Bridget Jones’s Baby: c’è un tempo per tutto, anche per l’amore
Ve la ricordate la londinese Bridget Jones, quella un po’ cicciottella, goffa e totalmente anticonvenzionale?
Ebbene, dopo Il diario di Bridget Jones e Che pasticcio, Bridget Jones! torna sugli schermi per il terzo round della sua vita, e nella fattispecie, al suo quarantatreesimo compleanno, con una forma smagliante e una Renée Zellweger esilarante.
Si definisce una zilf (da zitella) a tutti gli effetti, quindi un’amica decide di regalarle il weekend della sua vita per farla sentire un po’ meglio e la trascina ad un festival pop, dove ritroviamo Ed Sheeran sul palco (e non solo).
In questa spumeggiante location la nostra blondie incontra Jack (alias Patrick, il Derek di Grey’s Anatomy, in una nuova veste attoriale molto gradevole), un americano che le regala la “ripassata” dei suoi sogni.
Nel corso di una settimana, tra il funerale dell’ex editore Daniel (
Hugh Grant) e il battesimo del figlio di un’amica, Bridget incontra di nuovo anche
Mark (
Colin Firth), decisamente affascinante nei sui cinquant’anni. Dopo una notte d’amore, Bridget lo saluta con una lettera, un po’ scoraggiata dal loro passato includente.
Il film si incentra sulla gravidanza della Jones, ma soprattutto sull’irreale situazione che si viene a creare tra i due ipotetici padri, in amichevole competizione tra loro. Solo gli inglesi potrebbero essere così ottimisti sul bon ton in una situazione del genere… ma del resto è una commedia, e così ci piace.
A prescindere dalla questione prettamente biologica, durante il film gli spettatori si chiedono con chi sceglierà di vivere Bridget, visto che entrambi i potenziali padri si rivelano più che lieti della novità. Jack, intraprendente e competitivo o Mark cupo e introspettivo?
Mentre la trama scorre escono fuori anche altre tematiche molto interessanti e attuali, come lo scontro tra la protagonista e la madre che, in piena campagna parrocchiale a favore dei valori tradizionali, si ritrova una figlia incinta (e non “ingrassata di nuovo“, come sostiene qualche acida comare) e senza compagno.
Dulcis in fundo, ovviamente, un tema caldo nella società odierna, quello del licenziamento delle donne incinte: Bridget è una pimpante (ma sempre sbadatissima) News Producer in una rete televisiva e si troverà a lottare con la nuova durissima capa.
Insomma, cosa portiamo a casa con questo film? Ve lo anticipo, un bel lieto fine, che regala al pubblico una lezione senza tempo sull’amore: non ci sono momenti giusti e momenti sbagliati per viverlo. Le cose, semplicemente, capitano. C’è un tempo per sognarle, agognarle, e un tempo per viverle, assaporarle. Forse capita quando noi, più che il momento in sé, siamo “giusti”, cotti a puntino. Anche in situazioni poco auspicabili le persone sanno trovare le risposte che hanno dentro di loro con semplicità, prendendosi le mani in una lunga stretta che, se si è fortunati, può durare una vita e farci uscire dalla “zitellitudine”, come suggerisce ironicamente la nostra protagonista.
Alessia Pizzi