Il talento del calabrone, quel film italiano dal gusto hollywoodiano

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È curioso, ogni tanto, imbattersi in qualche film un po’ diverso, come nel caso de Il talento del calabrone, diretto da Giacomo Cimini, dal 18 novembre 2020 in streaming sulla piattaforma Amazon Prime Video.

Un thriller molto particolare, che ci mostra la formazione newyorkese e londinese del regista. In una sera come tante, il noto dj Steph (interpretato da Lorenzo Richelmy) è intento a mandare avanti la sua trasmissione radiofonica serale in diretta. Premi, richieste, confessioni da parte di ascoltatori: tutto segue la regolarità del programma.

Ad un tratto, un anonimo ascoltatore (Sergio Castellitto) chiama in diretta, affermando che da lì a breve si ucciderà. Malgrado sembri solamente la richiesta di qualcuno in cerca di attenzione, la realtà è ben diversa. L’uomo infatti fa capire di essere in macchina e, prima di togliersi la vita, vuole anche togliersi qualche sasso nella scarpa. Per dimostrare la serietà delle sue azioni e di non essere solo un esaltato, dalla macchina riesce a far esplodere un palazzo e prende il controllo della trasmissione, in tutti i sensi, lasciando in diretta Steph per parlare con lui.

La cosa, si capisce subito, è più seria di quanto si creda.

Interviene così il tenente colonello Rosa Amedei (Anna Foglietta), che arriva nella sede della radio, per poter prendere in mano la situazione ed evitare che il tutto prenda una piega ancora più caotica.

Nell’avvicendarsi della notte, però, si capisce bene che l’uomo – che nel frattempo si è scoperto essere un professore ormai non più attivo – ha le idee piuttosto chiare e si sofferma sempre su Steph: perché lui? E se fosse lui l’obiettivo?

Un film diverso, non solo per la trama ma anche il messaggio finale che vuole mandare.

Gli attori ci sono, anche la sceneggiatura; ma un applauso, non scontato, va al regista.

Pensiamo all’ambientazione. È ovvio dallo slogan di Steph che la città protagonista sia la capitale lombarda: eppure tutto, interni compresi, è girato nella Capitale.

Questa è una curiosità che, in realtà, ci spoilera in qualche modo Cimini: niente è come sembra! È come se la stessa città avesse una maschera…

Curioso e noir, dal finale per niente scontato, con un buon ritmo, buoni interpreti e un buon utilizzo della tecnologia, dal gusto leggermente anni ’70: solo chi lo vede fino alla fine, però, capirà il perché!

Consigliato assolutamente.

Francesco Fario

Attore e regista teatrale, si laurea in Lettere Moderne a La Sapienza per la triennale, poi alla magistrale a TorVergata in Editoria e Giornalismo. Dopo il mondo del Cinema e del Teatro, adora leggere e scrivere: un pigro saccentone, insomma! Con Culturamente, ha creato la rubrica podcast "Backstage"

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