L’estate 2019 si sta dimostrando un’autentica “Spoon River”: dopo Andrea Camilleri, Valentina Cortese, Luciano De Crescenzo e Mattia Torre, è scomparsa anche Ilaria Occhini.
Attrice versatile, capace di passare da personaggi romantici a quelli drammatici, anche se nell’ultima parte della sua carriera si era concentrata nel ruolo della saggia, critica nonna osservatrice, è stata una personalità molto presente nel panorama artistico italiano.
Nata a Firenze nel 1934, aveva iniziato la sua carriera a 19 anni per poi diplomarsi a Roma all’Accademia D’Arte Drammatica ‘Silvio D’Amico’. La televisione le dà le prime opportunità intorno agli anni ’50, dove partecipa ad alcuni sceneggiati, come Jane Eyre del ’57, in cui interpreta la protagonista.
Inizia così una carriera con importanti registi, grandi colleghi e prestigiosi premi.
Reciterà affianco ad attori del passato Nino Manfredi, Arnoldo Foà, Vittorio De Sica, Romolo Valli, Adriana Asti, Alberto Lionello; arrivando alle nuove ‘generazioni’ come Stefania Rocca, Sergio Castellitto, Veronica Pivetti, Valerio Mastandrea, Ennio Fantastichini e Lunetta Savino.
Si prodiga a tutto tondo, dal palcoscenico al cinema, dove raramente è protagonista. Il pubblico la nota per la sua giovane bellezza e, più avanti con il tempo, per la sua solarità anche se all’apparenza austera. Una recitazione viva, variegata ma sempre semplice, capace di entrare (e rispecchiarsi) nella vita di molti.
Grande attività fu nell’ambito teatrale.
Basti pensare che la sua prima esperienza fu con il Maestro Luchino Visconti, con cui prenderà parte al testo goldoniano L’impresario di Smirne. Dopo lui, verrà diretta da personalità quali Luca Ronconi, Vittorio Gassman. E poi Giuseppe Patroni Griffi, Orazio Costa, riuscendo a dare vita a personaggi usciti dalla penna di autori come Cechov, Shakespeare, Pirandello e Flaiano. Tutto in un’attività di oltre cinquant’anni.
La sua esperienza si nota spesso nella gestione dei caratteri, spesso diversi, ma tutti riuniti dalla classe umana e gentile che riusciva sempre a dare alle sue caratterizzazioni.
Si pensi a uno dei personaggi che l’ha riavvicinata al pubblico più giovane nel 2010: la nonna di Tommaso e Antonio nel film di Ozpetek Mine Vaganti, personaggio che la valse il David di Donatello.
Nella sua tristezza di donna, che ha creato una famiglia con un uomo che ha imparato ad amare (anche se nei suoi sogni è presente ancora qualcun altro), si prodiga nel far sentire alla sua famiglia l’importanza di essere uniti, sopratutto di fronte ai pregiudizi, di fronte ai quali tutti siamo inermi.
Un personaggio pronto a fare veramente qualunque cosa per tutti, senza però dimenticare le gioie della vita.

Elegante e brillante; perfezionista e dalla bellezza fine e distinta; Ilaria Occhini si è sempre dimostrata attenta anche all’attualità che la circondava. Poco silenziosa nel campo politico e sociale, ma riservata e fedele nella vita privata. Si sposò una volta sola, nel 1966 con lo scrittore e sceneggiatore Raffaele La Capria.
Un altro talento che non c’è più. Un sorriso capace di dire e non dire allo stesso tempo. Signori, si è spenta una grande Attrice.
Francesco Fario
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