Rick and Morty, episodio 2: “Evoluzione canina”

Ecco il secondo episodio, che vale pilot, nottate insonni e spese di produzione.

Rieccoci qui, con il secondo episodio di questo gioiello dell’animazione 2D che è Rick and Morty. Differentemente da altre serie TV animate, in Rick and Morty si segue il filo logico degli avvenimenti, anche se il più delle volte la cosa non viene molto sottolineata, perciò se non ricordate ciò che è giù successo nella puntata precedente e non potete vivere senza conoscere ogni sfumatura dei personaggi che agiscono di fronte i vostri occhi, qui.
 
Episodio 2: “È tutto finito, Jerry. I cani perseguiranno una guerra per il dominio globale. Ma, ehi! Almeno non pisciano sul tappeto, giusto?”
Stavolta Rick e Morty dovranno cercare di impiantare nella mente dell’insegnante di matematica del ragazzo l’idea di dargli una A, cosicché lui non sia costretto a studiare per trascurare le avventure con il nonno in giro per il cosmo perché, ci teniamo a ribadirlo “I compiti sono stupidi, Morty, l’idea è quella di averne di meno e basta”. Allo stesso tempo, dovranno fare in modo di ristabilire l’equilibrio in casa Smith, che vede la crescita esponenziale dell’intelligenza del cane, Snuffles, il quale decide di soggiogare la razza umana, colpevole di millenari misfatti ai danni della razza canina.
E così, si recano a casa dell’assolutamente scevro da interpretazioni stereotipate insegnante di matematica (oh, come ci piacciono gli stereotipi umoristici!) e, attraverso un dispositivo brevettato da Rick stesso, entrano nei suoi sogni.
Sarà una discesa negli inferi onirici dai contorni sempre più demenziali e grotteschi, fino al punto in cui si ritroveranno a dover calmare gli incubi di Scary Terry, un’esilarante parodia di Freddy Krueger di Nightmare (con tanto di filastrocca inquietante di sottofondo), a mimetizzarsi in una festa promiscua dove si viene puniti con la morte se ci si rifiuta di concedersi al “piacere” e a ragionare esattamente come in “quel film di cui parli in continuazione”. Parliamo di Inception, ovviamente, “solo che qui avrà senso”.
“Non giudicare, Morty”
Al loro ritorno, avranno di fronte un mondo completamente ribaltato, in cui cani bionici detteranno le regole di una nuova società in cui l’uomo non è altro che una creatura servizievole e in grado di regalare ottimi passatempi attraverso lo sfruttamento gratuito. Orribile, vero? O forse solo una prospettiva in cui l’essere umano si trova a non essere alla cima della catena alimentare?
Non abbiamo intenzione di dare una lettura animalistico-etica – anche se forse qualche domanda al riguardo sarebbe necessario farsela – perciò arriva il momento di ristabilire i canoni umani conosciuti finora e quale altro modo se non quello di viaggiare attraverso i sogni di un cane, ormai talmente intelligente da avere un inconscio che si presta perfettamente a questa pratica?
“Appare chiaro, ormai, in questo momento, che l’era della superiorità umana sia giunta ad un triste epilogo”
La cosa affascinante di questo episodio – e di questa serie in generale – è la minuziosità con cui la trama si sviluppa, senza lasciarsi indietro falle o incomprensioni, di come i temi parodiati trovino una perfetta strada secondaria su cui snodarsi e di come la satira si intrecci perfettamente senza sbavature e sentimentalismi.
I sogni a matrioska, spinti al limite del paradosso, sono comunque un’intelaiatura perfetta su cui è costruita una storia, per quanto umoristica, estremamente seria nella sua riuscita; l’idea di inconscio, seppure palesemente studiato a tavolino, calza a pennello per ogni personaggio.
Ovviamente, nel momento in cui ci troviamo di fronte ad una parodia velata (anche se qui sarebbe più corretto dire affogata) nel black humor, è necessario rendersi conto che la stereotipizzazione dei personaggi, per quanto poco politically incorrect, bypassa le sviolinate non necessarie e stabilisce un focus preciso che cattura l’attenzione dello spettatore fino alla fine. Ci sentiamo quindi in dovere di fare un appello speciale ai moralisti dalla compassione facile e dal senso dell’umorismo praticamente assente: Rick and Morty non è una serie per voi.
In ogni caso, questo episodio (e molti altri a venire, state tranquilli!) ci fa capire come gli autori diano briglia sciolta alle supposizioni e ai cambi di punti di vista, dando vita a trame che ci lasciano a bocca aperta e con la voglia di applaudire per un tempo infinito.
No, in realtà solo per il tempo necessario a premere Play su “Guarda prossimo episodio”.

Tuni Laurenti

Nata nella Terra di Mezzo da genitori elfi, coraggiosi e fighi, Tuni Laurenti venne rapita da Papà Castoro e cresciuta nella menzogna. Per questo ha tanto potenziale ma davvero poca fiducia in se stessa. Scappa a dieci anni insieme al fido amico Charmander, amorevolmente soprannominato Zippo, alla ricerca della Valle Incantata, del Santo Graal e di un cerotto per vesciche ma si sbaglia, scende a Quintiliani e si trova dispersa in un mondo parallelo, quasi oltre il raccordo. Il suo sogno più grande è quello di poter finalmente vedere in carne ed ossa l’Invisibile Unicorno Rosa e istituire il Fantaghirò-Day, per instillare nelle giovani ragazze con sogni di gloria la scintilla della fiducia in se stessi. Aspetta con trepidazione il Ragnarök, momento cruciale in cui finalmente potrà spodestare Papà Castoro e vendicarsi per averle negato la vita da strafica che ha sempre sognato.

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