Only murders in the building 2: recensione del settimo episodio

Only murders in the building 2x7 recensione

Perfettamente simmetrico rispetto al sesto episodio della prima stagione, anche il settimo episodio della seconda stagione ha come fulcro narrativo la vita di Theo Dimas. Sordo dalla nascita, il figlio dell’imprenditore greco ci costringe ogni volta a rallentare i ritmi della narrazione e aumenta la nostra empatia in modo esponenziale.

Mabel, Oliver e Charles, nonostante le loro vite complicate e nodi da sciogliere, sono dei personaggi allegri e sopra le righe. Theo invece, pur vivendo nella stessa città, è molto più solo, molto più isolato, molto più triste. New York è una città frenetica e caotica, e una persona sorda può davvero sentirsi esclusa dalla vita che scorre intorno. il fatto che a interpretarlo sia James Caverly, un attore sordo, conferisce a questo personaggio una profondità e un forte collegamento con la realtà. Inoltre, dà una rappresentazione corretta delle persone sorde: no, non è vero che possono leggere il labiale alla velocità della luce, solo il 35-40% di quello che si dice viene compreso e no, non è affatto bello parlare una lingua (quella dei segni) che nessuno conosce o studia.

All’inseguimento dell’uomo glitterato

Il sesto episodio si era concluso con un gancio favoloso: l’uomo glitterato era sullo stesso vagone di Mabel, che viene vista poco dopo trafiggerlo con un ferro da maglia e fuggire. In questa puntata vediamo Mabel che si sveglia a casa di Theo, che l’ha soccorsa nonostante tra i due non corra buon sangue. Mabel infatti accusa Theo di aver testimoniato il falso quando Zoe fu uccisa, ma Theo nell’arco della puntata confesserà che è lacerato dal senso di colpa. Il dolore per quell’evento drammatico che ha segnato la loro gioventù li lega profondamente, non sono poi così diversi in fondo, e man mano che Theo si rende utile all’indagine, i due si avvicinano.

L’uomo glitterato, fuggendo sotto la metro, ha rubato la borsa di Mabel e perso il suo badge di lavoro: è della security di Coney Island. Theo supplica Mabel di lasciarsi aiutare a catturare il killer di Bunny, e si intrufolano dentro Coney Island, dopo l’orario di chiusura. Riescono a rubare lo zaino al killer, ferito, e scappano.

L’infanzia di Mabel

Questo episodio, intriso di delicatezza e partecipazione emotiva, ci mostra finalmente un pezzo del passato di Mabel, ad oggi la più misteriosa dei protagonisti. Il titolo della puntata è “Il puzzle da ricostruire”, perché Mabel faceva i puzzle con suo papà, morto quando lei era ancora una bambina. Il puzzle da ricostruire, però, è quello nella testa della protagonista: possibile che sia stata in grado di trafiggere Bunny e il killer? Ha davvero un’indole violenta e buchi di memoria? Il passato ci perseguita sempre e comunque, sembrano dirci Theo e Mabel, sta a noi interrompere la ruota e aprire gli occhi sulle nostre verità più sepolte.

Mabel ha finalmente un’epifania sulla sera in cui Bunny è morta. Quando è entrata dentro casa per prendere lo champagne, ha visto un uomo fuggire e per la paura si è girata verso il cesto della maglia per prendere un ferro. Ma la cesta era vuota, perché il ferro era nel petto di Bunny, quindi lei non ha fatto nulla. Contemporaneamente, Theo si rende conto che suo padre è l’unica presenza nella sua vita, non avendo amici o vita sociale, e finalmente gli risponde al telefono.

L’indagine è a punto morto?

Questa puntata non toglie e non aggiunge nulla agli indizi già in nostro possesso. Sappiamo solo che il coltello trovato in casa di Charles dalla figliastra Lucy viene consegnato informalmente alla detective Williams. La puntata si chiude con un black out e un’atmosfera di pericolo che grava su Lucy, da sola a casa e -forse- spiata dal killer. Nonostante la parte investigativa sia più o meno assente, la linea narrativa legata all’umanità di Mabel e Theo rende questo episodio il più bello della seconda stagione, finora.

Micaela Paciotti

Appassionata di moda da sempre, curiosa di tutto, vorrei vivere in mezzo alla natura, ma non riesco a staccarmi da Roma.

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