“Se tutti gli uomini sono uguali, alcuni sono più uguali degli altri”
Regista: Claude Lelouch
Sceneggiatura: Claude Lelouch
Cast Principale: Robert Hossein, Nicole Garcia, James Caan, Geraldine Chaplin, Daniel Olbrychski, Evelyne Bouix, Jorge Donn
Nazione: Francia
Un film che segue perfettamente lo stile del regista francese, che mischia vari generi cinematografici. Qui infatti troviamo un film storico, mischiato ad un film sociale e ad uno musicale. Tutti hanno una loro storia o un motivo per essere ripresi: male che andrà, ci presenteranno qualcuno che poi parteciperà al finale. La gestione della regia e delle sceneggiatura in mano ad un’unica persona aiutano nel raggiungimento di tale obiettivo.
Oltre all’intramontabile trovata degli attori che interpretano sia i genitori che i figli (un po’ dispersivo all’inizio), Lelouch prende spunto, per alcuni personaggi e protagonisti, da alcune personalità realmente esistite (all’epoca ancora in vita) romanzandole un po’. Ogni paese ne ha almeno uno. Impossibile non vedere nella fuga all’aeroporto di Sergei, figlio di Tatiana e Boris, un omaggio a Rudolf Nureyev; nella figura di Jack Glenn un omaggio a Glenn Miller e a Liza Minnelli in quello di Sara (alcuni l’associano a Judy Garland, ma il fatto che il personaggio sia ‘figlia d’arte’ fa optare più per la Minnelli). Anche il direttore Karl rende omaggio ad un grande tedesco del suo tempo, cioè Herbert Von Karajan: si capisce soprattutto per la polemica con il nazismo. In Francia, più che i protagonisti, la ballerina di colore è un chiaro omaggio a Josephine Baker, celebre stella delle Folies.
In questo turbinio di personaggi che nascono e tramontano, che possono raggrupparsi nella categoria ‘uni’ (quasi diminutivo di ‘unici’), ci sono le vite comuni, cioè ‘gli altri‘: non per niente il titolo originale è “Les uns et les autres“, quindi “Gli uni e gli altri“. Rappresentanti di questa categoria si trovano in Francia e sono Anne ed Edith. La prima, con la sua storia, le sue esperienze, i suoi traumi e speranze, rappresenta quella generazione che ha visto la guerra, che negli anni ’80 ne ha viste ormai troppe, stanca ma mai arresa. Edith, invece, è la generazione nata alla fine della guerra, che si deve arrangiare, sola, in cerca di un suo ruolo e di un riscatto sociale, nonché di qualcuno di cui fidarsi.
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Nicole Garcia interpreta la francese Anne (foto rarefilm.net) |
Punto di riferimento per tanti, e poi tutti, è Parigi. Una città triste, viva, malinconica, illuminata, che accoglie e non perdona, che canta ed esilia, dove si torna per ricordare e si va in cerca di fortuna. Una Parigi che per l’arte avrà sempre spazio, dove la musica troverà sempre ispirazione, dove tutti vanno a cercare un pezzo del loro destino.
3 buoni motivi per vedere il film:
– E’ adatto per iniziare a conoscere un regista particolare come Claude Lelouch
– Il montaggio è gestito in maniera impeccabile: tutto ha un perché, anche il dettaglio
– Il finale: coreografico, musicale, commovente e preciso
Quando vedere il film?
Francesco Fario
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Unico articolo tra tutti quelli letti che dà una spiegazione completa ed esaustiva della trama e del significato di questo bellissimo film!
Grazie Patrizia!
Sono contento che l’articolo sia piaciuto. È un film molto particolare e di nicchia, ma per me ha un significato molto profondo, oltre ad avere una forte carica emotiva.
Grazie ancora
Francesco