Lady Henderson presenta: lo Spettacolo ci aiuterà

Lady Henderson presenta recensione film

“Io prendo la guerra molto più sul serio di quanto lei osi immaginare”

Titolo originale: Mrs Henderson Presents
Regista: Stephen Frears
Sceneggiatura: Martin Sherman
Cast Principale: Judy Dench, Bob Hoskins, Kelly Reilly, Will Young, Natalia Tena, Christopher Guest, Anna Brewster
Nazione: Regno Unito

Nel 2005, il regista inglese Stephen Frears dirige una commedia biografica che pochi hanno avuto il piacere di vedere: Lady Henderson presenta.

Al tramonto degli anni ’30 dello scorso secolo, Laura Henderson (Judy Dench) è una ricca londinese che, da poco rimasta vedova, non sa come impegnare il suo tempo e il suo denaro. Le opere pie, il ricamo, il bridge e tutto ciò che la sua fedele amica le consiglia non fanno per lei! Un giorno, passando per la zona di Soho, la donna vede il Windmill Theatre, chiuso e fatiscente, decidendo così di comprarlo. Non sapendo però come gestirlo, lascia le redini al direttore artistico Vivian Van Damm (Hoskinks). Tra i due nascerà subito una divertente complicità fatta di amore, stima ed odio, che porterà il Windmill a brillanti scelte. Ben presto però gli altri teatri copiano le idee e il Windmill è di nuovo in pericolo.

Laura propone così una soluzione audace e poco possibile da copiare: denudare le soubrette.

Ovviamente serve il visto della censura da parte del Gran Ciambellano, che propone a Laura un compromesso: passi il nudo, ma che le ragazze siano immobili, ferme come statue, quasi “tableau vivant”. In questo modo la cosa passerebbe come artistica e non come…altro.

Le prove iniziano, le ragazze sono d’accordo e lo spettacolo prende piede, avendo un enorme successo di pubblico, soprattutto maschile. La Seconda Guerra Mondiale però è alle porte e, con l’arrivo dei primi bombardamenti, il Windmill è un pericolo per la sicurezza: i soldati si accalcano all’entrata per vedere le ragazze, creando confusione. Laura invece insiste a non chiudere, facendo del Windmill l’unico teatro aperto nel West-End. Lo scopo però dell’anziana donna è un altro, rivoluzionario e dolce, legato al suo triste passato…

Candidato a due premi Oscar (Miglior Attrice Protagonista e Migliori Costumi), il film è una vera perla per gli amanti del genere.

Tratta da una storia vera, con personaggi realmente esistiti, la pellicola è ovviamente un inno al Teatro dell’epoca. La rivista, il vaudeville, i costumi e le prove. Il Teatro che non era solo lavoro, ma anche famiglia, accoglienza, riparo, rifugio: dalla guerra, dagli stereotipi, dalla noia, dai sensi di colpa. Tutto nel film è teatrale: musiche e balli, canti e trucchi, conditi con una splendida atmosfera decò, che a breve sarebbe tramontata. Ne dà un esempio la scena della Prima del…”nuovo cartellone” del Windmill.

Bellezza a parte delle attrici che interpretano le soubrette, tutto il film si basa sulle colonne Dench-Hoskins.

Lui austero, paterno, brontolone e professionale. Lei è come il miele, dolce e appiccicoso per alcune cose, ma utile e protettivo in altre circostanze. Come non applaudire i vari sketch, nel teatro, di lei che finge di essere un’attrice, per capire come il suo direttore tratta la gente ai provini; o i loro battibecchi politici e sociali.

3 motivi per vedere il film:

  • Judy Dench, elegante, stravagante e pungente come una piuma di pavone
  • Bob Hoskins, nel massimo del suo talento, tanto da mostrare a 63 anni un nudo frontale
  • Le musiche di George Featon, che donano lacrime ed ilarità

Quando vedere il film

Una sera d’inverno o di autunno, con una tisana.

Francesco Fario

Hai perso l’ultimo cineforum? Clicca di seguito e leggilo subito!

Le immagini contenute in quest’articolo sono riprodotte in osservanza dell’articolo 70, comma 1, Legge 22 aprile 1941 n. 633 sulla Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio. Si tratta, infatti, di «riassunto, […] citazione o […] riproduzione di brani o di parti di opera […]» utilizzati «per uso di critica o di discussione», nonché per mere finalità illustrative e per fini non commerciali. La presenza in CulturaMente non costituisce «concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera».

Francesco Fario
Attore e regista teatrale, si laurea in Lettere Moderne a La Sapienza per la triennale, poi alla magistrale a TorVergata in Editoria e Giornalismo. Dopo il mondo del Cinema e del Teatro, adora leggere e scrivere: un pigro saccentone, insomma! Con Culturamente, ha creato la rubrica podcast "Backstage"

COMMENTA QUESTA DOSE DI CULTURA

Lascia un commento!
Inserisci il tuo nome qui