Il teatro Parioli di Roma ha sollevato un sipario che quest’anno lascia davvero a bocca aperta. Dopo il Mistero Buffo di Matthias Martelli, arrivano sul palco Ale e Franz, felicissimi di ritrovarsi insieme dopo due anni di Pandemia, periodo in cui è nato questo nuovo show dal titolo Comincium.
Lo spettacolo dal vivo inizia a tirare qualche lievissimo respiro di sollievo e noi con lui. Tornare a teatro e avere la possibilità di stringerci ancora nelle risate vivendo solo il momento è un’esperienza bellissima e condivisa.
Riprendiamo quel cammino che negli ultimi venticinque anni ci ha permesso di raccontarvi le nostre storie, i nostri incontri; ci ha permesso di ridere innanzitutto di noi stessi, come davanti ad uno specchio, e ci ha aiutato a condividere, con voi, la nostra comicità.
Siamo pronti
Mezza sala
Buio
Comincium!… perché ci siete mancati tanto
Ale e Franz
Tre sketch, un duo e una band dal vivo
Uno duo inossidabile dal 1995, arrivato alla ribalta televisiva con Zelig nell’ormai lontano 2000: e chi se li scorda a litigare su quella panchina, con il loro strano umorismo? Il format sembra ricalcare un po’ la satira oraziana del seccatore e rivela ancora tutta la sua modernità cavalcando i temi più attuali.
La panchina è una delle protagoniste anche di Comincium – spettacolo in scena a Roma dal 16 al 27 febbraio per la regia di Alberto Ferrari – insieme alla fermata dell’autobus e ad un tavolino. Ad Ale e Franz non servono molti oggetti di scena per raccontare quello che vogliono raccontare.
In questo show, accanto a loro c’è anche una fantastica band che accompagna con musiche dal vivo tutto lo spettacolo: Luigi Schiavone alla chitarra, Fabrizio Palermo al basso, Francesco Luppi alle tastiere, Marco Orsi alla batteria e Alice Grasso alla voce; quest’ultima recita anche in uno degli sketch con Ale e Franz.
Uno sguardo leggero sul mondo
Nei tre mini show ascoltiamo parodie sulle tematiche più calde della contemporaneità (dall’ecologia alla questione di genere, passando anche per il temibile algoritmo di Google) riecheggiando anche la comicità tipica del cinema italiano. Nello sketch finale dei due vecchietti che scrivono una lettera al presidente della Repubblica, perché credono di essere stati richiamati in guerra, non possiamo non pensare a Totò in “Totò Peppino e la Malafemmena” o a Mastroianni e Benigni in “Non ci resta che piangere”.
In questo contesto comico si rende evidente la necessità di alleggerire tante sterili polemiche che ogni giorno ci dobbiamo cibare nel mondo online e offline: abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo anni di profonda introspezione e solitudine. La voglia di Ale e Franz di ritrovarsi su questo palco e regalare un sorriso è fortissima, tanto che forse l’unica pecca dello spettacolo è la durata. Non siamo più abituati a stare in sala così a lungo!
Nonostante questo, Ale e Franz confermano una maestria pazzesca sul palco: hanno dei ritmi formidabili e a volte è quasi difficile corrergli dietro tra una risata e l’altra. Un duo sorprendente che speriamo torni a Roma prestissimo.
Alessia Pizzi