Platone: il suo pensiero riassunto in teatro grazie alla regia di Giovanni Franci.
Inizia così la nuova stagione di “Off/Off Theatre” in Via Giulia.
Ci troviamo a Roma alla première d’ottobre, o forse nell’Atene del V Secolo, ed in scena ritroviamo dei volti noti: Eutifrone, Critone, Alcibiade e Fedone.
Quattro personaggi accomunati da grandi quesiti, dalla formula linguistica ed universale del “che cos’è”, dal dubbio e dalla profonda riflessione; tutte questioni prolificate da Socrate.
In scena l’opera “Dialoghi/Platone” diviene un’accattivante trasposizione filosofica in chiave contemporanea.
Socrate è interpreto da Paolo Graziosi. L’attore è conosciuto ai più per essere stato notato e portato in teatro da Franco Zeffirelli. Lo rivedremo al cinema a Dicembre con la pellicola “Pinocchio” di Matteo Garrone nel ruolo di Mastro Ciliegia.
Ma fino al 20 ottobre è possibile apprezzarlo nelle vesti del filosofo che si occupò delle grandi questioni etiche come il coraggio, la giustizia, il sacro, l’eros. Ieri come oggi fondamentali spunti di riflessione.
Socrate usava il linguaggio come strumento per porre l’attenzione sull’universale. Le frasi di Platone, o meglio dire in questo caso fasi, ripercorrono la confessione di ignoranza. L’ammissione del sapere di non sapere, lo scetticismo e l’ironia, testimoniati nei dialoghi di Platone, vengono quindi riportati sul proscenio, come le facce di una differente medaglia, dal giovane cast under 30.
Gianmarco Bellumori interpreta Eutifrone, un ragazzo che denuncia il proprio padre di un reato gravissimo. Fabio Vasco è Critone, migliore amico del filosofo. Riccardo Pieretti è Alcibiade, incarnazione stessa dell’erotismo. Alberto Melone, Fedone, descriverà gli ultimi istanti di vita del filosofo.
Un racconto corale, i Dialoghi di Platone, in cui viene sottolineata l’importanza di conoscere e definire i propri limiti.
Solo chi in maniera preliminare si riconosce ignorante può migliorare se stesso, godere di differenti punti di osservazione e quindi travalicare quei limiti. Invece, chi crede di sapere, non sente la necessità di cercare e la sua tracotanza non lo porterà ad imparare e, perché no, a migliorare sé stesso e chi gli sta a fianco.
È la confutazione il momento fondamentale dell’indagine filosofica, anche in punto di morte.
È l’ironia socratica, complessa e lampante, equiparabile al tranello, che viene elogiata in scena. Indicata come incipit per sgretolare le convinzioni altrui. Atteggiamenti funzionali per evidenziare gli errori dell’interlocutore e per intavolare una discussione che rimetterà in discussione tutte le certezze che tali non sono.
La ricerca della verità è sempre una strada in salita. La vetta è sempre difficile da raggiungere. Talvolta per raggiungere la meta sarà necessario il sacrificio. L’immolazione sarà un monito oltre i secoli, oltre le opere scritte, al di là delle brutture sociali contemporanee.
Il pensiero di Platone per confutare e compiere la rivoluzione, ieri ed oggi.
Leggere la Repubblica di Platone e codificarla in maniera contemporanea
Alessia Aleo