Se nel primo giorno avevamo premesso e promesso l’arrivo dei colpi grossi, il secondo giorno ha soddisfatto le aspettative al mille per mille.
Brad Pitt, Scarlett Johansson, Adam Driver hanno scatenato urla e ormoni di centinaia di fan impazziti. Ore sotto al sole, non solo sul red carpet, per assistere all’arrivo del puro divismo a Venezia 2019.
Fortunatamente gli attori in questione non sono solo figurine, ma soprattutto grandi interpreti che qui al Lido hanno presentato grandi film.
A dicembre su Netflix arriverà Marriage Story di Noah Baumbach, che qui abbiamo visto in anteprima mondiale: E fidatevi, è stata davvero un’esperienza più che un film. La storia di un divorzio in ogni sua piega, delle beghe legali agli strascichi personali, ha lasciato quasi tutti in lacrime, talvolta di commozione e talvolta di puro divertimento. Un misto di sentimenti, un turbinio di emozioni, un film sulle montagne russe nel quale Johansson e Driver dominano la scena con due prove sfaccettate e profondamente empatiche.
Invece il carisma di Brad Pitt trasuda anche dalla tuta d’astronauta che indossa in Ad Astra. Il film di James Gray, che traspone nello spazio Cuore di Tenebra inserendo il rapporto padre-figlio, è una sincera meditazione sulla solitudine e sulla inutilità della ricerca di qualcosa al di fuori dei rapporti umani reali. Purtroppo il film è un po’ indeciso tra le anime autorizzi e commerciali, e nella sua analisi, pur affascinante, non propone nulla di nuovo.
Infine il secondo giorno del festival ci ha offerto, nella sezione Orizzonti, la visione di Sole, titolo italiano e opera prima di Carlo Sironi. Tra temi come adozione, immigrazione e realtà periferiche, il film convince nella sua confezione asciutta e priva di formalismi. Un’opera prima non rivoluzionaria ma certamente incoraggiante.
Come volevasi dimostrare, il Festival di Venezia 2019 sta davvero carburando.
Emanuele D’Aniello