Con “Perfetta” Geppi Cucciari e Mattia Torre sfidano tabù e luoghi comuni sul ciclo

Geppi Cucciari oggi

“Perfetta”, il monologo di Geppi Cucciari, scritto e diretto da Mattia Torre ha debuttato il 31 ottobre all’Ambra Jovinelli di Roma.

Resterà in scena all’Ambra Jovinelli fino all’11 novembre 2018 “Perfetta”, con l’esilarante Geppi Cucciari oggi impegnata a raccontarci un tabù denso di luoghi comuni: il ciclo delle donne.

Mattia Torre, autore e regista del monologo, è uno sceneggiatore affermato. Ha messo la propria intima esperienza di malattia nella riuscitissima serie tv “La linea verticale”. Lì mi ha commosso, fatto riflettere, fatto sorridere, tra il reale e il surreale.

Qui si cimenta con un tema sicuramente estraneo alla sua esperienza diretta: l’animo e la psicologia di una donna nell’arco del ciclo mestruale. Una sfida che in gran parte lo vede vincitore.

Geppi Cucciari ci racconta le quattro fasi del ciclo attraverso quattro martedì, che si susseguono. Avete mai visto il film con Bill Murray, “Ricomincio da capo”? In quella pellicola un giornalista riviveva ogni mattina lo stesso giorno, il giorno della marmotta (il Groundhog Day che è anche titolo originale del film).

Nel monologo “Perfetta”, invece, Geppi Cucciari è una donna che vive un martedì uguale al successivo per quattro settimane. La routine è la stessa: istruzioni alla colf, acquisto dei fiori, lavoro, pausa pranzo, lavoro, cena a casa, dopocena con il marito. I martedì sono tutti uguali, cambia solo lei, come Bill Murray, che è costretto a vivere ogni giorno lo stesso 2 febbraio. Ogni martedì è per la protagonista di “Perfetta” l’inizio di una delle fasi.

Geppi Cucciari è da sola sul palcoscenico, dietro di lei uno sfondo che cambia colore a seconda della fase del ciclo che il monologo ci racconta.

Il primo martedì coincide con il primo giorno delle mestruazioni. Lo sfondo è, come prevedibile, rosso. L’umore è cattivo e insofferente. Tutto appare pesante. La protagonista ha “voglia di nuocere”.

Il secondo martedì inizia la fase follicolare, fatta di leggerezza e senso di onnipotenza. Geppi Cucciari si muove davanti ad uno sfondo è giallo. Ricomincia la stessa routine: tutto uguale e tutto diverso. La protagonista è piena di energia, entusiasmo immotivato, ottimismo, visione positiva della vita.

Il terzo martedì inizia l’ovulazione, lo sfondo è verde-acqua. Si è ancora al massimo dell’energia ed empatia con gli altri e ci si sente in totale connessione con il mondo.

Geppi Cucciari oggi

Il quarto martedì si è in piena fase pre-mestruale. La protagonista è immersa nel suo nervosismo. Si sente nel pieno dell’apocalisse ed è pronta sia ad affrontarla sia a scatenarla, a seconda di cosa sarà necessario. Lo sfondo dietro Geppi Cucciari è, infatti, di nuovo rosso, ma molto più cupo, tende quasi al nero.

Nel monologo “Perfetta” il ciclo della donna viene messo in paragone con il ciclo della luna. “L’uomo è lineare, la donna è ciclica” e lo è per natura, come la luna: questo è ciò che si ricava nella visione di “Perfetta”. Noi donne per vivere bene il ciclo dovremmo solo cercare di accettarlo per quello che è: non una condanna, non una disgrazia, qualcosa di naturale.

A dispetto del titolo, “Perfetta” ha pregi e difetti, che lo rendono, comunque, degno di essere visto.

I difetti sono due: il primo è che si muove su un pericolosissimo e sottile filo sotto il quale ci sono i luoghi comuni. A volte resta in perfetto equilibrio sul filo, altre volte precipita nel luogo comune. Si salva, però, con la premessa dell’inizio: Geppi Cucciari dice che ci racconterà il suo ciclo, pur sapendo che quello che dirà non vale per tutte le donne, ma solo per lei, che, però, i luoghi comuni li possiede tutti. Ad esempio, quante saranno le donne che hanno voglia di fare l’amore solo nella fase ovulatoria?

Il secondo difetto è che, pur partendo dal poetico e, per certi versi, pertinente, paragone tra la donna e la luna e presentando il tutto come parte della naturale identità della donna, rischia di presentare il ciclo come elemento principale di quella identità.

Invece, è bene ricordare che nel XXI secolo, almeno nei Paesi occidentali, la vita della donna si è allungata al tal punto da non coincidere più con la lunga fase del ciclo e della fertilità. E nel lungo e forse eterno percorso dell’emancipazione delle donne e di ogni donna, è bene rammentare che l’identità femminile si costruisce anche oltre la nostra indispensabile e innegabile biologia.

Tutto ciò che ho scritto finora, tuttavia, mette in luce uno dei grandi pregi di questo spettacolo: induce alla riflessione, soprattutto le donne, immagino. Invito, quindi, gli uomini ad assistere a “Perfetta” andando anche loro oltre la conferma apparente dei luoghi comuni e delle loro esperienze con le donne vicine.

Altro pregio dello spettacolo, come già anticipato, è che comunque parla di un argomento tabù, che solo da qualche anno si cerca di superare in modo sistematico, come confermano libri e spettacoli teatrali simili a questo.

Infine, “Perfetta” conferma le aspettative del pubblico, perché è comunque divertente, oltre che leggero e – a tratti – poetico quanto basta.

Geppi Cucciari è brillante come sempre, anche se alla prima sembrava un po’ sotto tono. O forse è stata proprio una sua scelta interpretativa quella di non essere troppo istrionica e sopra le righe. Ciò nonostante, gli effetti comici del testo di Mattia Torre sono perfettamente riusciti.

Stefania Fiducia

Splendida quarantenne aspirante alla leggerezza pensosa. Giurista per antica passione, avvocatessa per destino, combatto la noia e cerco la bellezza nei film, nella musica e in ogni altra forma d'arte.

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