Platone: dottrine non scritte per sopravvivere ai primi mesi di scuola
Seduti tra i banchi di scuola è nuovamente tempo di interrogazioni e compiti per casa.
Il profumo di salsedine è ormai un lontano ricordo. I tuffi al mare sono un’istantanea su Instagram da far vedere ai compagni di classe. La gara ai like sui social lascia il posto alla ricerca del buon voto a scuola per la sopravvivenza.
Ci sarà chi per la prima volta si approccerà allo studio della filosofia. Il pit-stop obbligatorio porterà all’incontro di alcuni “mostri sacri”.
Di chi parliamo?
Allacciate le cinture: Socrate e Platone.
Ecco qualche suggerimento per un’ottima interrogazione.
Innanzitutto partiamo dalle questioni preliminari. Contestualizzate i due filosofi. Parlate del periodo, della vita e delle opere.
Citare Socrate parlando di Platone è inevitabile.
Bisogna ricordare che per Socrate la ricerca ha un valore etico non solo strumentale bensì la identifica come azione buona di per sé. Quindi chi impiega le proprie risorse per cercare di capire cosa significa essere virtuoso, in un certo senso, sta già praticando la virtù stessa.
Cosa si intende quindi per virtù?
Socraticamente si interpreta la virtù come un metodo di ragionamento secondo la “giusta condotta da tenere”. È la capacità di saper coordinare i dati acquisiti dalla consapevolezza nel modo migliore per agire correttamente. Difatti la moralità non è scienza come le altre scienze ma implica l’acquisizione di consapevolezze fenomeniche differenti.
Platone tra tutte le sue opere, più precisamente nel “Gorgia”, porta avanti la tesi che è meglio patire un’ingiustizia piuttosto che commetterla. Chiara dimostrazione dell’interpretazione del pensiero socratico da parte del discepolo Platone. Ciascuno è responsabile di sé e degli altri.
L’indagine stessa volta a capire se le sue opinioni morali sono corrette si decifra in una sorta di esame di coscienza in cui il rinvenimento e l’eliminazione dell’ignoranza vanno alla stregua con la scoperta e l’eliminazione del vizio morale.
La virtù è conoscenza.
Socrate parla per mezzo di Platone. I suoi scritti sono quasi tutti dei dialoghi. In essi l’autore non figura mai come personaggio. Il filo conduttore di Platone e tutte le opere è incardinato nel protagonista: Socrate. Questa ambivalenza pone l’accento sulla difficoltà di capire dove comincia il suo pensiero e dove finisce quello del suo maestro.
Proseguiamo poi con un elenco sommario per memorizzare il contenuto dei suoi scritti.
L’opera platonica è composta da 34 dialoghi, un monologo e una raccolta di lettere.
Platone: tutte le opere
Apologia di Socrate è il monologo in cui il protagonista si difende davanti ai giudici.
Nel Critone, Socrate in carcere rifiuta la proposta di fuggire fatta da Critone.
Eutifrone, Liside, Carmide, Lachete, Ippia Maggiore in questi dialoghi Socrate conduce l’indagine su un concetto di carattere generale, confutando le risposte dei suoi interlocutori. In ordine si parla del sacro, dell’amicizia, della temperanza, del coraggio, della bellezza e della virtù.
La Repubblica di Platone versione integrale è l’approccio al concetto di giustizia e al modello ideale di Stato. È una delle opere più complesse.
Leggere la Repubblica di Platone e codificarla in maniera contemporanea
Ione tratta di Poesia.
Alcibiade Primo parla del primato dell’anima e dell’educazione interiore.
Ippia Minore vede il confronto tra Achille e Odisseo.
Nel Gorgia Socrate parla della retorica, della felicità e del giusto.
Protagora vede duellare Socrate con un sofista. L’argomento principe sarà la virtù e la sua impossibilità di essere insegnata.
Menesseno è una parodia della retorica a lui contemporanea.
Cratilo evidenzierà i problemi gnoseologici.
Fedone, forse una delle opere più conosciute, pone l’accento sull’immortalità dell’anima e la dottrina delle idee.
Il Simposio vede come argomento clou l’eros.
Teeto e il relativismo protagoreo.
Parmenide in cui la dottrina delle idee viene messa a dura prova.
Il Sofista dove si individuano cinque generi di realtà.
Filebo parla della vita buona.
Politico, come dice la stessa titolazione, definisce la figura del politico e l’importanza della legge.
Il dialogo più lungo, Leggi, in cui Platone descrive uno Stato ideale meno irrealistico rispetto a quello definitivo nella sua opera La Repubblica.
Platone e la crisi di governo italiana, suggerimenti senza tempo per addetti ai lavori
Infine Crizia un’opera incompiuta e contiene il mito di Atlantide.
Con questi elementi alla mano il rientro a scuola sarà più leggero.
Una mappa concettuale su come affrontare l’interrogazione ed il gioco è fatto.
Buon anno scolastico a tutti.
E soprattutto buona “filosofia”.
Alessia Aleo