senza scadere mai nel troppo.
Alla recitazione degli attori, mai sopra le righe, ben calibrata e godibilissima – soprattutto quella dei due attori protagonisti, Fabio Rossini e Camilla Nigro – si accompagna l’essenzialità dei dialoghi quasi sacrificati in nome della potenza delle immagini. E’ qualcosa che spiazza e riesce alla perfezione.
Cosa aspettarsi da Onirica?
Onirica è un tuffo nel passato: e questo è un dato di fatto. Strizza l’occhio a tutta una produzione tipica degli anni settanta, ci diverte con le mille citazioni, con le musiche atte a ricreare una determinata atmosfera, si dilunga sulle inquadrature splatter quel tanto che basta. Un gioco di richiami su richiami che finisce per confondere il giusto, non c’è esagerazione.
Ma non si può ridurre solo a passionale slancio di amore verso Argento e tutto quello che ha rappresentato. Onirica è anche un prodotto coraggioso e innovativo. Cimentarsi in un film che ricrei le emozioni di un genere ormai di nicchia, non è facile. Tirare in ballo sua maestà Argento, non è facile. Ci ha già provato – con risultati discordanti – Luca Guadagnino col suo personalissimo remake di Suspiria. Insomma, ragazzi, siamo onesti: non è facile. Per questo tutto il mio plauso va a questo giovane e in gamba cineasta che ha saputo giocare divertendo e – credo – divertendosi a sua volta.
Intendiamoci: l’opera prima di Luca Canale Brucculeri può non piacere. Su questo si può scendere ai dovuti compromessi. Può non piacere la storia, ci si può chiedere se di questo omaggio ce ne fosse bisogno. Dal mio canto ovviamente assolutamente sì. I più critici potranno storcere il naso di fronte a certe ingenuità, a determinate sbavature stilistiche. Ma non oggi, non io e non su questa recensione.
Chiara Amati
Foto per gentile concessione della May Film Studios