Quando si fa un adattamento, c’è sempre il rischio di creare una brutta copia dell’originale.
La mancata fedeltà all’opera di partenza può essere vista come un oltraggio. Tuttavia, bisogna ricordare che ogni tipologia artistica ha un codice specifico attraverso cui comunicare un messaggio. Teatro e cinema sono due forme d’arte che combinano insieme più codici per raccontare una storia o un’idea. Immagini, suoni e parole contribuiscono insieme alla costruzione del significato generale e alla creazione di una risposta emotiva nello spettatore. Proprio perché hanno codici in comune, teatro e cinema sono tra loro imparentati e non è raro vedere un’opera teatrale debuttare sul grande schermo o viceversa.
E tra i tanti scambi, non poteva non arrivare in teatro un film che parla di uno dei suoi grandi protagonisti.
Stiamo parlando, ovviamente di Shakespeare in love. A tre anni dal debutto nei teatri londinesi, l’adattamento teatrale del film di John Madden, curato dallo sceneggiatore Lee Hall, arriva finalmente in Italia. Dopo la prima all’arena di Verona quest’estate e dopo essere stato ospite nella Capitale fino al 18 novembre, lo spettacolo inizierà il proprio tour in varie città della penisola. Sarà a Napoli, Torino, Padova, Reggio Calabria, Catania, Jesi e Pesaro.

La storia è la stessa che abbiamo imparato a conoscere e amare. Un giovanissimo Shakespeare è alla ricerca di ispirazione per scrivere una commedia teatrale. Viola De Lesseps è una giovane di famiglia ricca, promessa in sposa a Lord Wessex che ha però altre aspirazioni. Il suo sogno è quello di recitare, di vivere in maniera avventurosa e un amore vero. Il loro incontro cambierà l’esistenza di entrambi: Viola potrà realizzare anche solo per una volta il suo desiderio di calcare il palcoscenico. Shakespeare, invece, darà vita l’opera più importante della sua carriera, Romeo e Giulietta.
Questa volta, però, la storia si svolge su un vero palco teatrale.
Accade così che un racconto che celebra il teatro come fonte di vita, arriva a casa. Convivono sullo stesso palco una messa in scena classica e una contemporanea. Accanto alle strutture architettoniche, ci sono delle proiezioni video. Da una parte abbiamo il famoso balcone (che richiama il Globe), una pedana girevole, porte di grande dimensione usate come sipario. Dall’altra immagini che, proiettate sullo sfondo, arricchiscono la scena. Si celebra così l’evoluzione del teatro che da secoli accompagna e allieta la vita degli esseri umani su tutto il pianeta.

Shakespeare in love è una celebrazione del teatro. Recitare dà modo di sfogare le proprie emozioni trasmettendole ad altre persone. La rappresentazione della vita sul palcoscenico, anche se finta, ha un’intensità e un valore che riescono a superare la realtà. Tutto è più conciso, sintetico, concreto nello spazio scenico. Tutto assume un significato, un senso, un equilibrio che aiuta a rendere la vita più comprensibile, quindi più vivibile.
Il film ha avuto un grandissimo successo anche grazie alle grandiose interpretazioni dei due protagonisti: Gwyneth Paltrow e Joseph Fiennes.
Nel teatro italiano ci sono Lucia Lavia e Marco De Gaudio. Entrambi si dimostrano all’altezza dei rispettivi cinematografici. Lui, oltre a ricordare fisicamente Fiennes, riesce a raccontare il tormento di un poeta che ha difficoltà nell’esprimersi in maniera non banale, equilibrando bene il tono comico con quello più tragico. Lucia Lavia rende Viola un’eroina portatrice di modernità ma anche di un femminismo ante litteram. Convince altresì la sua interpretazione di Thomas Kent, l’alter ego maschile di Viola. I passaggi da un personaggio all’altro sono rapidi e continui: “Il cambio di costume più veloce”, dichiara Lavia, “è di 25 secondi”. L’affiatamento tra i due interpreti è evidente ed è grazie a questo che la storia d’amore diventa credibile ed emozionante. Molto bravi anche gli altri interpreti dello spettacolo. Una menzione speciale va fatta per Gulliver, il cagnolino Macchia. La sua entrata in scena è assolutamente indimenticabile!

Meravigliosi i costumi di scena colorati e vivaci che contribuiscono a creare l’atmosfera elisabettiana. Atmosfera resa ancor più suggestiva dai cori a più voci e dalla musica dal vivo eseguita dagli stessi attori. Tra gli strumenti suonati, alcune chitarre, un flauto traverso, un violoncello e anche un ukulele. Il tutto, unito alle celebri e bellissime liriche del Bardo, non può che coinvolgere lo spettatore e affascinarlo.
Lo spettacolo si discosta di poco dal film a livello di storia. Tuttavia, il tono del finale è più leggero, più ottimistico. Si punta sull’idea che entrambi i protagonisti abbiano raggiunto il proprio obiettivo. Anche se la loro storia non avrà futuro, entrambi sono riusciti a essere ciò che desideravano, grazie al loro amore e all’amore per il teatro.
Shakespeare in love è bello, emozionante e intenso. Uno spettacolo che fa sognare e, a tratti, commuovere, ma che fa anche ridere parecchio. Se avete visto e amato il film, non potete perdervelo. Se non lo avete fatto… idem!
Federica Crisci e Francesca Papa