Jurassic Park, quando i dinosauri popolarono…le sale cinematografiche

Jurassic Park

“Qui non si bada a spese”

Titolo originale: Jurassic Park
Regista: Steven Spielberg
Sceneggiatura: Michael Crichton, David Koepp
Cast Principale: Sam Neil, Laura Dern, Jeff Goldblum, Richard Attenborough, Wayne Knight, Samuel L. Jackson, Joseph Mazzello, Ariana Richards
Nazione: USA
Anno: 1993

Quando ero bambino, come molti altri, affrontai il “periodo dinosauri”: tutto ciò che avesse a che fare con i giganti preistorici volevo conoscerlo. Libri figurati, pupazzi, curiosità inondavano la mia stanza. Mi preparavo, insomma, a diventare un bravo “dinosaurologo” (della parola paleontologia ignoravo completamente l’esistenza etimologica). Passava il tempo e la mia sete di conoscenza riguardo questi bestioni non passò. Un giorno in televisione vidi per la prima volta un sogno ad occhi aperti: Jurassic Park di Steven Spielberg. Era uscito al cinema da tempo e io non potevo saperlo, visto che ero ancora molto legato ai cartoni animati.

Ricordo che la cosa che mi colpì non fu la storia, poiché la mia attenzione era concentrata sui protagonisti-animali. Per un bambino, abituato a vederli disegnati, fermi o comunque foto di scheletri; vedere un dinosauro che si muove e interagisce con gli uomini fu un’esperienza incredibilmente bella. Col tempo ho scoperto i trucchi, ho letto il libro di Michael Crichton e mi sono divertito anche a notare le differenze tra questo e la sceneggiatura portata sullo schermo da Spielberg.

Il film ci narra del miliardario John Hammond (sir Richard Attenborough), un miliardario filantropo, che ingaggia il paleontologo Alan Grent (Sam Neil) e la paleo-botanica Ellie Sattler (Laura Dern) per un suo progetto: una riserva biologica su un’isola a largo della Costa Rica, che sta avendo delle complicazioni legali, che si potrebbero placare solo dopo il consenso di alcuni esperti del mestiere, come Alan e Ellie. Questi ovviamente non capiscono, ma la promessa di un profondo finanziamento degli scavi per tre anni da parte di Hammond, li convince. A far parte di questa strana spedizione, la coppia conosce anche l’eccentrico matematico Ian Malcom (Jeff Goldblum).

Arrivati sull’isola, dopo aver fatto pochi metri all’interno di una palude, il gruppo si ritrova davanti una scena a dir poco anacronistica: un brachiosauro di 9 metri si muove davanti a loro, emette versi e mangia dei rami. Jurassic Park

Alan e Ellie sono sbigottiti, anche nel vedere la faccia di Hammond, che li contento osserva i due paleontologi mentre seguitano a guardare impietriti e stupiti altri animali preistorici muoversi in libertà. Dà così ufficialmente ai suoi ospiti il benvenuto al Jurassic Park.Jurassic Park

Si capisce così il progetto del miliardario: attraverso tecnologie fantascientifiche, Hammond, proprietario di una società di bio-ingegneria, è riuscito a portare in vita vari esemplari di dinosauri, con lo scopo di creare un parco di divertimenti con questi come attrazione. Animali veri, senza distinzioni di dieta, recitanti elettricamente (per motivi di sicurezza), soprattutto i carnivori, come un gruppo di velociraptor e un T-Rex. Altra cosa che si scopre è che nel parco ci sono solo riproduzioni autorizzate, cioè gli animali non possono procreare allo stato selvatico. Com’è possibile? Tutto gli animali del parco sono femmine, grazie a un controllo dei geni che non permette la somministrazione dell’ormone per la trasformazione nel sesso maschile.

Ellie e Alan sono perplessi, ma mai quanto Malcom che risulta impaurito e sconvolto, fino a dire ad Ammond:

“La potenza genetica è la forza più dirompente che esiste e lei se ne serve come un bambino che gioca con la pistola del padre”

Il miliardario però si dimostra sicuro e lascia che gli ospiti vedano il parco, aggiungendo al gruppo anche i suoi due giovani nipoti, Tim e Alex. Purtroppo non sa che il tecnico del suo staff Dennis Nedry (Wayne Knight) è stato corrotto per rubare gli embrioni ancora non sviluppati. Durante il furto, per depistare i sistemi di sicurezza, crea un blackout che manda in tilt l’intero parco. Le recinzioni perdono elettricità e gli animali iniziano a liberarsi, mentre il tour degli ospiti è in attività. Inizierà così una corsa per la sopravvivenza tra gli umani e coloro che un tempo dominavano la Terra, portando con sé inevitabili vittime e conseguenze, come aveva previsto Malcolm:

“Se c’è una cosa che la storia dell’evoluzione ci ha insegnato è che la vita non permette di ostacolarla. La vita si libera, si espande a nuovi territori e abbatte tutte le barriere, dolorosamente, magari pericolosamente…”

Jurassic Park

Il film rimane ancora un pilastro per gli amanti degli effetti speciali.

Paragonandolo, certo, alle odierne pellicole dove il computer è un “dominus” indiscusso e la tecnologia è sempre più all’avanguardia, il film potrebbe risultare (non per me) una banalità. Torniamo però al 1993. Spielberg sta avendo il suo periodo dorato. È già un nome con la trilogia di Indiana Jones, ha commosso tanti spettatori e iniziato a stupire con E.T L’extraterrestre. Il pubblico chiede di più, sempre di più. Con il film di Jurassic Park, Spielberg diventa ufficialmente una divinità nell’Olimpo hollywoodiano. È impossibile per i profani non restare affascinati davanti a queste creature che sembrano sorprendentemente vere.

Spilberg, con questo film, distrugge l’abitudine di filmare delle lucertole rendendole giganti. Utilizza la consulenza di un vero paleontologo per creare dei veri e propri dinosauri. Come portarli in vita? Certo, la clonazione di Hammond è ancora fantascienza. Si serve però di una tecnica che è ancora all’avanguardia: la CGI, letteralmente “computer-generated imagery”, cioè immagini generate dal computer. Non bastano però. Queste li fa interagire con soggetti animatronici. il risultato che ne consegue è a dir poco stupefacente.

Gli animali che compaiono sono pochi, alla fine (solo 7 tipi di dinosauri) ma danno un forte impatto di realtà.

Non li vediamo solo immobili e fissi come statue. Spielberg li fa interagire con gli uomini seguendo le direttive del citato paleontologo.Oggi ovviamente nei libri risultano completamente diversi. Come la tecnologia anche la scienza è andata avanti e, con essa, le scoperte sugli animali rappresentati. Spielberg usa le conoscenze di allora: oggi risultano anacronistiche, ma ieri assolutamente no.

Vediamo dei galliminus che si muovono come uno stormo di uccelli, quasi danzando. Vediamo un T-Rex che non solo ringhia agli uomini, ma anche mentre caccia i dinosauri sopra citati. Spunta dal bosco, compie il suo gesto e Spielberg ce lo mostra come se stessimo vedendo un normalissimo documentario. Vediamo anche gli intelligentissimi velociraptor, che si dimostrano dei nemici impossibili da affrontare: non so chi di voi, da giovane, non sia rimasto in ansia, insieme a Tim e Alex, nella scena della caccia in cucina. Io lo ero, eccome!

Da notare un’altra scena, quella del triceratopo malato. Qui il regista si concentra anche in una specie di quotidianità dell’animale, come quella di un malore. La sua indiscussa capacità registica si vede durante la visita medica di Ellie. Vediamo la lingua e le pupille dilatate dell’enorme bestione anestetizzato: un dettaglio che si poteva evitare, ma non per Spielberg che ci mostra quanto impegno e concentrazione abbia messo in questo progetto.

Differenze tra il film di Jurassic Park e il romanzo ci sono, ma si giustificano con le scelte registiche.

Per fare brevi esempi, alcuni personaggi che nel romanzo rimangono in vita, nel film muoiono e il contrario. Non è un triceratopo a stare male nel romanzo, ma uno stegosauro. La grande differenza è nel personaggio di Hammond. Questo è tutt’altro che un personaggio bonario nelle pagine del libro, anzi. È la perfetta rappresentazione dell’anziano assetato di potere, non solo di ricchezza. Qui, invece, Richard Attenborough interpreta un miliardario buono, altruista che usa il parco non per il suo desiderio di onnipotenza, ma per un riscatto personale:

“…per far vedere qualcosa che non fosse un’illusione. Qualcosa di reale, che si vedesse e si toccasse. Un’idea non priva di meriti”

Jurassic park, insomma, è film che ha segnato la storia del cinema e che ha aiutato milioni di bambini a fantasticare riguardo quel tempo (come dice lo striscione finale mentre il T-Rex ruggisce) “quando i dinosauri dominavano la Terra”.Jurassic Park

3 motivi per vedere il film:
– La colonna sonora di John Williams

– Le battute sarcastiche e veritiere di Jeff Goldblum

– Riaccende immancabilmente due dibattiti: la vita preistorica e i limiti che l’uomo deve imporsi nei confronti della natura.

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Quando vedere il film:
Una sera con i popcorn. Tardo pomeriggio, invece, se si è in presenza di bambini che siano abbastanza piccoli per stupirsi, ma grandi per non impressionarsi troppo.

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Francesco Fario

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Attore e regista teatrale, si laurea in Lettere Moderne a La Sapienza per la triennale, poi alla magistrale a TorVergata in Editoria e Giornalismo. Dopo il mondo del Cinema e del Teatro, adora leggere e scrivere: un pigro saccentone, insomma! Con Culturamente, ha creato la rubrica podcast "Backstage"

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