L’eredità sentimentale in “Io prima di te”
Com’ero io prima di te? Una frase che tutti almeno una volta abbiamo pensato nel magico momento in cui, come travolti da un vortice di energia, qualcuno ha sconvolto la nostra esistenza.
Viviamo una vita senza quella persona e poi, quando ci conquista, è facile chiedersi come siamo stati in grado di vivere prima, privi di quel senso di completezza da “pace dei sensi” misto a sconvolgimento adrenalinico.
In questo titolo, Io prima di te, che ricalca fedelmente quello inglese del romanzo di Jojo Moyes da cui è tratto il film diretto da Thea Sharrock, è racchiuso semplicemente il senso dell’innamoramento.
Un senso che diventa evidente anche nella situazione dei protagonisti, che si trovano a vivere un incontro insolito. L’esuberante Louisa, una deliziosa macchietta inglese con le scarpe a pois e le calze a righe gialle e nere, entra nella vita dell’ex banchiere Will, uomo di raffinato spessore intellettuale, per supportarlo nella sua nuova condizione di disabile.
Ammetto che il personaggio interpretato da Emilia Clarke è incantevole, anche se in alcuni momenti risulta un po’ difficile credere che esistano davvero persone così limpide e candide. Si ride quasi per tutta la durata del film: lei è goffa, lui è ironico. Dietro questa pseudo commedia, che diverte tutta la sala con un gusto molto british, si snoda il dramma del protagonista (interpretato da Sam Claflin), immobile su una sedia a rotelle: può muovere solo la testa. Non può toccare la donna che desidera, si strugge ricordando cosa significhi sentirsi uomo fino in fondo.
Mentre si osserva con meraviglia la magia dell’innamoramento, anche in condizioni non proprio ottimali, scatta la domanda immediata: l’amore, insomma, può bastare?
Forse può darci la forza di capire, la voglia di crescere, la spinta a volare. Almeno nel caso degli amori buoni, che sono rari e a volte non durano nemmeno troppo. Ecco cosa ci insegna il film: lontano dalle convenzioni, dai progetti per il futuro, dall’idea di normalità, siamo trascinati nel vortice di un sentimento incondizionato, spontaneo, puro, non basato sul possesso o sul desiderio. Le “condizioni ottimali” lasciamole alla meteorologia, noi pensiamo a vivere in questo momento, godendo di ogni fremito che la vita ci regala, anche se non sarà eterno.
Quando lo standard si allontana dai nostri cuori si manifesta in tutta la sua incredibile grandezza l’espansione dell’animo umano, che è capace di grandi slanci, di fortissime passioni. L’amore è per tutti. Non ha condizione sociale, non ha sesso, non ha età, ma soprattutto non ha scopo. Una ragazza di campagna può cambiare la vita di un miliardario disabile, come un miliardario disabile può cambiare di una ragazza di campagna. Quello che conta è ciò che si sedimenta nel nostro cuore, l’arricchimento reciproco, che dura anche dopo la fine della relazione: se quel sentimento ha avuto davvero valore, vivrà per sempre dentro di noi, ci lascerà qualche piccolo tesoro da custodire nel tempo, come un talismano per affrontare il futuro. Un sorta di “eredità sentimentale”.
Come sarò io dopo di te?
Come sarò io dopo di te?
E’ questa la potenza, semplice ma dirompente, di quel sentimento che dall’alba dei tempi sa dominare e forgiare l’animo dell’essere umano, come poche altre cose su questa Terra. E “Io prima di te”, con la sua semplice efficacia, non fa altro che ricordarcelo.
Alessia Pizzi