Un Barbiere di Siviglia per lo streaming nato “tra le corde” del Teatro dell’Opera di Roma.
Un vecchio saggio dice che “bisogna fare di necessità virtù“. I recenti DPCM hanno disposto la chiusura dei teatri per contrastare la seconda ondata della pandemia da COVID-19. Il coniglio da tirare fuori dal cappello è lo streaming video, elemento ora essenziale per mantenere l’attenzione del pubblico. Il Teatro dell’Opera di Roma, con l’inaugurazione effettuata sabato 5 dicembre, della stagione 2020-2021 con Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini, ha concepito uno spettacolo fatto in teatro a porte chiuse direttamente per lo streaming video (è infatti andato in onda su Rai 3 e vi sarà la possibilità di rivederlo il 31 dicembre su Rai 5).
Il lavoro di Mario Martone include scene di post produzione e trasforma il vuoto Teatro dell’Opera di Roma in un gigantesco set per lo spettacolo. Gli attori recitano usando tutti gli spazi del teatro (su tutti il palco reale che diventa il balcone della casa di Don Bartolo), muovendosi in una scenografia semplice, curata dallo stesso Martone, dominata da delle corde che “ingabbiano” la sala del Costanzi; corde che rappresentano la casa dove vive la protagonista Rosina, una casa che però la divora. Mario Martone inoltre mette in scena il personale del teatro come costumiste e fonici, facendoli diventare parte attiva dello spettacolo. Si vede quindi un’idea che parla della realizzazione di un spettacolo quasi film opera ed il suo dietro le quinte insieme.
Martone non si scorda mai che comunque siamo davanti ad una commedia (nella scena della barba è esilarante vedere il Maestro Gatti misurare la febbre a Don Basilio con la pistola laser e Don Bartolo che, per lo stesso motivo, si metteva sotto un velo).
In giro per Roma
Mario Martone inserisce anche Roma; la scena più divertente è quella in cui il maestro Gatti gira in scooter per la città per andare a prendere Figaro per andare a girare questo “film”. Ma, una volta in teatro, la magia è quella dell’opera.
Il Barbiere di Siviglia: sorriso in un momento di pianto
La vicenda del Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini è quella che serve in un momento di tragedia come quello che stiamo vivendo. Le trame organizzate da Figaro, barbiere di Siviglia, per aiutare il Conte d’Almaviva per sposare l’amata Rosina, che il vecchio Don Bartolo vuole sua, sono spassosissime. La musica di Gioacchino Rossini è frizzantissima. La concertazione di Daniele Gatti, coadiuvato dall’Orchestra e dal Coro del Teatro dell’Opera di Roma istruito da Roberto Gabbiani, mette perfettamente in luce tutte le preziosità della partitura.
Andrzej Filończyk è un Figaro dalla voce sicura e squillante ed è molto presente scenicamente, così come il simpaticissimo Conte d’Almaviva di Ruzil Gatin. Vasilisa Berzhanskaya è una Rosina dalle mille sfaccettature: è giovanile, amorosa ma anche pronta a difendere le proprie idee, talvolta eccedendo con degli accenti che rendono il personaggio quasi stregonesco. Don Bartolo è il magnifico Alessandro Corbelli, il veterano del cast; il suo personaggio è comicamente vittima delle trame di Figaro e Don Basilio; Corbelli, dall’alto della sua esperienza, anche tramite la regia che lo vuole seduto su di una sedia a rotelle, sa come rendere molto bene quest’aspetto. Alex Esposito è un Don Basilio cattivo, perfido ma sempre insinuante e comico allo stesso tempo. Di ottimo livello anche la Berta di Patrizia Biccirè, il Fiorello di Roberto Lorenzi, l’Ambrogio di Paolo Musio e l’Ufficiale di Pietro Faiella.
Il grande teatro
Non da ultimo, il grande teatro, la grande arte. In teatro si vuole vedere la bellezza, come quella espressa dai costumi di Anna Biagiotti e dalle luci di Pasquale Mari e dalle idee registiche, su tutte le corde tagliate alla fine da tutto il cast; una grande scena che celebra la libertà e l’amore. Mario Martone inserisce, nei finale atto primo, filmati antichi, tra i quali quelli dell’Istituto Luce, che fanno vedere il nostro teatro pieno con personaggi di alto livello come Maria Callas (straordinaria interprete, tra le altre cose, di Rosina); una folla che si spera tornerà a riempire i nostri teatri e luoghi della cultura il prima possibile. Bellezza e nostalgia sono il degno coronamento di uno spettacolo realizzato inoltre con distanziamenti e mascherine, che, adesso come adesso, costituiscono un notevole valore aggiunto.
Marco Rossi
(recensione della prima andata in onda su Rai 3 sabato 5 dicembre 2020) alle 16:15
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