L’appuntamento della Grande Arte al cinema con Nexo Digital sull’Ermitage, il museo a San Pietroburgo, si apre con dei bellissimi colori dai toni caldi dell’oro e quelli freddi del fiume ghiacciato, in contrasto tra loro.
L’aggettivo bellissimo non basta per esprimere quanto la fotografia del documentario “Ermitage: il potere dell’arte” sia eccellente ed anche emozionante.
Il docufilm racconta la storia della Russia attraverso il suo museo più famoso e più grande: l’Ermitage.
Zar, governi, politici, artisti e guerre si sono susseguiti dalla creazione di San Pietroburgo e del museo nel 1700.
È eloquente il fatto che più i governanti si avvicinavano all’arte, con cui avrebbero arricchito l’Ermitage, il museo della Capitale, e più c’era benessere. Ovviamente, questo valeva molto meno per la servitù della gleba…
Per spiegare e parlare di tutta la sua storia ci sarebbe voluto molto più di due ore, dato che l’Ermitage è un museo composto da diversi edifici e ricco di esperienze. Il racconto, composto di collegamenti fra la storia del museo e della Russia, è molto articolato, facendo così risultare la trama a tratti dispersiva.
Penso che non sia stata, complessivamente, sviluppata benissimo.
Forse la trama è stata un po’ caotica. Capisco però, come accennato prima, che spiegare 300 anni di storia di un museo, con tutte le figure e gli eventi storici a cui è legato, non sia per nulla facile.
Nonostante tutto, il docufilm sull’Ermitage, il museo più grande del mondo, è stato girato con delle riprese ammalianti. Sia al suo interno che fuori, sulla città di San Pietroburgo.
Personalmente, le riprese notturne del documentario mi ricordavano molto le puntate uniche di Alberto Angela “Stanotte a…”, in cui visita città nelle ore buie, mostrandole da un punto di vista più intimo e riservato.
È stato un documentario così bello, che durante la sua visione avevo un unico pensiero: voglio visitare San Pietroburgo!
Ambra Martino