Nuove news sul fronte Coronavirus: Conte ha annunciato che i provvedimenti presi, sia quelli riguardanti la chiusura delle attività sia quello che riguarda la scuola, non potranno che essere prorogati.
Siamo tutti sigillati in casa da svariati giorni e questa reclusione non potrà che continuare nelle prossime settimane.
La gente sta reagendo come può a questa condizione stringente e limitante: alcuni si fanno coraggio disegnando arcobaleni accompagnati dall’hashtag #andratuttobene; altri espongono sui balconi la bandiera nazionale e si riuniscono sul terrazzo per cantare l’inno di Mameli; altri organizzano dj set sui tetti.
Noi della redazione di CulturaMente abbiamo lanciato il #CoronaChallenge e continuiamo a spacciare cultura, in un momento in cui a causa del Covid 19 lo spazio per le attività culturali sembra ridursi.
Ma cosa succede nel privato, quando deponiamo il telefono?
A casa noi siamo in tre: io, il mio compagno – che da oggi non uscirà per andare a lavoro- e la nostra neonata di 50 giorni.
Lei ci salva dall’esaurimento nervoso imponendoci una routine fatta di poppate, ruttini e cambio pannolini. In pratica non ci si annoia mai.
La televisione è rigorosamente spenta. Noi ascoltiamo musica e cerchiamo così di non pensare a quello che succede fuori, salvo poi ascoltare ogni giorno alle 18:00 “il bollettino di guerra” della protezione civile.
Oggi, dopo dodici giorni di prigionia, sono dovuta uscire per andare in farmacia e ho dovuto fare i conti con la realtà, una realtà ben più tremenda di quelle rappresentate nelle distopie di Black mirror, Handmaid’s tale, 1984.
Le strade sono semi-deserte. Quelle poche persone che sono uscite per comprare il necessaire sono completamente bardate e si guardano con reciproca diffidenza, mantenendo una distanza di almeno due metri.
Non vedo l’ora di rinchiudermi nuovamente in casa e di tornare dalla mia figliola.
Un pensiero però inizia a tormentarmi: andrà veramente tutto bene?
Anche quando l’emergenza sarà rientrata e ci saremo sbarazzati del Covid 19 tornerà davvero tutto come prima? Riusciremo ad abbracciarci senza essere diffidenti? Torneremo a usare la stretta di mano come forma di saluto? Avremo più il coraggio per partecipare agli aperitivi?
O più rimarremo tappati in casa e più avremo difficoltà a recuperare la nostra convivialità? Lo scopriremo solo vivendo.
Valeria de Bari