RAPTURE: la cultura hip-hop come non l’avete mai vista

Rapture -nuove uscite netflix

La musica, strumento di comunicazione universale per eccellenza, ha subito una profonda rivoluzione a partire dagli anni ’70. Nel corso del tempo ha perso la sua veste di mezzo ludico per acquisire una forza comunicativa tale  da “legare” l’artista al fan.

Numerosi sono i suoi generi: l’hip-hop ne fa parte e al contempo se ne discosta. Classificarlo significherebbe spogliarlo della sua essenza: un vero e proprio movimento culturale diffusosi tra gli anni ottanta e novanta in tutto il mondo. È la religione di chi il ghetto l’ha vissuto. Di chi ha deciso di abbattere le trincee e “scendere in strada” con le loro storie, le loro parole e la loro musica. Netflix, consapevole di questa realtà e dell’ascendente che l’hip hop ha sulle generazioni,  ha deciso di produrre Rapture.

La serie tv che vede come protagonisti nomi del calibro di  Nas, ma anche artisti più recenti ma comunque di fama mondiale (T.I. e 2 Chainz) fino alle nuove scoperte come G-Eazy. Otto episodi dove gli artisti si raccontano, anche grazie all’ausilio di parenti e amici, attraverso stralci di vita quotidiana: la lotta per i diritti civili, ricordi sulla loro infanzia, ossessioni, droga, arresto ecc..

“Con il rap si raccontano storie vere, quelle della realtà che ci circonda e per questo non bisogna essere per forza politically correct: l’hip-hop si basa sulla verità e verità vuol dire essere onesti fino in fondo. Con il rap puoi dire quello che vuoi: rap vuol dire libertà e potere!”

Rapture -nuove uscite netflix

 

Forse quest’apertura troppo intima rappresenta, ad avviso di chi scrive, l’unica nota stonata. Troppa ingerenza nella vita privata di questi artisti può rappresentare un rischio. Lo spettatore appassionato di musica vuole “assaporare” la magia del backstage o guardare l’adrenalina e la frenesia  sui volti degli artisti nei minuti che precedono lo spettacolo.

Rapture è più di una semplice serie tv. È un omaggio alla cultura hip-hop. Un genere che ancora oggi continua ad invadere la nostra quotidianità influenzandoci. Un pilastro portante della discografia americana e non solo.

La serie targata Netflix non è semplicemente un prodotto teso a svelare la vita privata di artisti e/o produttori musicali, ma un Manifesto, soprattutto per le nuove generazioni. Un libro aperto su un “patrimonio culturale” che ha segnato la storia della discografia.

Interessante, infine, è la tecnica narrativa particolarmente nuova: non ci sono copioni da seguire o scene da ripetere. Lo spettatore viene catapultato in una realtà cruda e diretta. Qui non c’è privacy, ma desiderio di connessione, di svelarsi al pubblico per quello che si è, senza temere di calare giù  le maschere e mostrare al mondo intero le proprie fragilità, i propri limiti e le proprie paure.

Voto: 7/10

Riccardo Marini

Specializzato in music business, web marketing, diritto d’autore e dello spettacolo si occupa di consulenza per artisti e professionisti dell’intrattenimento, e cura lo sviluppo e la gestione di progetti d’impresa in ambito culturale. Attualmente collabora con diverse etichette discografiche (Kate Creative Studio, San Luca Sound) e organizzazioni non profit (EMusic, Merkaba Eventi, Fondazione Italia Sostenibile).

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